Milano verso la metamorfosi europea
L'intervista di Carlo Bonomi, Presidente di Assolombarda, al Sole 24 Ore - 3 novembre 2017. Articolo a firma di Paolo Bricco.
La metamorfosi procede. Le imprese di Milano - e della Lombardia, intesa come agglomerazione urbana estesa - sono più innovative e più internazionalizzate. No, non è una informazione grossolana desunta da una cartolina auto-elogiativa. Si tratta, invece, della tendenza di lungo periodo rilevata dal rapporto "Le performance delle imprese europee: un'analisi benchmark". Lo studio, curato dal centro studi di Assolombarda, che ha aggiornato la sua periodica ricerca con gli ultimi dati disponibili, compone così lo scenario più articolato e preciso sul cuore tecnomanifatturiero italiano che - sempre più - sta diventando uno dei cuori industriali dell'Europa del nostro tempo.
«L'elemento interessante - nota il sindaco Giuseppe Sala - è che la dinamica positiva investe l'intero tessuto produttivo. E, in maniera differenziata ma secondo una unica direzione, permea il meccanismo di crescita in modo trasversale, spalmandosi su una città e su un sistema di imprese che ha un portafoglio di specializzazione produttive articolate e complementari».
Milano non è mai stata una One Company Town. Anche oggi il rischio della monospecializzazione è stato evitato dal connubio di medium tech e di produzione immateriale, di Made in Italy a forte connotazione estetica - dalla moda al design di interni e dell'"altro Made in Italy" (la meccanica strumentale), di life sciences e di tutto ciò che circonda lo sviluppo immobiliare.
«Qui abbiamo per intero le filiere della sanità e della meccatronica - nota Carlo Bonomi, Presidente di Assolombarda - e pezzi fondamentali dell'industria del fashion, dei servizi innovativi e dell'agroalimentare, che è riduttivo definire soltanto come italiani, perché sono ormai davvero internazionali. Ma, soprattutto, Milano ha una capacità unica: quella di fare da punto di congiunzione da un lato fra i laboratori e le fabbriche, gli opifici della nuova modernità e gli atelier e, dall'altro lato, i mercati globali».
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