Booklet Economia: in Lombardia nel 2023 record di export a 163 miliardi di euro grazie ai mercati extra europei e tasso di disoccupazione in discesa al 4%
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La Lombardia rispetto ai benchmark nazionali ed europei. Focus specifici per Milano, Lodi, Monza Brianza, Pavia.
I dati lombardi a consuntivo per il 2023 di produzione manifatturiera e di export rappresentano elementi di conferma della tenuta competitiva del tessuto economico regionale perché, pur risentendo dell’indebolimento del ciclo globale, segnano un avanzamento rispetto all’anno precedente; prosegue, quindi, il trend di crescita del post pandemia. Questo dinamismo si riflette sul mercato del lavoro: alla fine del 2023 si è difatti finalmente chiuso il divario occupazionale con il 2019 e la disoccupazione è sotto ai livelli fisiologici.
Nel 2023 l’export lombardo aumenta del +0,6% sul 2022 (+902 milioni di euro), permettendo così di raggiungere il nuovo valore record di 163 miliardi di euro di vendite oltre i confini nazionali in un anno. Questo avviene in un periodo di commercio globale in forte decelerazione, in calo di circa il -9% tra gennaio e settembre scorsi (stime in prezzi correnti), con le esportazioni dell’Italia che rimangono ferme. Rispetto ai peer europei, nell’anno appena concluso si rivelano più dinamici Cataluña (+6,7% nel 2023 rispetto al 2022), Bayern (+5,4%) e Auvergne-Rhône-Alpes (+1,3%), mentre cade il Baden-Württemberg (-6,9%). Nel confronto di lungo termine con il pre-Covid la performance lombarda all’estero torna a distinguersi, evidenziando un migliorato posizionamento competitivo delle imprese sui mercati internazionali: + 28% l’export nel 2023 rispetto al 2019 in valore, dietro solo a Cataluña (+36,3%), ma meglio di Bayern (+21,7%), Baden-Württemberg (+20,8%) e Auvergne-Rhône-Alpes (+15,4%).
La scomposizione per geografie restituisce informazioni interessanti sul riposizionamento e sulla flessibilità delle nostre imprese in questi tempi di disequilibrio e cambiamenti. Nel complesso dell’anno appena trascorso i Paesi extra-europei rappresentano, infatti, il 48,6% del totale dell’export regionale, la quota massima degli ultimi sei anni. In valore i mercati extra Ue sommano 79 miliardi di euro di vendite estere, con un +3,2 miliardi in dodici mesi. In particolare, aumentano le esportazioni sia verso mete più prossime, quali Svizzera (+563 milioni) e Turchia (+348 milioni), sia verso destinazioni lontane, per lo più asiatiche, come Arabia Saudita (+454 milioni), Singapore (+308 milioni) ed Emirati Arabi Uniti (+295 milioni). Tra i mercati extra-Ue, la Russia registra invece il calo più consistente (-346 milioni). Al contrario, le esportazioni verso gli Stati Membri (per un valore di circa 84 miliardi di euro) risentono del deciso rallentamento economico dell’area con quasi -2,3 miliardi di euro rispetto all’anno precedente. Pesa prevalentemente la decisa riduzione delle vendite verso la Germania (-1,8 miliardi di euro), la cui flessione, tuttavia, è più che compensata dalla diversificazione delle destinazioni delle imprese lombarde. Con un valore di export di 20 miliardi la Germania rimane, comunque, il principale mercato estero per la regione; guardando agli altri partner più rilevanti, crescono le vendite verso Francia (+170 milioni di euro sul 2022) e Stati Uniti (+197 milioni), mentre calano lievemente quelle dirette in Spagna (-20 milioni).
Nel dettaglio dei settori manifatturieri, l’incremento complessivo lombardo del +0,6% si deve soprattutto a meccanica (+6,4% sul 2022), automotive (+13,4%), alimentare (+7,1%), moda (+3,1%), apparecchi elettrici (+2,3%) e farmaceutica (+2,2%).
Guardando alla performance complessiva del manifatturiero regionale, la produzione lombarda aumenta del +0,2% rispetto al 2022, sintesi di andamenti tendenziali positivi nella prima metà dell’anno (+2,5% nel primo trimestre e +0,5% nel secondo) e variazioni negative nella seconda metà (-1,5% nel terzo trimestre e -0,8% nel quarto trimestre). La lieve crescita annua regionale si distacca dal deciso arretramento dell’Italia, dove nel 2023 la produzione diminuisce del -2,2%. Inoltre, rispetto al pre-Covid emerge un quadro particolarmente differenziato a livello nazionale e tra i benchmark europei: i livelli produttivi della Lombardia superano quelli del 2019 di ben il +11,1%, l’Italia è ancora a -1,8%, la Spagna a -0,5%, la Francia a -4,3% e la Germania a -6,5%.
La perdita di tono dell’industria lombarda nell’ultima parte dello scorso anno si sta protraendo anche nei primi mesi del 2024, come testimonia la nuova diminuzione a febbraio del clima di fiducia del manifatturiero del Nord Ovest. Il rallentamento del manifatturiero sembra, inoltre, espandersi gradualmente ai servizi, che a febbraio registrano il secondo calo consecutivo di fiducia.
Lato mercato del lavoro, nel 2023 in Lombardia la dinamica occupazionale risulta ancora positiva. La crescita del numero di occupati è di +76mila unità, per un totale di 4,5 milioni di lavoratori, e si accompagna a un calo sia dei disoccupati (-37mila) sia degli inattivi (-31mila). Si chiude così il divario con i livelli pre-pandemia, con 50 mila occupati in più rispetto al 2019. Il tasso di occupazione sale al 69,3% e il tasso di disoccupazione scende al 4,0%, ora il più basso tra le regioni italiane di confronto (4,2% Veneto, 5,0% Emilia-Romagna, 6,2% Piemonte, 7,7% Italia). Più nel dettaglio, in Lombardia traina l’occupazione femminile con +51mila lavoratrici, cui si affiancano +25mila occupati uomini (rispettivamente +42 mila e +8mila sul pre-Covid). Tra i settori emerge, invece, una maggiore eterogeneità nelle dinamiche, sia nell’ultimo anno sia nei tempi di recupero della pandemia. Difatti, nel 2023 rispetto al 2022 si contano +71mila lavoratori nel comparto che comprende servizi ICT, attività professionali scientifiche e tecniche, sanità e altri servizi e +36mila occupati nei settori del commercio, alberghi e ristorazione; per contro, risultano -2mila occupati nell’agricoltura, -7mila nelle costruzioni e -23mila nell’industria. Inoltre, rispetto al pre-pandemia solo le costruzioni e il comparto dei servizi ICT, attività professionali scientifiche e tecniche, sanità e altri servizi sono sopra i livelli del 2019, rispettivamente di +43mila e +52mila occupati, mentre industria (-34mila), agricoltura (-8mila) e commercio, alberghi e ristorazione (-4mila) hanno ancora un gap.
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