Nel 2013 nel milanese calano gli occupati ma aumentano qualità delle risorse umane e stabilità
Indagine a cura dell'Osservatorio Assolombarda Risorse Umane
Milano, 3 luglio 2014 – Saldo occupazionale negativo e maggiore ricorso alla Cassa integrazione guadagni da un lato, aumento del ricorso al tempo indeterminato, una dinamica retributiva superiore all’inflazione e un sempre più diffuso utilizzo da parte delle imprese del premio variabile dall’altro. Sono segnali contrastanti quelli che l’Osservatorio di Assolombarda ha registrato nel suo monitoraggio sulle risorse umane nelle aziende associate dell’area milanese nel corso del 2013, in un contesto cioè, che già le rilevazioni Istat ed Eurostat hanno classificato di elevata difficoltà occupazionale.
“E’ noto come il 2013 sia stato per l’Italia un anno particolarmente complesso sul fronte occupazionale e, in questo quadro, Milano e la Lombardia non hanno fatto eccezione – afferma Mauro Chiassarini, vicepresidente di Assolombarda con delega per Lavoro e Occupazione - Veniamo da cinque anni durissimi per le nostre imprese ma il quadro avrebbe potuto essere di gran lunga più tetro senza alcune delle caratteristiche che fanno della nostra area un unicum nazionale: la qualità delle risorse umane, la forte presenza di personale femminile e l’elevata stabilità contrattuale, sono tutti indicatori che ci dicono che le imprese puntano sul capitale umano per essere pronte a ripartire”.
Lo scenario: le rilevazioni Istat ed Eurostat
Rispetto al 2012 la disoccupazione non è scesa a Milano ed è addirittura cresciuta in Lombardia (dal 7,5% del 2012 all’8,1% nel 2013). I dati Istat ed Eurostat disegnano, quindi, per Milano e la Lombardia uno scenario preoccupante, seppur meno grave di quello nazionale dove, nel 2013, il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 12,2%.Le statistiche ufficiali confermano, inoltre, il trend fortemente crescente della disoccupazione giovanile che nel capoluogo lombardo ha raggiunto nel 2013 il 33,5% (l’Italia è ormai arrivata al 40%). Ma se i dati locali appaiono relativamente migliori rispetto al quadro nazionale, il gap negativo con le altre regioni europee risulta evidente guardando al 3,1% della Baviera, una cifra che si colloca a siderale distanza dall’8,1% della Lombardia.
La Ricerca dell’Osservatorio Assolombarda
E’ in questo contesto che si è svolta la ricerca di Assolombarda. L’indagine, svolta tra le imprese, conferma che il saldo occupazionale del 2013 arretra rispetto all’anno precedente (grafico 1). Il -1,3% totale sconta un crollo dell’occupazione nelle micro imprese (-4,6%) e un arretramento delle grandi (-2%), a fronte di un +0,5% delle piccole e di un +0,2% delle medie imprese. L’Industria è il comparto che, con un -2% rispetto al 2012, più ha sofferto sul fronte occupazionale. Sostanzialmente invariati, invece, nel 2013, gli occupati nel settore dei Servizi (-0,2%). La riprova di tale difficoltà sistemica giunge da un altro dato, quello relativo alla Cassa Integrazione Guadagni: nel 2013, tra le imprese esaminate, il suo utilizzo ha superato le 40 ore per dipendente (nel 2012 la media era di 28 ore).
Le notizie positive giungono dal fronte delle qualità del capitale umano milanese. La crisi occupazionale sembra infatti non aver scalfito alcune importanti prerogative della forza lavoro. A dirlo sono i dati relativi all’incidenza dei contratti a tempo indeterminato (96,7% totali, con punte del 97,5% nel settore manifatturiero) e la presenza, nelle nostre imprese associate, di personale altamente qualificato: più di un terzo dei lavoratori infatti possiede una laurea (triennale o magistrale).
Un’altra peculiarità positiva delle imprese milanesi è l’ampia partecipazione femminile al mercato del lavoro. Oltre un terzo del personale dipendente è donna e le quote rosa sono in forte crescita rappresentando ormai il 19% dei dirigenti e il 30% dei quadri (grafico 2). Positiva anche l’ampia diffusione nelle nostre imprese del part-time, forma di flessibilità organizzativa apprezzata in particolare dalle donne.
Concreti segnali di fiducia giungono, poi, dai nuovi occupati: la metà delle assunzioni registrate dalle imprese milanesi nel 2013 è infatti avvenuta tramite contratti a tempo indeterminato. Più che positivo anche il trend del tasso di conversione: sul totale delle forme contrattuali a termine (determinato, inserimento e apprendistato) presenti in azienda, la percentuale di quelle trasformate in contratti permanenti è salita dal 32,9% del 2012 al 42,2%.Nel 2013 non è mancato l’investimento nei giovani: tra le nuove assunzioni quelle in apprendistato hanno raggiunto il 10% (+3% rispetto al 2012).
A fronte di questo scenario fatto di chiaroscuri sono interessanti, poi, i dati relativi alla dinamica retributiva dei lavoratori milanesi: nel 2013 salari e stipendi sono cresciuti in media del 2,1%, più di quanto siano aumentati i prezzi (l’inflazione è stata del 1,2%).
Tra le imprese milanesi, infine, risulta sempre più diffusa la pratica del premio variabile, adottata ormai da due terzi delle aziende, (quasi esclusivamente realtà con più di 15 dipendenti): nel 2013 la percentuale di imprese manifatturiere che hanno utilizzato questo strumento di politica retributiva ha superato il 67% (grafico 3).
L’indagine, svolta dall’Osservatorio di Assolombarda sulle Risorse umane nel periodo 31 dicembre 2012 – 31 dicembre 2013, offre un punto di vista sul mercato del lavoro originale e complementare rispetto a quello delle classiche indagini sull’occupazione condotte sulle famiglie. L’analisi prende in considerazione i settori manifatturiero (escluse le costruzioni) e i servizi all’impresa.L’area geografica di riferimento è quella costituita dalle province di Milano, Lodi e Monza e Brianza, territorio di competenza dell’Associazione.
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Grafico 1: Saldo occupazionale 31 dicembre 2012 - 31 dicembre 2013
Grafico 2: Tasso di femminilizzazione
Grafico 3: diffusione premi variabili
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