Appesantito e col fiato corto. Così il fisco non ha prospettive Intervista

Appesantito e col fiato corto. Così il fisco non ha prospettive

L'intervista di Alessandro Spada, Vicepresidente vicario di Assolombarda - Economy - febbraio 2020

Quando manca un progetto condiviso si naviga a vista. Vale anche per la legge di Bilancio 2020, frutto avvelenato del Rosatellum, la legge elettorale che ha prodotto un Parlamento senza maggioranza obbligato a partorire alleanze governative contro natura. Una manovra priva di una visione prospettica: a leggerla, sembra che il mondo finisca il 31 dicembre di quest'anno. Alcune delle misure più importanti, infatti, da Industria 4.0 al credito d'imposta su R&S, sono modificate e prorogate solo per 12 mesi, quando in una bozza precedente il rinnovo era esteso fino al 2023, anche coerentemente con i tempi necessari perché le modifiche entrino a regime. Un corto respiro che fotografa un Paese che si guarda l'ombelico mentre una congiuntura internazionale sempre più complicata, per usare un eufemismo, richiederebbe certezze per le imprese italiane che esportano e per quelle, sempre più numerose, che producono all'estero, oltre che per attrarre gli investimenti stranieri. Così, per usare una metafora sciistica, invece di potersi finalmente lanciare in una discesa libera vincente e contemporanea alla Dominik Paris, le aziende sono costrette al solito, tradizionale e sfinente slalom speciale alla Alberto Tomba, sperando di vincere lo stesso. “L'impatto della legge di Bilancio è molto basso se non nullo in termini di soddisfazione da parte delle imprese" dice Alessandro Spada, vicepresidente vicario di Assolombarda, "specialmente se penso a misure come quota 100 e reddito di cittadinanza, sulle quali non si è voluto tornare indietro per una forma di coerenza elettorale ma che non si giustificano nei numeri e nei risultati e hanno drenato le risorse che potevano essere investite per mettere in campo politiche più coraggiose, a cominciare dalla riduzione del cuneo fiscale”.

Dov'è finita la leva di sviluppo?

Secondo il più recente Rapporto Paying Taxes 2020 della Banca Mondiale, l'Italia con il 59,1% di Total Tax contribution rate è tra i peggiori d'Europa, e al terzo posto nella graduatoria Ocse per il cuneo fiscale, quasi pari al 48%. “Con il libro bianco ‘Fisco, imprese e crescita’ abbiamo identificato una serie di proposte per un sistema fiscale più equilibrato” sottolinea il vicepresidente vicario di Assolombarda, “per esempio, la proposta di sostituire l'attuale sistema di tassazione Ires al 24% con una prima aliquota del 17% in fase di produzione del reddito d'impresa, e una seconda del 7% in fase di distribuzione degli utili. L'intento è quello di sostenere gli investimenti e la ricerca, creando un circolo virtuoso, perché il fisco diventi leva di sviluppo: chi ha creato reddito e lo lascia in azienda deve essere soggetto a una tassazione più bassa”.