Assolombarda presenta il libro bianco “Il Futuro dell’Energia”
È il quinto volume dedicato ai temi strategici per la crescita del Paese: nove proposte delle imprese per lo sviluppo dell'ecosistema energia
Milano, 13 novembre 2019 – L’energia, fattore chiave per lo sviluppo e la competitività, è protagonista di una delle sfide globali più importanti dei prossimi anni: rendere la transizione energetica una grande opportunità per tutti gli attori dell’ecosistema industriale.
Nasce così il libro bianco “Il Futuro dell’Energia”, presentato oggi presso la sede degli industriali milanesi da Carlo Bonomi, Presidente di Assolombarda, e Fabrizio Di Amato, Vicepresidente Energia, Centro Studi, Sviluppo delle filiere e Cluster di Assolombarda. Il volume, il quinto che l’Associazione dedica ai temi strategici per la crescita del Paese, analizza gli scenari attuali e le prospettive di medio e lungo periodo in ambito energetico offrendo un contributo in termini di visione industriale e di proposte di policy, in grado di coniugare sostenibilità e competitività, rivolti ai decisori politici.
Il libro è realizzato grazie al lavoro di uno Steering Committee, presieduto da Fabrizio Di Amato e costituito per l’occasione da esperti provenienti dal mondo delle imprese, delle università, dei centri di ricerca, in collaborazione con il Gruppo Tecnico Energia di Assolombarda e con il coinvolgimento del Green Economy Network, del Gruppo Energia e della Filiera Power Oil & Gas di Assolombarda.
Le forti evoluzioni in corso hanno reso, oggi, ancora più importante la definizione di un quadro strategico complessivo all’interno del quale sviluppare la visione energetica futura del Paese.
L’energia è una realtà di imprese ad alto valore per l’economia. Basti pensare che per ogni euro di valore aggiunto del segmento “energia in senso stretto” vengono attivati 1,1 euro aggiuntivi nel resto dell’economia italiana (1,2 in Lombardia). Tutto l’ecosistema, che comprende e integra più segmenti (dalla componentistica ai servizi di ingegneria e costruzioni alla produzione, vendita e distribuzione di energia), vale 62 miliardi di euro di valore aggiunto, 11 dei quali nella sola Lombardia, e occupa oltre 600mila dipendenti, 93mila dei quali in Lombardia.
La transizione energetica può dunque rappresentare una grande opportunità e per farlo deve coniugare un’economia low carbon e sostenibile, con approvvigionamenti energetici sicuri ed economici, a vantaggio di un tessuto industriale competitivo, dinamico e innovativo. Sono sei le parole chiave di questa evoluzione:
- decarbonizzazione, con il superamento delle fonti fossili;
- sostenibilità, con misure per l’efficientamento energetico e la generazione rinnovabile;
- sicurezza, sia degli approvvigionamenti e sia del sistema;
- accessibilità dell’approvvigionamento, volto a garantire l’economicità;
- innovazione e digitalizzazione;
- la competitività del sistema economico nel complesso.
LA PROPOSTA DI ASSOLOMBARDA IN NOVE IDEE PER LO SVILUPPO DELL’ECOSISTEMA ENERGIA
1. Semplificazione amministrativa/autorizzativa e certezza delle norme
Solo regole certe, chiare e stabili possono creare le condizioni per investire in interventi di efficienza energetica e installazioni rinnovabili, fondamentali per conseguire gli obiettivi del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC).
2. Economia circolare
- Va potenziata la capacità impiantistica favorendo l’efficienza degli impianti di riciclo e di recupero esistenti e semplificando le procedure per la costruzione di nuovi.
- Vanno valorizzati i sottoprodotti e i materiali che cessano di essere rifiuti (end of waste), come è stato definito dal decreto legge “Salva imprese” (DL 101/2019), che ripristina la possibilità per le Regioni di autorizzare “caso per caso”, senza il preventivo intervento dello Stato, gli impianti che consentono a un determinato rifiuto di perdere tale qualifica trasformandosi in un prodotto, oltre a introdurre i nuovi criteri europei sui quali le autorizzazioni stesse potranno essere rilasciate.
- Infine, per creare le condizioni abilitanti all’avvio di un mercato circolare, vanno previsti meccanismi di agevolazioni fiscali applicati ai progetti, alle tecnologie e ai beni strumentali che sviluppano congiuntamente la dimensione digitale (4.0) e un uso più efficiente delle risorse (economia circolare). L’incentivo potrebbe consistere in una misura strutturale di super-deduzione - ossia deducibilità in misura superiore al 100% del “costo” - per categorie di spese o ammortamenti qualificati, riprendendo quanto, ad esempio, recentemente previsto con gli istituti del super e iper ammortamento.
3. Gas
È necessario sia valorizzare l’infrastruttura esistente, permettendo agli operatori del trasporto e della distribuzione di innovare il sistema gas orientandolo verso la decarbonizzazione, sia investire in nuovi collegamenti strategici (come il Gasdotto Trans-Adriatico e l’EastMed, all’interno del quale il gasdotto Poseidon). Ciò permetterà di valorizzare il ruolo di hub dell’Italia, di contribuire a contenere i costi energetici e di diversificare geograficamente le fonti, anche garantendo maggior sicurezza degli approvvigionamenti.
4. Idrogeno
L’Italia detiene un know-how industriale nel settore dell’idrogeno - e soprattutto dell’idrogeno verde a zero emissioni di CO2 - che può essere opportunamente sfruttato per posizionarsi vantaggiosamente rispetto ai competitor globali. In particolare, gli elevati investimenti iniziali richiesti dai sistemi di produzione di idrogeno insieme alla delicata gestione dello stoccaggio, della distribuzione e dell’utilizzo per motivi di sicurezza, attualmente risultano una notevole barriera che la ricerca tecnologica deve contribuire a superare. In questo senso deve trovare riscontro l’impegno annunciato dal governo a raddoppiare i fondi all’R&D sulle tecnologie basate sull’idrogeno nell’ambito della challenge Hydrogen di Mission Innovation.
5. Efficienza energetica
Il meccanismo dei Titoli di Efficienza Energetica (TEE) ha permesso di conseguire importanti risparmi di energia soprattutto nel settore industriale. Negli ultimi anni questo meccanismo ha perso di efficacia e soprattutto la fiducia di chi deve fare gli investimenti. È necessario rivitalizzare questo strumento di sostegno all’efficienza energetica mantenendolo fino al 2030. In parallelo, meccanismi premiali a vantaggio delle imprese più virtuose dal punto di vista energetico possono favorire l’utilizzo di pratiche e azioni di efficientamento sempre più avanzate dal punto di vista tecnologico e incoraggiare così il miglioramento delle performance energetiche.
6. Biocarburanti e chimica verde
In un momento di cambiamento dei paradigmi energetici, una grande opportunità è data dal rilancio di settori che sono stati da sempre eccellenza in Italia come quello della chimica verde e dei biocarburanti. Questi garantiscono una completa rinnovabilità della risorsa, biodegradabilità del prodotto, bilancio positivo del Carbonio (con conseguente riduzione dell’effetto serra), bilancio positivo di energia in entrata ed uscita dal sistema filiera, migliore qualità delle emissioni da motori alimentati da biodiesel.
7. Biometano
Promuovere istanze sul biometano, che risulta strategico ai fini della decarbonizzazione e dell’economia circolare. Il mantenimento oltre il 2022 del sistema di supporto dei Certificati per l’Immissione in Consumo (CIC) è cruciale sia per garantire la sostenibilità economica degli investimenti negli impianti di produzione di biometano sia per dare al settore nascente una prospettiva almeno di medio periodo.
8. Autoconsumo
Il crescente sviluppo di impianti alimentati a fonti rinnovabili determina il passaggio a un sistema di produzione dell’energia sempre più decentralizzato. Al fine di mitigare gli impatti sulla stabilità della rete di questa transizione, sono da incoraggiare l’autoconsumo e la diffusione dei sistemi di storage, che permettono al consumatore di partecipare attivamente al sistema energetico. Parallelamente si aprono spazi per le cosiddette comunità energetiche e si fa urgente la necessità di un inquadramento normativo chiaro e completo dei soggetti che potranno farne parte e delle modalità di partecipazione ammissibili, che riconosca il contributo alla stabilità della rete elettrica apportato da queste forme di aggregazione.
9. Fonti rinnovabili (FER) e Reti elettriche
Gli obiettivi al 2030 di energia prodotta da fonti rinnovabili sono molto ambiziosi e richiedono un forte incremento della potenza installata. Per questo motivo l’installazione non può limitarsi alle coperture e alle aree industriali/dismesse/ex discariche ma deve essere permessa anche su suolo non antropizzato o destinato ad usi agricoli. Parallelamente, per provvedere all’efficientamento degli impianti già esistenti, devono essere agevolati gli interventi di revamping sul parco esistente, riducendo i tempi autorizzativi.
Per raggiungere questi obiettivi sarà necessario promuovere l’installazione di impianti alimentati a fonti rinnovabili secondo il principio della neutralità tecnologica, evitando distorsioni nella selezione del mix produttivo.
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