Ventimila startup knowledge intensive negli ultimi 10 anni in Lombardia: le loro performance di crescita tra le migliori d’Europa
Il Centro Studi di Assolombarda, in collaborazione con il Politecnico di Milano, presenta la III edizione del Booklet Startup. Venturi: “Servono ulteriori misure e incentivi per sostenere la fase di scale up delle nostre startup, che hanno un eccezionale potenziale di crescita”
Milano, 16 luglio 2019 – Sono 20mila le startup knowledge intensive nate in Lombardia tra il 2009 e il 2017. È quanto emerge dal Booklet Startup, a cura del Centro Studi di Assolombarda, in collaborazione con il Politecnico di Milano, che, giunto alla sua III edizione, analizza le nuove iniziative imprenditoriali, nate nell’intervallo di nove anni considerato, appartenenti a settori definiti ad “alta intensità di conoscenza”.
I dati relativi al territorio, messi a confronto con le altre regioni europee a maggiore vocazione produttiva - Baden-Württemberg, Bayern, Cataluña e Rhône-Alpes -, testimoniano una grande dinamicità dell’imprenditoria ad alto livello di conoscenza in Lombardia, che contribuisce in maniera significativa alla generazione di profitto e di posti di lavoro. L’analisi, infatti, confronta le startup lombarde con quelle presenti negli altri quattro principali motori d’Europa. Complessivamente Lombardia, Baden-Württemberg, Bayern, Cataluña e Rhône-Alpes rappresentano il 21,4% delle startup create in Italia, Germania, Francia e Spagna e la sola Lombardia conta per il 4,5%.
“Le startup knowledge intensive manifatturiere lombarde risultano capaci di grande slancio. Merito delle caratteristiche dell'ecosistema territoriale che mette a disposizione delle startup un fitto network integrato di multinazionali, grandi imprese, medie imprese a vocazione internazionale e piccole imprese familiari, con cui scambiare best practice, dialogare e fare business - ha dichiarato Stefano Venturi, Vicepresidente di Assolombarda con delega Attrazione Investimenti, Competitività Territoriale, Infrastrutture per la Logistica e Trasporti, Startup e Presidente e Amministratore Delegato di Hewlett Packard Enterprise Italia –. Ora occorrono ulteriori misure e incentivi a sostegno delle nuove iniziative imprenditoriali che consentano alle nostre startup di superare la fase di avvio e di irrobustirsi con il passare degli anni. Tra questi, per favorire le operazioni di open innovation e corporate venture capital tra “aziende mature” e startup, proponiamo di equiparare l’investimento in startup a quello in Ricerca & Sviluppo, e di aumentare il massimale di 1,8 milioni di euro per la deduzione IRES riservata alle aziende che investono in startup innovative. Inoltre, è importante dare attuazione, quanto prima, al Fondo Nazionale per l’Innovazione annunciato a inizio anno dal Ministro dello Sviluppo Economico e, ad oggi, ancora senza un chiaro piano operativo. Dallo studio emerge chiaramente che il loro potenziale di crescita può essere eccezionale. Basti pensare che nel 2017 le startup knowledge intensive ad alta crescita, pur rappresentando solo il 6% del totale analizzato, hanno prodotto ben il 72% del fatturato complessivo, impiegando il 41% degli addetti”.
Dall’elaborazione del Centro Studi di Assolombarda emerge che il numero di startup knowledge intensive nate in Lombardia è superiore a quello di Baden-Württemberg (13,6 mila) e Rhône-Alpes (16,9 mila), con un tasso di natalità pari a 38,6 startup lombarde nate ogni 100mila abitanti, superiore a quello delle regioni tedesche, che restano ben sotto le 30 startup.
La rilevanza delle startup knowledge intensive nel tessuto imprenditoriale regionale non è dunque in discussione: infatti, nel 2017 hanno realizzato un fatturato pari a 8,4 miliardi di euro, circa un terzo del totale nazionale, e hanno impiegato 119mila persone, un quarto del totale Italia.
Punto di debolezza delle startup lombarde è il tasso di sopravvivenza. Infatti, le startup sopravvissute a fine 2017 in Lombardia sono appena sopra all’80% contro il 90% di Baden-Württemberg, Bayern, Cataluña. E l’esito non cambia se si analizza il rischio chiusura, che in Lombardia si mantiene alto anche per le startup più mature, cioè quelle con 5-7 anni di vita. Basti pensare che il 4,4% delle startup al settimo anno rischia ancora di chiudere, invece le startup tedesche, già dopo il terzo anno di vita, registrano un crollo del rischio di chiusura che dal 3,5% scende all’1,0% circa al settimo anno di vita.
Decisamente positivi i risultati del tasso di acquisizione: la Lombardia è in assoluto prima nel benchmark europeo per tasso di acquisizione: le startup lombarde risultano infatti molto attrattive agli occhi degli investitori, tanto da registrare la quota più alta di startup acquisite (3,1%). E in questo scenario la manifattura più avanzata, basata sulla scienza, raggiunge in Lombardia quota 5,6% (startup acquisite sul totale startup nate tra il 2009 e il 2017): la più alta di tutti i settori e di tutte le regioni analizzate.
Sul fronte della crescita, le performance in Lombardia sono tra le migliori nelle regioni più produttive d’Europa, specialmente nella manifattura. Quasi 1/3 delle startup lombarde appartenenti alla filiera Manifattura 4.0 registra una performance di crescita medio-alta, il miglior risultato rilevato dal confronto con i competitor europei. Anche il tasso di natalità è nettamente più alto, pari a circa 4 startup nate ogni 100 mila abitanti nel 2017.
Oltre ai settori knowledge intensive, anche nel Made in Italy più tradizionale le startup mostrano risultati particolarmente buoni. Dal 2009 al 2017 sono nate in Lombardia oltre mille startup della filiera, il numero più alto tra le regioni analizzate, e sul fronte crescita i risultati sono altrettanto positivi: ben 1/3 delle startup lombarde registra performance di crescita medio-alta e il 15% performance di crescita alta.
Infine, dall’analisi dei segmenti della filiera life science, il comparto manifatturiero registra buone performance di crescita: il 13,1% delle nate registra performance di crescita alta o è stato acquisito, in linea con le percentuali tedesche (Baden-Württemberg 11,5% e Bayern 9,1%).
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