La preoccupazione del sistema confindustriale lombardo sull’emendamento regionale che vieta la realizzazione dell’impianto
Progetto impianto Retorbido
Milano, 14 novembre 2016 – In merito alla vicenda relativa al progetto dell’impianto di recupero di pneumatici fuori uso di Retorbido (PV), rispetto al quale Regione Lombardia non ha ancora espresso una valutazione ufficiale circa la fattibilità dell’impianto, Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza, Confindustria Pavia e Confindustria Lombardia auspicano una risoluzione positiva dell’iter autorizzativo nei tempi previsti dalla normativa vigente.
Desta infatti forte preoccupazione l’emendamento alla nuova Legge regionale di riorganizzazione della gestione delle aree regionali protette, che verrà presentato domani in Consiglio regionale, il quale sembra teso a rendere irrealizzabile l’impianto di pirolisi di Retorbido. Un emendamento non condivisibile in quanto, se approvato, minerebbe fondamentali principi del nostro ordinamento quali quelli della certezza del diritto e della non retroattività delle leggi. Lo stesso inoltre arriverebbe dopo due anni di iter autorizzativo e dopo l’unanime parere positivo degli enti preposti ai controlli ambientali e della commissione di tecnici nominati dalla stessa Regione Lombardia a supporto della Commissione di Valutazione Impatto Ambientale: parere che dovrebbe pienamente rassicurare tutti rispetto agli effetti del nuovo insediamento industriale sull’ambiente e la salute.
Il progetto della società Italiana Energetica Tire consentirebbe di recuperare fino al 98% circa degli pneumatici fuori uso per la generazione di un output produttivo ad alto valore aggiunto (combustibili liquidi, carbon black, acciaio). L’impianto verrebbe localizzato nel comune di Retorbido (Pavia), all’interno di un’area attualmente occupata da uno stabilimento industriale non in attività e, quindi, non prevede una nuova occupazione di suolo pubblico, per un investimento complessivo del valore di 60 milioni di euro. A regime si stima che il progetto creerà 37 nuovi posti di lavoro, con un indotto totale di circa 100 unità.
Le associazioni di Confindustria si associano pertanto alla richiesta espressa dall’impresa proponente alle autorità regionali (Presidenza, Giunta e Consiglio) di non intervenire attraverso una modifica retroattiva della norma e di permettere all’iter autorizzativo di concludere il proprio regolare corso.
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