Bonomi: “È necessaria una riflessione coraggiosa sul futuro del lavoro per cogliere le nuove sfide competitive”
Presentazione Rapporto Banca d’Italia "L’economia della Lombardia"
Milano, 13 giugno 2018 – “La crescita sostenuta dell’economia lombarda nel 2017 si è tradotta in un rafforzamento del mercato del lavoro. In Lombardia nel 2017 il saldo degli occupati rispetto al 2008 ha raggiunto quota +125 mila e, dopo nove anni dall’inizio della crisi, il tasso di occupazione (67,3%) ha superato il livello del 2008 (66,9%), anche se permane uno squilibrio generazionale a sfavore degli under 44 (-505mila addetti)” – afferma Carlo Bonomi, Presidente di Assolombarda, intervenendo alla presentazione del Rapporto Banca d’Italia “L’economia della Lombardia”, che si è tenuto oggi in Assolombarda.
“I risultati della Lombardia pongono una questione di leadership e di traino solidale per il Paese. È un ruolo che non riguarda solo il nostro territorio, ma comprende tutto il nuovo triangolo industriale che si è configurato in questa fase di ripresa economica dopo la crisi. La nuova geografia che emerge include Lombardia ed Emilia-Romagna e si estende al Veneto: tutte regioni che stanno registrando tassi di crescita sostenuti e superiori alla media nazionale. Focalizzando sul lavoro, in Lombardia la disoccupazione è oggi di circa 5 punti inferiore a quella italiana (6,4% vs 11,2% nel 2017), in linea con Emilia Romagna (6,5%) e Veneto (6,3%)– continua Bonomi.
“Dai numeri della ripresa in corso emerge chiaramente come il recupero ci sia stato, ma all’interno di un quadro strutturale che sta mutando sotto i nostri occhi, accelerato dalla crisi e dalle nuove tecnologie. E’ la realtà che sta mutando: quello che vediamo oggi è un mondo differente da prima, per il quale non abbiamo ancora sviluppato nuovi paradigmi: continuiamo a guardare il presente, e a immaginare il futuro, indossando le lenti del passato” – aggiunge Bonomi.
“Abbiamo dunque bisogno di interpretare e rispondere al cambiamento in corso, per cogliere le nuove sfide competitive: per questo abbiamo avviato una riflessione coraggiosa sul futuro del lavoro in Italia nel lungo termine, alla luce delle nuove tecnologie, delle evoluzioni demografiche, del capitale umano, delle competenze e professionalità per il 4.0, del nuovo ruolo dei territori e della rappresentanza” – prosegue Bonomi.
“Vorrei aggiungere che sul tema del valore delle competenze 4.0 abbiamo appena concluso una indagine di cui anticipo qualche primo interessante risultato. Secondo le elaborazioni svolte da Assolombarda sulle retribuzioni di 2000 dipendenti di 184 imprese lombarde, i lavoratori con le competenze richieste dalle nuove tecnologie 4.0 sono mediamente più giovani e scolarizzati; il tasso di presenza femminile è tre volte superiore; e, infine, gli stessi godono di un differenziale retributivo del +2%, che sale al +16% tra gli under 35.”
“Più nel dettaglio, la nostra riflessione è incentrata su 3 temi chiave:
• la sicurezza sul lavoro, che va ripensata evolvendo da una visione di fabbrica “chiusa” alla concezione del luogo di lavoro come spazio “esteso”: per effetto della tecnologia oggi tutto l’ecosistema sta diventando luogo di lavoro;
• le competenze: Il mondo del lavoro che ci attende, e che già cominciamo a intravedere, si fonda infatti su carriere discontinue, in quanto fondate su competenze che devono essere costantemente aggiornate. Discontinuità delle carriere, però, non può e non deve diventare sinonimo di precarietà: il sistema deve essere tale da prevedere delle tutele per il lavoratore;
• la formazione, che diventa un elemento centrale, un elemento di Diritto e Dovere, all’interno del contratto e nelle relazioni tra impresa e lavoratore” – continua Bonomi.
“Tutto questo però sarà possibile solo lavorando in una logica di responsabilità diffusa, nostra come imprenditori, ma anche delle istituzioni e della stessa società civile, abbandonando la “logica dei confini”, siano essi geografici, fisici o ideologici, per abbracciare una nuova “logica trasversale” più rispondente ai ritmi sempre più rapidi del cambiamento economico, sociale e tecnologico.” – conclude Bonomi.
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