L'orientamento al lavoro? Comincia dalla scuola media
L'intervista di Pietro Guindani, Vicepresidente di Assolombarda con delega a Università, Innovazione e Capitale Umano, su Famiglia Cristiana - 17 giugno 2019.
Studio e lavoro dovrebbero essere due realtà contigue, quasi sinonimi. Ma non sempre accade, soprattutto in Italia. Per questo Assolombarda è attiva nel campo dell’orientamento da almeno un ventennio (ad esempio attraverso gli incontri denominati “Orientagiovani”). L’associazione che riunisce gli imprenditori di Milano, Monza e Brianza, Lodi avviato da tempo progetti di alternanza scuola-lavoro con numerose aziende della regione. Si va dall’istituzione di accordi di rete tra scuole e imprese, con il coinvolgimento di 100 imprese e 80 istituti tecnici e professionali (su 141 presenti nel territorio) alla definizione con l’Ufficio Scolastico Regionale di un modello di progettazione basato su tirocini in impresa, laboratori didattici, lezioni tecniche gestite da personale delle aziende. Un progetto di orientamento è dedicato persino agli alunni della scuola primaria: si tratta dell’iniziativa - “Eureka Funziona!”, promossa da Federmeccanica con il patrocinio del MIUR.
“Certo l’obiettivo è quello dell’occupabilità, del reperimento di un posto di lavoro, anche se non c’è solo questo nelle nostre esperienze di partenariato”, spiega Pietro Guindani, vicepresidente per Università, Innovazione e Capitale umano di Assolombarda. Una ricerca del 2018 Excelsior-Unioncamere evidenzia come, a livello aziendale, le maggiori difficoltà di reperimento emergono nell’area della progettazione, della ricerca e sviluppo e dei sistemi informativi (47%), oltre che nell'area installazione - manutenzione e in quella commerciale e del marketing (38% in entrambi i casi). “Un altro dato importante da cui partire è quello dell’Ocse”, prosegue Guindani. “Dal 2007 al 2017 l’Italia ha visto scendere il tasso di occupazione dei laureati, nella fascia di età 25 - 34 anni, dal 70 al 65 per cento. Una delle percentuali più basse di tutta l’area Ocse. Ci troviamo di fronte da un lato a una sottoccupazione di coloro che hanno conseguito una laurea e dall’altro a un’offerta insufficiente rispetto ai profili tecnici e scientifici. Un ampio divario tra le competenze offerte dal sistema universitario e quelle richieste dal mercato del lavoro”.
Che si può fare per colmare questo divario?
“La priorità per Assolombarda è affiancare le fasi del percorso formativo degli studenti. Sul fronte delle università, abbiamo stipulato un accordo di collaborazione con i nove atenei di Milano e Pavia per realizzare un ampio spettro di partnership didattiche, puntualmente analizzate nella recente ricerca “Esperienze di collaborazione didattica tra università e imprese” che abbiamo realizzato con il supporto scientifico del Professor Luca Quaratino (IULM). Assolombarda promuove anche i dottorati industriali, i corsi post laurea orientati all’occupazione nel mondo della ricerca nell’industria. Ma non ci sono solo gli universitari. Operiamo anche per promuovere l’orientamento al mercato del lavoro degli studenti delle scuole superiori sia nei licei e sia negli istituti tecnici. Per migliorare gli incontri tra domanda e offerta di lavoro partiamo addirittura dalle medie inferiori. In pratica si va dai 13 anni degli allievi delle medie ai 24-25 dei laureati, coprendo tutti gli ordini e gradi di studio”.
Come avviene la collaborazione tra università e imprese?
“Vi è una continua evoluzione della qualità del lavoro richiesta dal mercato. Siamo di fronte a un’accelerazione senza precedenti nelle innovazioni tecnologiche, a cominciare dalla trasformazione digitale, che riguarda tutte le attività industriali e di servizi: dalla manifattura alla logistica, dalla pubblica amministrazione all’educazione, fino all’editoria ed alla sanità. La nostra azione si basa su cinque capisaldi”.
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