Rischio disastro, se le imprese chiudono l'Italia muore Intervista

Rischio disastro, se le imprese chiudono l'Italia muore

L'articolo a firma di Alessandro Spada, Presidente Assolombarda, sul Sole24Ore

Seppur negli ultimi giorni siano stati fatti alcuni passi in avanti, la sensazione è che l’Unione Europea abbia perso tanto e troppo tempo nel trovare soluzioni in grado di contrastare l’emergenza energetica. Mancare un obiettivo così importante come quello di rallentare la crisi, in virtù di interessi di parte che prevalgono sullo spirito comune, rischia di dar credito a chi è tornato a mettere in dubbio la solidarietà tra stati membri. Se le imprese chiudono, l’Italia muore. I timori per uno stop alla produzione delle nostre aziende si fanno sempre più concreti giorno dopo giorno. Sul nostro territorio, gli effetti della crisi energetica rischiano di avere conseguenze più devastanti che altrove, vista l’alta concentrazione di aziende, soprattutto manifatturiere, in Lombardia. Si passa da realtà che sono costrette a riorganizzare i turni produttivi a realtà che riducono i giorni lavorativi per far fronte a bollette per l’energia elettrica che sono cresciute anche del 260% rispetto al 2020. Per non parlare degli aumenti del gas, che le imprese ci segnalano sfiorare in alcuni casi il 900%. L’allarme che lanciamo da tempo sul tema va nella direzione di anticipare un possibile disastro, che, se non contrastato adeguatamente, rischia di portare alla chiusura di molte aziende mettendo a rischio posti di lavoro e accendendo tensioni sociali. Far fronte alla crisi energetica non è solo questione di sicurezza nazionale, ma anche europea per scongiurare il consolidamento di una Unione a due velocità.

 Leggi l'articolo a firma completo sul pdf correlato

Azioni sul documento