Le imprese milanesi disegnano nuove rotte per l’internazionalizzazione

Dall’indagine emergono dati positivi. Brics, Area Med e Asia attirano sempre di più l’interesse delle aziende alla ricerca di nuovi mercati di sbocco per i loro prodotti.

Milano, 5 marzo 2012 - Il 60% delle imprese dell’area milanese è attiva sui mercati esteri: un esercito di PMI (il 70% delle imprese internazionalizzate ha meno di 50 dipendenti) che per la maggior parte opera nel settore manifatturiero, in particolare nei comparti meccanico (17%), chimico-farmaceutico/gomma (16%), elettronico (12%) e metallurgico (12%). Riguardo la distribuzione geografica, le imprese stanno proseguendo lungo un percorso, tracciato con particolare vigore negli anni di crisi, che le porta a prestare sempre maggiore attenzione verso nuovi mercati di sbocco, soprattutto extraeuropei.

Una strategia di diversificazione - molto più diffusa che nella media nazionale - che dimostra la rapidità di reazione delle imprese milanesi di fronte ad una crisi di domanda dell’eurozona che, in questi anni, le ha messe a dura prova.

120305_internaz_3Sebbene anche nel 2011 l’epicentro delle attività sui mercati esteri è localizzato in Europa (Francia, Germania e Spagna) si avvicinano alle prime posizioni, grandi mercati lontani - come gli Usa, la Cina e il Brasile - ma anche altri più in orbita europea, come Russia e Turchia: paesi verso i quali si concentrano le intenzioni di sviluppo per i prossimi tre anni delle nostre imprese.

Questi i principali risultati che emergono dall’indagine sui processi di internazionalizzazione delle imprese dell’area milanese, condotta dal Centro Studi e dall’Area Mercato Impresa di Assolombarda su oltre tremila imprese associate, presentata oggi a Milano nel corso del convegno ‘Mercati esteri: scenari economici e politici e il posizionamento delle aziende dell’area milanese” promosso da Assolombarda in collaborazione con ISPI.

120305_internaz_2“Nella situazione attuale caratterizzata da una crisi della domanda interna, l’internazionalizzazione rappresenta un veicolo fondamentale per le nostre PMI”, ha sostenuto il Presidente di Assolombarda Alberto Meomartini, “e la crescita impetuosa nei paesi emergenti, e in particolare nei Brics, offre un’opportunità che non deve essere dispersa. Questo implica da parte delle nostre aziende la capacità di saper adattare, con la dovuta flessibilità, le loro strategie d’internazionalizzazione alla mutevole geografia economica.E in quanto a prontezza di riflessi le aziende milanesi hanno dato un'ottima prova: l’export verso i paesi extra-UE è arrivato, in tempi recenti, a sfiorare il 60% delle esportazioni globali. E’ necessaria dunque una strategia di internazionalizzazione che deve permeare tutti gli ambiti dell’attività aziendale non da ultimo quello formativo: disporre di figure professionali specializzate e dedicate alle strategie di internazionalizzazione è un fattore cruciale.

120305_internaz_4Per un tessuto imprenditoriale come quello italiano, fatto di piccole aziende”, ha concluso Meomartini, “è, inoltre, assolutamente necessario il supporto di un Sistema Paese efficiente per affrontare le sfide della globalizzazione. Assolombarda, Confindustria e Camera di Commercio stanno supportando questo straordinario impegno delle imprese”.

L’incontro in Assolombarda è stato anche un momento di riflessione sulla riorganizzazione del sistema nazionale a sostegno dell’internazionalizzazione. Al dibattito sono intervenuti, oltre al Presidente di Assolombarda Alberto Meomartini, Marta Dassù, Sottosegretario al Ministero degli Affari Esteri, Pierandrea Chevallard, Segretario Generale Camera di Commercio di Milano e Antonio Colombo, Direttore Generale Assolombarda. I lavori sono stati conclusi dall’intervento del Presidente del Senato Renato Schifani.

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