Dopo 9 anni il tasso di occupazione in Lombardia supera il precrisi ma non basta a colmare lo squilibrio generazionale con i giovani Comunicato stampa

Dopo 9 anni il tasso di occupazione in Lombardia supera il precrisi ma non basta a colmare lo squilibrio generazionale con i giovani

Presentato il 12° rapporto "Il lavoro a Milano", realizzato da Assolombarda, CGIL, CISL, UIL. Rispetto al 2008 fra gli occupati più donne (+115mila) e laureati (+281mila).

Milano, 11 maggio 2018 – Nel 2017, grazie al miglioramento del quadro economico, il mercato del lavoro lombardo si è rafforzato. Dopo nove anni il tasso di occupazione in Lombardia supera il livello del 2008 (67,3% nel 2017 rispetto al 66,9%). Un traguardo che Milano aveva già raggiunto nel 2016 e ulteriormente incrementato nel 2017 (69,5% 2017 vs 68,4%) e che l’Italia (al 58%) non ha ancora centrato. 

Guardando ai livelli del 2008, cresce anche il numero degli occupati: +125mila nella nostra regione e +90mila a Milano. La Lombardia ha quindi superato del 3% il numero di occupati del precrisi e Milano è ormai prossima al +5%, mentre l’Italia nel 2017 si trova ancora poco al di sotto dell’asticella (-0,3%). Va sottolineato però che nell’ultimo anno è l’occupazione a tempo determinato a trainare la crescita: +12,3%. Infatti la quota di occupati lombardi a tempo indeterminato sul totale dei dipendenti, rimasta stabile negli anni della crisi intorno al 90%, nel 2017 è scesa all’88,7%.

È quanto emerge dalla 12° edizione di “Il Lavoro a Milano”, il rapporto annuale realizzato da Assolombarda, CGIL, CISL e UIL e curato dai rispettivi Centri Studi che raccoglie i dati sul mercato del lavoro e ne traccia l’andamento. Il focus di quest’anno sono le ricadute delle nuove tecnologie e di Industria 4.0 sui processi organizzativi, come lo smartworking, e sui fabbisogni formativi legati alla certificazione delle competenze.

La dinamica per età evidenzia, inoltre, un significativo squilibrio occupazionale solo in parte bilanciato dai trend demografici: - 74mila occupati in nove anni nei giovani tra i 15 e i 44 anni contro i 63mila occupati in più over 45. Dal fronte giovani però arrivano anche alcuni segnali positivi: nel 2017 la fascia 15-24 anni vede scendere il tasso di disoccupazione di 7 punti passando dal 29,9% al 22,9% e si è ridotto anche il numero dei Neet (Not in education, employment or training) la cui quota è scesa dal 15% al 14,2%.

Restando sul fronte occupazionale, tra le principali novità si evidenzia che rispetto al 2008 torna in pari anche l’occupazione maschile, la cui quota passa da -21mila del 2016 a +10mila del 2017. Migliora ulteriormente il saldo di quella femminile, che tocca quota +115mila rispetto al +75mila dello scorso anno, e cresce anche l’occupazione più scolarizzata a scapito dei lavoratori con un basso titolo di studio. Basti pensare che quelli con la sola licenza media in Lombardia sono 231mila in meno rispetto a nove anni fa, mentre i lavoratori diplomati sono cresciuti di 76mila unità e i laureati di 281mila.

“L’indagine presenta un quadro del 2017 complessivamente positivo che vede crescere il numero di imprese sul territorio, +1,4% a Milano e +0,5% a Monza, e il numero di occupati: + 37mila rispetto all’anno precedente – ha dichiarato Mauro Chiassarini, Vicepresidente di Assolombarda alle Politiche del Lavoro, Sicurezza e Welfare –. Riscontriamo che il numero delle aziende manifatturiere ha avuto una leggera flessione (-0,5 a Milano, Monza Brianza e Lodi, -0,9% in Italia), compensata da una diffusa crescita dei servizi, e che l’occupazione è stata trainata dal lavoro a tempo determinato. Altro tema caldo quello dei giovani: il tasso di disoccupazione giovanile è finalmente sceso di 7 punti ma non è bastato a colmare lo squilibrio generazionale, che continua a costituire una criticità. Oggi il tema della formazione è centrale, in particolare alla luce delle nuove competenze richieste dalla trasformazione digitale e da industria 4.0. In questa direzione da tempo, insieme con CGIL, CISL e UIL, promuoviamo un’azione comune, certi del fatto che il sistema educativo e quello delle imprese debbano collaborare sempre di più e giocare un ruolo di primo piano nella formazione dei giovani”.

“Una ripresa di basso profilo. Questo preoccupa da più punti di vista, innanzitutto per quanto riguarda gli infortuni, mortali e non, infatti, l’aumento degli occupati ha generato un plus di carichi di lavoro, sfiorando soltanto quel passo in avanti di tecnologie innovative che ci si aspetta da un territorio come il nostro – ha commentato Massimo Bonini, Segretario Generale CGIL - Camera del Lavoro Metropolitana di Milano –. Questo rischio aumenta anche da un punto di vista occupazionale se nel - fare formazione - si escludono i profili più deboli. L’analisi dei fabbisogni formativi segnala una divaricazione tra i diversi orientamenti innovativi e le conseguenti diseguaglianze che si determinano tra imprese e tra lavoratori della stessa impresa. Serve un impegno deciso e costante nel qualificare il lavoro e il contenuto professionale necessario nel nuovo paradigma di impresa 4.0”.

"Come Cisl, nel libro «È il futuro bellezza. I giovani e la sfida del lavoro» (Edizioni Lavoro), abbiamo tracciato i temi che emergono nel Rapporto: Smartworking, Millennials, Neet – ha affermato Danilo Galvagni, Segretario Generale CISL Milano Metropoli –. Questa edizione dedica attenzione agli aspetti delle competenze richieste e dei cambiamenti nell'organizzazione del lavoro generati dalle nuove tecnologie e dalla digitalizzazione. Temi strategici, tanto che nel 2015 nel sindacato abbiamo creato il Dipartimento Innovazione, con la convinzione che anche nel modo di contrattare serva innovazione di processo, così come nel concepire il welfare e i luoghi di lavoro, gli orari e i percorsi formativi. I dati sul segmento di chi non studia né lavora devono interrogare la politica sulle scelte compiute rispetto agli altri Paesi europei: si pensi al caso Garanzia Giovani, uno strumento che avrebbe dovuto sostenere la ricerca di lavoro dei Neet e, invece, ha messo in competizione tra loro i giovani, senza ottenere risultati significativi. Invito le imprese ad assumere i giovani con contratti veri e non con stage, per motivarne lo status sociale, dare supporto psicologico, riattivare la sicurezza dei mercati: vedremo poi insieme come non aggravare economicamente le aziende in difficoltà. Contrattiamo insieme il Paese che vogliamo".

"Si tratta di dati contrastanti perché migliora ad esempio il saldo degli occupati rispetto al periodo precedente la crisi economica, ma a crescere è l’occupazione a tempo determinato, spesso con contratti part time – ha dichiarato Antonio Albrizio, Segretario UIL Milano Lombardia –. Preoccupa poi il persistere della disoccupazione giovanile, visto il calo di occupati under 45. Siamo insomma davvero molto lontani da dati strutturati che ci possano far parlare di un’effettiva ripresa del mercato del lavoro sul nostro territorio, considerando anche che alla fine del 2017 sono scaduti bonus e sgravi fiscali, i cui effetti si vedranno solo nel 2018. Grandissima attenzione infine deve essere posta sul tema della sicurezza sul lavoro, visti i trend non positivi e gli accadimenti drammatici che hanno recentemente colpito Milano e la Lombardia".

Dal rapporto emerge infine che l’evoluzione delle nuove tecnologie sta portando a una vera rivoluzione del lavoro. Secondo l’Osservatorio sullo smartworking del Politecnico di Milano sono il 43% le aziende con almeno 250 dipendenti che offrono questa opportunità; nelle PMI invece la percentuale si dimezza. E circa 300mila i lavoratori coinvolti, pari all’8% della popolazione occupata. Una percentuale in crescita rispetto agli anni passati (nel 2013 era il 5%) ma ancora inferiore rispetto alla media degli altri paesi europei (18%). Fanno meglio Francia (25%), Germania (13%) e Spagna (12%).

Altro focus dello studio sono i processi formativi legati alla certificazione regionale delle competenze, che hanno assecondato efficacemente il processo di diffusione di Industria 4.0 nel territorio portando anche ad un aumento dell’investimento sul rafforzamento delle competenze richieste dalle nuove frontiere tecnologiche. Questa parte di formazione si è concentrata sulle funzioni tecniche e direttive, privilegiando l’aggiornamento sulle nuove tecniche di gestione dei processi rispetto all’utilizzo di macchinari e impianti avanzati. Su questa tema Assolombarda, CGIL, CISL e UIL nel 2010 hanno stipulato un accordo, approvato da Regione Lombardia e finalizzato alla certificazione delle competenze acquisite in occasione dei corsi di formazione con l’impegno di condividere piani formativi che prevedano almeno il 5% delle azioni formative finalizzate alla certificazione delle competenze.

Alla presentazione del rapporto, tenutasi oggi presso la Sala Camerana di Assolombarda, è intervenuto Alessandro Scarabelli, Direttore Generale di Assolombarda, che ha aperto i lavori. Sono seguiti gli interventi di Andrea Fioni, referente mercato del lavoro del Centro Studi di Assolombarda che in rappresentanza del gruppo di lavoro congiunto ha presentato i risultati della ricerca; Marco Taisch, Professore ordinario, Politecnico di Milano, School of Management Manufacturing Group; Massimo Bottelli, Direttore Settore Lavoro, Welfare e Capitale Umano Assolombarda.

La successiva tavola rotonda ha visto, invece, la partecipazione di Antonio Albrizio, Segretario UIL Milano e Lombardia, Massimo Bonini, Segretario Generale CGIL - Camera del Lavoro Metropolitana di Milano; Mauro Chiassarini, Vicepresidente di Assolombarda alle Politiche del Lavoro, Sicurezza e Welfare; Danilo Galvagni, Segretario Generale CISL Milano Metropoli.

 

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