"Un patto con sindacati e governo per alzare gli stipendi dei giovani" Intervista

"Un patto con sindacati e governo per alzare gli stipendi dei giovani"

L'intervista di Carlo Bonomi, Presidente di Assolombarda - La Repubblica - 4 settembre 2019

"Voglio fare una proposta per un'agenda che chiami in causa un governo di statisti, più che di politici. Facciamo un grande patto tra imprese, sindacati e governo in cui, oltre a difendere il salario contrattuale, introduciamo una finestra aggiuntiva sull'assunzione dei giovani. Non possiamo continuare a farli entrare in azienda con il minimo contrattuale, dobbiamo pagarli di più, valorizzando le loro competenze. Altrimenti, le eccellenze continueranno ad andare all'estero".

Carlo Bonomi, il nome più speso nel totonomine per la futura presidenza di Confindustria - anche se lui giura che dedica ogni minuto del suo tempo al suo mandato di presidente di Assolombarda - parla per la prima volta, dopo la folle estate della politica italiana, e subito spiazza tutti con un'idea che apre una strada fin qui inesplorata: per la prima volta è un rappresentante del mondo delle imprese che mette al primo punto dell'agenda il futuro dei giovani.

Pagare i giovani più del classico salario d'entrata, presidente, è certamente una buona intenzione. Ma è sicuro che i suoi colleghi imprenditori la condivideranno?

"So che è un'idea che farà discutere, ma io credo che si debba rompere la consuetudine di incentrare il dibattito solo sulle convenienze elettorali, sull'alternativa voto o non voto, sui colori delle maggioranze di governo. La nostra è una generazione che ha ereditato un Paese con grandi problemi, ma far parte di un ceto dirigente responsabile significa provare a spegnere il cerino, invece che passarlo alla generazione che verrà. E allora io voglio aggiungere all'agenda pubblica questo stimolo per investire sul futuro del Paese".

Ma come si può fare, tecnicamente, per introdurre questa novità?

"Naturalmente ne dobbiamo parlare per trovare le giuste applicazioni, per questo propongo un patto che coinvolga tutti i soggetti interessati. Noi imprenditori, per primi, siamo pronti a fare delle rinunce e se lo Stato, che utilizza ogni anno miliardi in azioni improduttive, ne destinasse una parte alla costruzione di un futuro migliore per i nostri giovani il Paese intero ne avrebbe un gran beneficio. Ma in questa operazione che battezzerei "Detassiamo il nostro futuro" ci sono anche altre cose che si possono fare subito".

Per esempio?

"Per esempio una grande operazione di sostenibilità sociale e di giustizia tra generazioni. Piuttosto che quota 100, che non è la strada giusta, io proporrei di detassare il "tutoring", cioè il trasferimento di competenze, in azienda, tra i lavoratori più esperti e i neoassunti. O ancora, la sostenibilità ambientale, che anche è un grande tema economico: basta pensare che l'Ecobonus e il Sisma-bonus, in due anni, hanno mosso investimenti per 28 miliardi di euro. Anche qui, un grande piano di detassazione degli impianti a tecnologia avanzata, da finanziare con i soldi che ogni anno spendiamo per portare i rifiuti all'estero, metterebbe in moto miliardi di investimenti".