"I soldi a pioggia finiscono presto. In autunno rischio collasso sociale"
L'intervista di Carlo Bonomi, Presidente di Assolombarda, sul Corriere della Sera - 4 maggio 2020
"Abbiamo reddito di emergenza, reddito di cittadinanza, cassa ordinaria, straordinaria, in deroga, Naspi, Discoll... Potrei continuare. La risposta del governo alla crisi si esaurisce in una distribuzione di danaro a pioggia. Danaro che non avevamo, si badi bene, si tratta di soldi presi a prestito. Possiamo andare avanti così un mese, due, tre. Ma quando i soldi saranno finti senza nel frattempo aver fatto un solo investimento nella ripresa del sistema produttivo, allora la situazione sarà drammatica. Stabiliamo pure che le imprese non debbano licenziare. Ma non si salvano per legge le aziende dal fallimento. Se questa è la rotta del governo, l'approdo non può essere che uno: l'esplosione di una vera e propria emergenza sociale già a settembre-ottobre".
Il presidente designato di Confindustria Carlo Bonomi sta preparando il trasloco dal suo ufficio milanese in Assolombarda a quello in viale dell'Astronomia. Il 20 maggio il passaggio del testimone con Vincenzo Boccia avverrà a porte chiuse. L'assemblea pubblica è rimandata a settembre. Le priorità che Bonomi aveva indicato nel programma elettorale fanno riferimento a un mondo che non esiste più. La nuova agenda che il presidente di Confindustria troverà sulla scrivania avrà un solo punto all'ordine del giorno: dare strumenti alle imprese (e al Paese) per superare la crisi.
Non è l'unico a segnalare il rischio emergenza sociale. Come evitare il peggio?
"Le proposte non ci mancano. Peccato che al governo difetti la volontà di ascoltare. Ho l'impressione che ci si prepari a scaricare le responsabilità su banche e imprese. Non lo permetteremo".
La povertà aumenta, difficile non riconoscerlo. E non intervenire.
"Certo. Peccato che con queste politiche presto andrà anche peggio. A meno che non si creda davvero che a risolvere i problemi della disoccupazione siano i navigator".
L'ultimo decreto vale 25 miliardi. Come lo valuta?
"Sono molto perplesso: non c'è niente sull'industria. Prevale la logica del dividendo elettorale garantendo nel brevissimo periodo un po' di soldi a ciascuna categoria sociale".
In precedenza il governo è intervenuto con il decreto liquidità per le aziende. Prendiamo i 25 mila euro al 2% d'interesse. Le domande sono poche. Come lo spiega?
"Troppa burocrazia. E poi quando un'impresa chiede fondi è perché ha un progetto da realizzare. Le politiche del governo aumentano l'incertezza. Tirando le somme, la liquidità alle imprese non sta arrivando".
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