Le nuove regole europee in materia di default nel rapporto Banca-Impresa
Le nuove regole europee in materia di classificazione dei debitori in “default” (ovvero, in stato di inadempienza di un’obbligazione verso la banca) stabiliscono criteri e modalità più stringenti rispetto a quelli finora adottati dagli intermediari finanziari italiani.
Le nuove regole, che saranno applicate dalle principali banche dal 1° giugno 2019 e che tutte le banche dovranno applicare entro il 1° gennaio 2021, prevedono l’automatica classificazione in default delle imprese che presentano arretrati di pagamento rilevanti per oltre 90 giorni consecutivi sulle esposizioni ( capitale, interessi e commissioni) che esse hanno nei confronti della propria banca.
Un arretrato è definito rilevante se di ammontare superiore a 500 euro (relativo a uno o più finanziamenti) e se rappresenta più dell’1% del totale delle esposizioni dell’impresa verso la banca. Per le persone fisiche e le piccole e medie imprese con esposizioni nei confronti della stessa banca di ammontare complessivamente inferiore a 1 milione di euro, l’importo dei 500 euro è ridotto a 100 euro.
Diversamente dal passato, l’impresa non potrà più impiegare margini ancora disponibili su sue linee di credito per compensare gli inadempimenti in essere ed evitare la classificazione in default (es. utilizzare linee di cassa per compensare rate di finanziamenti). In linea generale, la classificazione dell’impresa in stato di default, anche in relazione ad un solo finanziamento, comporta il passaggio in default di tutte le sue esposizioni nei confronti della banca.
Per uscire dal default dovranno passare 3 mesi dal momento in cui non sussistono più le condizioni per classificare l’impresa in default.
Per le imprese è fondamentale conoscere le nuove regole e rispettare con puntualità le scadenze di pagamento previste contrattualmente, per non risultare in arretrato nel rimborso dei propri debiti verso le banche anche per importi di modesta entità. Ciò al fine di evitare che la banca sia tenuta a classificare l’impresa in default e avviare le azioni a tutela dei propri crediti, secondo quanto richiesto dalle disposizioni di vigilanza europee.
Tra i contenuti correlati, è possibile scaricare una Guida elaborata in collaborazione con Confindustria nell’ambito del Tavolo di Condivisione Interassociativo sulle Iniziative Regolamentari Internazionali (CIRI).
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