Le imprese milanesi: struttura e dinamica reddituale. Periodo 2007-2011
Rapporto a cura dell'Osservatorio Assolombarda Bocconi e Prometeia.
Abbiamo studiato le strutture e le performance economiche di un campione chiuso di 6.000 imprese milanesi nel periodo 2007-2011, analizzando i dati dei loro bilanci. Abbiamo, inoltre, inquadrato lo studio anche in un’ottica economica macro, approfondendo il grado di specializzazione dell’economia milanese e richiamando le grandi dinamiche mondiali (domanda, prezzi, commercio internazionale, credito).
La struttura reddituale e patrimoniale delle imprese milanesi
Nel complesso emergono alcuni elementi chiari e non del tutto coincidenti con quanto spesso affermato.
- La struttura dei costi delle nostre imprese è molto flessibile. Solo il 25% dei costi della produzione è rappresentato da costi fissi e in tale percentuale è incluso tutto il costo del personale (pari al 15%). Questo è l’esito di un lungo percorso seguito dalle imprese per contenere gli effetti negativi delle situazioni di difficoltà; la controparte sta nel fatto che si rinuncia a livelli di redditività molto alta nel periodi di crescita.
- Il tasso di indebitamento è basso (debiti totali / patrimonio netto circa 1,3) e il debito finanziario, a partire dal 2009, è relativamente poco costoso. Questo fatto può essere interpretato in due modi parzialmente contrapposti: (a) le nostre imprese sono patrimonialmente molto solide; (b) le nostre imprese non vogliono o non possono indebitarsi e ciò ne frena la potenziale crescita.
- La redditività media è accettabile, ma la dispersione è molto forte; si assiste a una sorta di polarizzazione in uno spazio dove convivono molte imprese (quasi la metà) con redditività molto bassa o negativa e altre imprese (circa un quarto) con redditività molto buona; e questo vale praticamente in tutti i settori e per tutte le dimensioni aziendali.
Le risposte alla crisi da parte delle imprese milanesi
Nel 2007, al culmine del ciclo positivo avviatosi nel 2003, le 5.989 imprese milanesi raggiungono complessivamente buone performance: un valore della produzione pari a 146.204 milioni di euro, un reddito operativo di 8.518 milioni, un reddito netto di 4.140 milioni e una redditività idonea a sostenere piani d’investimento orientati alla crescita (ROI al 9.3% e ROE al 9.2%).
L’intensità e la pervasività della crisi finanziaria di fine 2008 e l’immediato propagarsi degli effetti sull’economia reale hanno radicalmente mutato lo scenario. In molte imprese l’impatto negativo si è manifestato quasi immediatamente: nel 2008 il reddito operativo del campione analizzato scende considerevolmente (-23%) e il reddito netto crolla (-49%), pur in presenza di un fatturato in leggera crescita (+1,5%). La redditività accusa un repentino ripiegamento, lasciando sul campo circa 2,5 punti in termini di ROI (al 6,9% nel 2008) e quasi 5 in termini di ROE (al 4,4%).
Il 2009 si apre con un crollo della domanda nazionale e internazionale e con forti tensioni sul fronte del credito, cui si somma la crescente incertezza sulla possibilità di invertire rapidamente la rotta: l’economia mondiale precipita nella peggiore recessione mai affrontata dal dopoguerra con il Pil globale che flette di quasi l’1% nel complesso dell’anno e il commercio mondiale che crolla del 14%. La crisi produce effetti disastrosi sui livelli del fatturato e del valore della produzione delle imprese milanesi considerate (il VdP cala di 25.300 milioni, ossia del 17% rispetto al 2008). Le imprese rispondono molto rapidamente con strategie difensive di contenimento dei costi: i costi variabili calano del 20% e i costi fissi del 4%. Un aiuto viene anche dalla riduzione degli oneri finanziari che quasi si dimezzano (da 3.576 a 1.816 milioni) a seguito della caduta dei tassi di interesse di riferimento. L’esito finale è una riduzione del reddito netto di 852 milioni (da 2.101 a 1.249) in contrazione del 40% rispetto al 2008. Il reddito netto risente del peso delle imposte che, nell’anno più acuto della crisi, toccano il 63% del reddito ante imposte (livello sensibilmente superiore rispetto al 47% del 2007 e al 54% del 2008).
Il 2010 sembra essere l’anno del grande recupero: il commercio mondiale risale e la crescita globale torna sui tassi di crescita pre-crisi. Il rimbalzo è evidente anche nei conti delle imprese milanesi: il VdP aumenta del 12% e l’utile netto dell’88%. I valori assoluti sono ancora nettamente inferiori a quelli del 2007 (137.470 vs 146.206 il valore della produzione; 2.356 vs 4.140 il reddito netto), ma il percorso sembra segnato.
Tuttavia, il 2011 delude in parte le attese: il VdP del 2011 è ancora inferire a quello del 2008 (- 1,5%), il reddito operativo è inferiore del 40% e il reddito netto del 35%. Sembra quasi che la spinta al recupero delle posizioni ante crisi si sia esaurita.
Bisogna rilevare che nel periodo indagato le imprese milanesi si sono trovate a operare all’interno di un contesto particolarmente difficile. In Italia la crisi si è innestata nel processo di profonda trasformazione del tessuto produttivo avviatosi a inizio decennio. Inoltre, rispetto agli altri paesi dell’Area Euro l’economia italiana ha anticipato la fase di rallentamento al 2008 e ha ricevuto minori impulsi dalla politica fiscale, già prima che lo scoppio della crisi del debito europeo nel 2011 imponesse pesanti manovre di correzione ai conti pubblici.
In un contesto di grande debolezza della domanda interna lo sviluppo delle imprese italiane è affidato alla capacità di crearsi nuovi spazi sui mercati internazionali o alla crescita per linea esterna. Tali processi impongono, tuttavia, un elevato impegno di risorse finanziarie (oltre che di conoscenza), in un periodo di ridotta capacità di autofinanziamento delle imprese (per le tensioni sui margini e sui prezzi delle materie prime e dell’energia) e di maggiore attenzione nell’erogazione del credito, a cui si aggiunge il mantenimento di una elevata fiscalità sulle imprese per il riequilibrio dei conti pubblici.
Il rapporto è disponibile in formato e-book.
Contatti
Per informazioni è possibile contattare l'Area Centro Studi, tel. 0258370.409, e-mail stud@assolombarda.it.
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