Servono subito incentivi fiscali per 10 miliardi di investimenti
L'intervista di Carlo Bonomi, Presidente di Assolombarda - La Stampa - 14 febbraio 2019.
Il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, lo ha denunciato ieri per l'ennesima volta. Il crollo degli investimenti privati, al quale si è accompagnato quello ancora più grave degli investimenti statali in infrastrutture e opere pubbliche, sta mettendo in ginocchio il Paese. Questo ora, dopo che fra il 2007 e il 2013 gli investimenti hanno già subito un calo del 30%. Carlo Bonomi, classe 1966, imprenditore del settore biomedicale, presidente di Assolombarda, l'associazione degli industriali milanesi, è più che mai convinto che sia tempo di dare una scossa al sistema.
Presidente Bonomi, è ormai manifesta la difficoltà del nostro sistema produttivo di rispondere alle sfide poste dalla globalizzazione, dall'affermazione delle nuove tecnologie e dagli andamenti demografici. Come se ne esce?
«Siamo di fronte a una crisi importante, è vero. Ma per onestà bisogna dire che è una crisi che arriva da ben prima dell'insediamento di questo governo. Personalmente ho denunciato fin dal maggio 2017, inascoltato, il rischio di arrivare alla recessione. Purtroppo non ho avuto torto».
Il governo Conte-Salvini-Di Maio sostiene di aver messo in campo le contromisure adatte, non pensa?
«Ci saremmo aspettati interventi ben diversi da quelli che abbiamo visto. Non si risponde al crollo degli investimenti con il reddito di cittadinanza e quota 100».
Che cosa serve allora?
«Abbiamo bisogno di stimolare gli investimenti sia pubblici che privati».
Detta così è solo poco più di uno slogan.
«No, no, aspetti. Io dico che non abbiamo bisogno di una manovra correttiva, bensì di una manovra compensativa. Qui serve un grande progetto. Potremmo chiamarlo Investi Italia».
A cosa pensa?
«Immagini un grande patto retroattivo, dal primo gennaio, fra Stato e imprese italiane. Non per fare cassa, ma per stimolare gli investimenti».
Ma come funziona?
«Le ultime previsioni economiche dicono che l'Italia quest'anno crescerà dell' 0,2%, mentre la crescita media del Pil nella Ue sarà dell'1,3%. Significa che l'Italia deve recuperare, per restare al passo del resto d'Europa, l'1,1% di Pil. Più o meno fanno 18 miliardi di euro. Se è vero che il moltiplicatore fra investimenti e crescita è 2,2, servono 10 miliardi di euro di investimenti per arrivare pari con gli altri Paesi».
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