"Sulle imprese solo pregiudizi e tasse. Manovra senza coraggio, serviva discontinuità"
L'intervista di Carlo Bonomi, Presidente di Assolombarda, La Repubblica - 9 novembre 2019
«Plastic tax, sugar tax, la botta sulle auto aziendali, la storia senza fine dell'Alitalia, la crisi dell'Ilva... Ogni giorno c'è una sorpresa. Ma la costante è la totale ignoranza della situazione generale dell'economia, delle necessità delle imprese e degli effetti che provvedimenti avventati produrranno sull'Italia e le sue fragili prospettive di crescita». Carlo Bonomi, presidente degli industriali milanesi, è tutt'altro che sollevato dopo il cambio di governo e la presentazione della legge di Bilancio. C'è una nuova maggioranza, ai sovranisti si sono sostituite forze europeiste e responsabili ma, visti i primi atti di governo, i toni del leader di Assolombarda restano severi
Nulla è cambiato, presidente Bonomi?
«Avevamo chiesto discontinuità: sulla pretesa che il reddito di cittadinanza sia anche uno strumento di politica attiva per il lavoro, mentre i fatti dimostrano il contrario; su quota 100, sugli stimoli agli investimenti, soprattutto in ricerca e sviluppo. Non si è visto nulla. In compenso abbiamo l'ennesima manovra che accresce deficit e debito pubblico, aumenta le tasse e, conseguenza di ciò, costringe a rassegnarsi alla crescita zero».
C'era da rimuovere quel macigno da 23 miliardi delle clausole Iva. E da ripristinare un'interlocuzione proficua con le istituzioni europee. Almeno questo è stato fatto, no?
«Ci mancherebbe che il governo avesse aumentato l'Iva, sarebbe stata la pietra tombale sulle speranze di crescita. E proprio il miglioramento dei rapporti con l'Europa avrebbe suggerito una legge di bilancio più coraggiosa e proiettata al futuro. Invece siamo alle solite tasse pensate per rastrellare soldi qua e là».
Plastic tax e sugar tax non sono esattamente questo.
«Né l'una né l'altra sono tasse di scopo, non incideranno sulle abitudini dei consumatori. Viceversa entrambe avranno come effetto collaterale l'espulsione delle aziende dalla competizione dei mercati. Aggiungo un altro fraintendimento: le auto aziendali che il governo vuole tassare sono un bene strumentale, non un consumo signorile».
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