Mercati Energetici - Geopolitica, prezzi e infrastrutture a rischio
Un aggiornamento mensile per orientare le imprese sull'andamento dei mercati energetici (ottobre 2024).
Premessa
Ad agosto il mercato energetico europeo ha vissuto un periodo di forte stress a causa di una combinazione di fattori geopolitici, climatici e legati all'offerta. Tuttavia, all'inizio di settembre si sono registrati i primi segnali di miglioramento, con un calo dei prezzi.
Mercati energetici - aggiornamento ottobre 2024
I mercati energetici affrontano l'inizio della stagione invernale in un contesto di incertezza, nonostante i fondamentali suggeriscano una situazione marcatamente ribassista.
I livelli di stoccaggio del gas in Europa sono al 95%, molto vicini alla massima capacità, garantendo riserve sufficienti per affrontare l’inverno. La Norvegia ha completato la manutenzione programmata delle sue infrastrutture energetiche, assicurando una ripresa stabile delle esportazioni di gas. Inoltre, l'offerta di gas naturale liquefatto (GNL) è abbondante, e la domanda globale continua a rimanere debole, riflettendo un rallentamento economico in diverse aree del mondo.
Tuttavia, le incognite geopolitiche continuano a esercitare un'influenza crescente sui mercati. In particolare, la vulnerabilità delle infrastrutture energetiche, con un focus sui gasdotti, rimane una preoccupazione centrale nel conflitto tra Russia e Ucraina. Nel frattempo, l'escalation in Medio Oriente solleva timori per una possibile espansione del conflitto, che potrebbe minacciare la sicurezza del canale di Suez e, di conseguenza, le forniture di GNL verso l'Europa. Anche la potenziale chiusura dello stretto di Hormuz, arteria ad alta rilevanza strategica per il commercio globale di GNL (dove transita circa il 20% dell’export globale) e sotto il controllo dell’Iran, sta generando apprensione tra i partecipanti al mercato.
Dopo un mese di settembre, dove i prezzi sono scesi verso i minimi degli ultimi mesi, questo mix di fattori ha riportato le quotazioni del gas in zona 40 €/MWh mentre quelle dell’energia elettrica in un intervallo compreso tra 115 e 120 €/MWh. Da segnalare, infine, che le quotazioni EUA (CO2) hanno toccato nuovamente il minimo a 60 €/ton in un contesto di offerta ampia e bassa domanda.
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