L’Italia riparte da noi
Assemblea Generale 2016
Milano, 10 ottobre 2016 – “Perché l’Italia possa ritrovare la strada di una crescita robusta occorre uno slancio eccezionale di alcune aree del Paese, che possano fungere da locomotive. Le aree metropolitane sono nel mondo i grandi motori di sviluppo. E possono esserlo anche in Italia, partendo da Milano che in 60 km concentra il 25% dell’export e della manifattura italiani. Qui si incrociano capitale economico, capitale estetico, capitale scientifico e soprattutto capitale sociale, intrecciati in una reciproca feconda contaminazione. Per questo l’Italia riparte da noi” ha detto Gianfelice Rocca, Presidente di Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza.
“Abbiamo molto apprezzato – ha detto Rocca, rivolgendosi al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi - l’attenzione con cui segui le vicende milanesi, dal successo di EXPO 2015, al Human Technopole che ne rappresenterà la grande eredità, al Patto per Milano. Come apprezziamo il superamento del bicameralismo perfetto e la riorganizzazione delle competenze di interesse strategico come energia, telecomunicazioni e infrastrutture; il “Jobs Act”, che ha superato la vecchia concezione del posto fisso, sostituendola con i fattori d’impiegabilità; e la “Buona Scuola”, che restituisce ai dirigenti scolastici e alle singole scuole la facoltà di dotarsi delle risorse umane adatte per le specifiche condizioni in cui operano”.
Tuttavia resta un problema: quello delle “Autonomie sfiduciate”, ha detto Rocca. “Regole comuni a livello nazionale in molti settori renderanno sicuramente più semplice la vita di imprese e cittadini. Ma in un Paese così vario e ricco di culture e radici diverse, occorre ridefinire con coraggio in quali settori si possa esplicare il nuovo ruolo delle Autonomie. Evitiamo le “Autonomie sfiduciate”. Creano costi raddoppiati con efficienza dimezzata. Le Autonomie siano vere, basate sulla trasparenza. Chi fa cattivo uso dell’autonomia venga commissariato”.
“È un tema che tocca profondamente le università”, ha aggiunto Rocca. “Abbiamo bisogno di università libere di innovare. Non c’è Google senza Stanford. Mi auguro un coraggioso cambio di paradigma: portare il sistema universitario italiano fuori dal sistema pubblico, incentivare l’eccellenza e la competizione con meccanismi simili a quelli del fondo tedesco di 2 miliardi allocati competitivamente ai migliori dipartimenti”.
“La crisi delle istituzioni sovranazionali vale drammaticamente per l’Europa”, ha detto Rocca. “Brexit segna una nuova lacerazione, ma potrebbe anche essere un’occasione per l’Eurozona che oggi vale l’86% del PIL dell’Unione Europea senza Regno Unito. Ciò dovrebbe produrre una maggior cooperazione e integrazione tra chi condivide la stessa moneta. Non abbiamo il bilancio federale degli USA, e poiché i Trattati affidano le politiche fiscali agli Stati nazionali, è indispensabile l’applicazione delle regole europee anche agli eccessi di surplus come quelli tedeschi. Ma voglio essere chiaro. Non vi è spazio per un ritorno a economie nazionali separate. Se l’Europa si frantuma saremo tutti più deboli, come imprese e come cittadini. Certo, dispiace trovare solo 2 italiani tra i 37 funzionari di più alto grado della Commissione Europea, contro i 7 tedeschi e i 5 spagnoli”.
“Milano in questi anni ci ha stupiti”, ha detto Rocca. “Qui abbiamo imprese eccellenti, che vantano una produttività media di quasi 90mila euro per addetto. Le nostre imprese sono proiettate nel mondo. L’export lombardo nel 2015 ha superato i 111 miliardi di euro, 7 in più rispetto al picco del 2008. E creano più lavoro. La disoccupazione lombarda è scesa al 6,9%, dal 7,5% del 2013, con una crescita del numero di occupati effettivi al netto della CIG di 170mila persone. Temevamo un calo di slancio della nostra città nel dopo EXPO, anche nel settore turistico. Non sta avvenendo. I brevetti richiesti sono cresciuti nell’ultimo anno del 13%. La produzione scientifica nelle scienze della vita in Lombardia, partendo già da livelli di eccellenza, è cresciuta di un ulteriore 7% in soli 2 anni”.
“Ma la soddisfazione per i risultati di questi tre anni non ci basta – ha detto Rocca –. I nostri numeri migliorano. Ma quelli dei nostri concorrenti più temibili nel frattempo migliorano a un ritmo anche superiore. I nostri 50 progetti per “Far volare Milano” sono stati concepiti per cambiare questi numeri, come una piattaforma di collaborazione tra pubblico e privato, industria e servizi e finanza, mondo della cultura e terzo settore. Oggi, nel dopo EXPO, avvertiamo la necessità di ancorare tutte le scelte concrete a un nuovo orizzonte di Milano hub della conoscenza. Abbiamo condensato le nostre analisi in una visione: Milano città STEAM. S come scienze, T come tecnologie, E di environment come ambiente, A come arte cultura e creatività, M come manifattura. E per realizzare Milano STEAM abbiamo individuato quattro traiettorie di crescita”.
“La prima è quella delle scienze della vita – ha detto Rocca –. La filiera life science è il primo settore su cui puntare per creare sviluppo. In Lombardia si concentra più della metà dell’impact factor nazionale del life science. Human Technopole ci obbliga a fare sistema. Per Milano la vera Olimpiade è quella della conoscenza. E in questo momento vincere per noi significa anche portare a casa la sede dell’EMA, l’Agenzia europea per i medicinali. E qui mi rivolgo al Governo: questa è una battaglia fondamentale, che dobbiamo assolutamente aggiudicarci”.
“La seconda è quella della sostenibilità green – ha proseguito Rocca –. Milano è la nona città globale per sostenibilità e qualità dell’ambiente, e vanta un network consolidato di 400 eccellenze di impresa attive nel green, con 25mila addetti e 50 miliardi di ricavi. Vogliono e possono dare un contributo eccezionale per l’ottimizzazione ambientale di ogni processo di trasformazione che avviene nella Grande Milano, e per la riduzione dell’impronta energetica dell’intero patrimonio immobiliare pubblico e privato”.
“La terza traiettoria è quella dell’industria creativa e del design. La Lombardia – ha aggiunto Rocca – è la prima regione in Italia e tra le principali in Europa per addetti nelle industrie creative. Con quasi 1.800 startup knowledge intensive nate tra il 2007 e il 2014. È un patrimonio privato da coltivare e mettere a frutto”.
“Infine, la quarta traiettoria: Industry 4.0 – ha detto Rocca – che è l’ultima chiamata per riportare al 20% del valore aggiunto la manifattura sul PIL dal 16% attuale. È molto importante l’iniziativa del Governo. Non possiamo perdere questo ultimo treno. Occorre completare l’estensione della connettività a banda larga e favorire l'accesso al capitale delle startup, innalzarne il livello manageriale, rendere più dinamica l'interazione con le aziende esistenti. Decisiva è l’adozione di politiche di formazione che sviluppino competenze adeguate nei giovani, i veri motori del 4.0. È infine necessario individuare pochi centri di competenza, nell’ambito dei Politecnici italiani, in grado di fare rete tra le migliori eccellenze anche in altre istituzioni. Questi centri di competenza devono godere di forte autonomia e di una governance basata su board indipendenti, in linea con le migliori istituzioni di ricerca internazionali. Molto importanti sono anche i fattori abilitanti come l’iperammortamento degli investimenti tecnologici, la proroga del super-ammortamento, il rifinanziamento della Sabatini, l’abbattimento dell’aliquota IRES dal 27,5% al 24% e l’estensione della detassazione al salario di produttività”.
“In questi anni – ha concluso Rocca – abbiamo cominciato da noi stessi, rinvigorendo e qualificando le nostre strutture, fondendoci con Confindustria Monza e Brianza, accrescendo tutti i servizi per le nostre imprese per fare di questo eccezionale ecosistema, che è la Grande Milano, una delle aree più vibranti a livello europeo. Non ci fermiamo. I nostri, sono lavori in corso. Milano deve nutrire l’ambizione di essere una delle aree più brillanti del mondo. L’Italia riparte da noi.”
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