Spada: «Bisogna accelerare sul Pnrr. Ora le imprese sono bolidi che viaggiano su sterrati»
L'intervista di Alessandro Spada, Presidente di Assolombarda, su Il Giorno - Edizione Milano - 31 gennaio 2024
Alessandro Spada, Presidente di Assolombarda, ha le idee chiare su punti di forza e aree di miglioramento del cuore produttivo della Lombardia. Dal suo osservatorio privilegiato, il ponte di comando di una corazzata che naviga veloce sulle acque sempre agitate della globalizzazione, scruta l'orizzonte dove luci e ombre si mescolano. Anche se prevalgono gli spiragli dell'ottimismo.
Presidente Spada, al di là delle polemiche quotidiane, a che punto è l'Italia con l'implementazione del Pnrr? E la Lombardia? Stiamo sfruttando l'occasione o molto si è già perso?
«Siamo in ritardo ma giudichiamo positivamente le ultime revisioni con, in particolare, più di 6 miliardi di crediti di imposta dedicati a Industria 5.0. Ora serve accelerare sul Pnrr perché è l'unica occasione per modernizzare le infrastrutture digitali su cui viaggiano sia le imprese private sia la Pubblica Amministrazione. Attualmente le nostre aziende, fortemente innovative, sono delle auto da corsa che corrono su strade sterrate: sono ancora troppi i comuni in Italia che non hanno una connessione adeguata».
Per le imprese è stato fatto abbastanza finora da parte del Governo Meloni? Cosa si può ancora fare, in particolare per le imprese lombarde motore del sistema produttivo d'Italia?
«Sono stati fatti alcuni passi avanti ma la strada per dare impulso al sistema produttivo è ancora lunga. Dobbiamo essere messi nelle condizioni di crescere ed essere competitivi sui mercati, una grande responsabilità che ha la politica. Le priorità sono misure quali Industria 4.0 e, in prospettiva, Industria 5.0 per stimolare l'investimento in innovazione e nell'IA, oltre a una politica energetica che renda il Paese sempre più autosufficiente, puntando sul nucleare. Consideriamo poi la lotta all'evasione fiscale, contributiva e al sommerso, la madre di tutte le battaglie: è una questione che inficia la competitività e la forza negoziale sui tavoli internazionali. È fondamentale inoltre il lavoro di sistema in Europa per preservare la nostra forza industriale: un'operazione che porta risultati positivi».
L'inflazione rallenta, per fortuna, anche se al costo di continui rialzi dei tassi decisi dalla Bce. E all'orizzonte non sembra esserci un ritorno al periodo dei tassi zero. Ulteriore penalizzazione per i cittadini. Come rimettere in tasca loro soldi da spendere per rilanciare i consumi nel nostro Paese?
«Il taglio del cuneo fiscale contributivo è sicuramente la strada da seguire: ora va reso strutturale. Il problema che torna ogni anno è quello delle scarse risorse. Proprio per questo motivo occorre combattere in modo sempre più efficace l'evasione, usando la digitalizzazione».
Fronte assunzioni e lavoro. Come infondere fiducia ai giovani in un periodo così incerto?
«Il tasso di disoccupazione giovanile e il numero di NEET, che è il secondo più alto in Europa dopo la Romania, ci preoccupa e sta già inceppando profondamente il sistema industriale. È una priorità delle imprese recuperare la fiducia dei giovani, lavorando su competenze e motivazione. Per sostenere il potere d'acquisto di chi inizia a lavorare, proponiamo una flat tax del 5 per cento sulle retribuzioni degli under 35 per i primi cinque anni di lavoro, e poi del 15 per cento per i successivi cinque. Una proposta che abbiamo portato all'attenzione del ministro Calderone, che l'ha molto apprezzata».
Qual è un'opera strategica che a suo avviso dovrebbe essere prioritaria in Lombardia?
«Le connessioni stradali e ferroviarie ai valichi alpini, che ci collegano al resto d'Europa. Ma non dobbiamo dimenticare l'importanza del completamento della Pedemontana, collegamento diretto est-ovest del territorio milanese, e connessione diretta per la Brianza, cuore manifatturiero del territorio milanese, con gli aeroporti e il sistema autostradale lombardi».
A proposito di infrastrutture e impianti, il presidente del Coni Malagò ha definito "un calvario" finora le opere per le Olimpiadi Milano-Cortina 2026. Lei cosa ne pensa? Normali problemi o ci sono stati già errori che potrebbero pregiudicare la riuscita dell'evento?
«Le Olimpiadi possono svolgere quella funzione di volano per il territorio, che ha avuto Expo nel 2015. Secondo uno studio dell'Università LUISS, l'effetto (diretto, più indiretto e indotto) dei Giochi sull'intera economia, sarà di 2,9 miliardi. L'incremento di lavoro atteso è di circa 13mila occupati. I ritardi legati ad alcuni interventi devono essere superati al più presto. Ma non ho dubbi che alla fine ci faremo trovare pronti come da tradizione milanese».
Chiuda gli occhi e immagini Milano fra 10 anni. Cosa vede? Crescita, stagnazione e quale ruolo per la Metropoli e la Lombardia nell'ambito del sistema Italia e dell'Europa?
«Vedo una Milano in crescita, e in chiave sempre più allargata e connessa. I trend parlano di un aumento del 7,3% del Prodotto Interno Lordo della città dal 2019 ad oggi, ben più del 3% nazionale. Un merito che va ricercato nella capacità industriale e nel ruolo progettuale che caratterizzano i segmenti di altissima qualità e innovazione del tessuto economico. Il ruolo di Milano sarà ancora e sempre di più quello di guida, a livello nazionale ed europeo».
Da mesi tiene banco la polemica sui costi insostenibili delle case a Milano. Proposte per risolvere questo problema e rendere ancor più attrattivo il nostro territorio?
«Per affrontare questo problema cruciale, una delle possibili soluzioni è costruire e attivare una strategia per la casa accessibile di livello metropolitano. L'attrattività di Milano, infatti, si gioca sempre di più sulla capacità di connettersi in modo capillare ed efficiente con i territori limitrofi della Città Metropolitana e oltre, come Monza, Pavia e Lodi. Territori fortemente interdipendenti, con caratteristiche, potenzialità e identità specifiche, il cui insieme costituisce la scommessa per dar vita alla Grande Milano del futuro».
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