European Business in China
Presentato in Assolombarda il Position Paper della Camera di Commercio dell’Unione Europea in Cina.
Milano, 20 settembre 2013 – La Fondazione Italia Cina e la Camera di Commercio dell’Unione Europea in Cina hanno presentato presso la sede di Assolombarda a Milano lo ”European Business in China Position Paper 2013/2014”.
Giunto alla quattordicesima edizione, il Position Paper è la più importante pubblicazione annuale della Camera di Commercio dell’Unione Europea in Cina. Il documento offre un quadro completo dell’ambiente economico cinese e raccoglie le maggiori problematiche che impediscono un equo e paritario accesso al mercato cinese per investitori esteri in Cina.
Trovare un nuovo equilibrio tra le forze di mercato e il controllo del Governo cinese; rivedere l'orientamento del Governo nei confronti dei settori della tecnologia e dell'innovazione; allineare l'ambiente degli investimenti cinese alle normative internazionali e aumentare l'apertura ai mercati stranieri. Sono queste le principali raccomandazioni contenute nel Position Paper di quest’anno e dirette alle autorità Cinesi con lo scopo di migliorare le condizioni per gli investimenti diretti in Cina.
La Cina infatti, conclusa la transizione della classe dirigente, necessita ora di riforme urgenti che traccino un nuovo modello economico che coinvolga tutti gli strati sociali e armonizzi decenni di crescita rapida ma poco equilibrata. Il Governo deve individuare soluzioni volte a invertire l’attuale andamento demografico, migliorare i processi di urbanizzazione e rendere più efficaci le misure per la protezione dell’ambiente. Al contempo, le autorità cinesi sono impegnate a creare un’economia basata sull’innovazione al fine di formare imprese sempre più competitive a livello internazionale.
“I leader cinesi hanno già identificato un modo più efficace per utilizzare le forze del mercato come catalizzatori per la trasformazione dell’economia cinese” - ha affermato Davide Cucino Presidente della Camera di Commercio dell’Unione Europea in Cina - “la parte difficile consiste nel fare in modo che questo accada. Se è vero che il Governo deve ancora rinforzare il suo ruolo di regolatore, riforme reali richiedono una significativa cessione del proprio controllo politico sull’economia. Si tratta di un processo complesso, ma le forze di mercato potranno solo guadagnare forza se il Governo farà un passo indietro rispetto ad un ruolo che ancora appare come dominante.
La liberalizzazione sta attraversando una fase di stallo e le imprese nazionali, in particolare quelle di proprietà dello Stato, continuano a ricevere un trattamento di favore”, prosegue Cucino. “Questo avviene attraverso politiche industriali di carattere nazionalistico e attraverso le condizioni che il Governo pone sull’accesso al mercato per gli investimenti esteri, come ad esempio i requisiti di trasferimento tecnologico. Queste politiche non generano i corretti incentivi alle aziende per raggiungere ciò di cui la Cina ha realmente bisogno oggi, come innovazione - finalizzata al miglioramento della produttività - e l’uso efficiente di capitali e risorse. Occorre che il Governo si affidi maggiormente al libero funzionamento di un mercato equo e competitivo. Così facendo si promuoverà lo sviluppo delle imprese private e, più importante, le aziende godranno della libertà e degli incentivi per innovare ed impiegare gli strumenti, le tecnologie ed i sistemi per soddisfare i bisogni della società cinese."
“La possibilità per le aziende straniere di competere su un terreno paritario in Cina – ha sottolineato nel suo messaggio Cesare Romiti, Presidente della Fondazione Italia Cina - è attualmente una delle questioni chiave tra la Cina e i suoi principali partner commerciali, Stati Uniti ed, appunto, l’Unione Europea. Permangono ancora alcune barriere formali e informali nell’accesso al mercato e nel commercio estero. E’ anche bene ricordare che questa è la più grave crisi economica del periodo contemporaneo e il ricorso al protezionismo, attuato in passato con conseguenze gravissime, ci ha insegnato che la cooperazione ed un franco dialogo possono garantire di risolvere anche le questioni più critiche.”
Il Vicepresidente di Assolombarda, Aldo Fumagalli Romario, nel suo intervento ha dichiarato: “Le imprese straniere hanno svolto un ruolo fondamentale per favorire l'industrializzazione e lo sviluppo della Cina. Adesso la Cina sta attraversando una seconda fase del suo sviluppo, deve risalire la catena del valore e il contributo delle aziende straniere può essere altrettanto importante in termini di nuovi prodotti e nuove tecnologie. E' però fondamentale che le autorità cinesi mettano ora in cantiere quelle riforme, raccomandate anche dal Position Paper della Camera di commercio europea in Cina, necessarie per ridurre il coinvolgimento dello stato nell’economia e per favorire l'accesso al mercato cinese.”
All’incontro è intervenuto anche il Presidente dell’ICE, Riccardo Monti, che ha sottolineato come gli investimenti italiani in Cina sono ancora "al di sotto delle nostre potenzialità. La Cina per noi non è ancora la storia di un successo. Per questo stiamo lavorando ad un forte piano di promozione delle aziende italiane, senza dimenticare l'importanza della presenza diplomatica".
"Siamo alla vigilia di una nuova fase della globalizzazione – ha dichiarato il Viceministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda - lo scenario economico mondiale sta cambiando. Pensavamo che la Cina sarebbe diventata solo la grande fabbrica del mondo. Invece il prezzo del lavoro sta salendo mentre si sta abbassando da altre parti, ad esempio negli Stati Uniti che saranno, nel 2015, il paese occidentale più competitivo. Noi non possiamo permetterci - ha aggiunto - di perdere questo appuntamento, quello del ritorno della produzione in occidente. Serve dunque una crescita armonica, non la superata divisione dell'economia mondiale per blocchi. Per questo è necessario un foro di dialogo permanente con la Cina, per risolvere i problemi ancor prima che si formino".
E' possibile scaricare il position paper al seguente link
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