Abbiamo un grande progetto: Milano Città S.T.E.A.M.
Presentato il pilastro su cui si fonda il piano strategico 'Far volare Milano': puntare su Milano città S.T.E.A.M. ‘S’ come Science, ‘T’ come Technology, ‘E’ come Engineering, ‘A’ come Arts, ‘M’ come Mathematics.
Milano, 15 giugno 2015 - “Non possiamo rassegnarci a una crescita del PIL pari a decimali di punto. A questo fine, per conseguire l’obiettivo del 2% di crescita annua nazionale, Milano deve concentrarsi su come far meglio rispetto alle aree più avanzate dell’Europa e dell’Occidente” – ha dichiarato Gianfelice Rocca, illustrando l’avanzamento dei 50 progetti ‘Far Volare Milano’ esposto all’Assemblea Straordinaria di Assolombarda.
“Abbiamo la consapevolezza – ha proseguito – di operare in una Grande Milano caratterizzata da intenso spirito civico. Lo abbiamo tutti toccato con mano, all’indomani delle devastazioni inflitte alla città lo scorso primo maggio. Ed è un grande patrimonio, che come imprese vogliamo contribuire a consolidare ogni giorno. Un patrimonio che va preservato anche nelle difficoltà che a Milano sono persistenti. Su materie come la sicurezza pubblica, il decoro urbano, la ricettività verso immigrati e rifugiati, la politica nazionale deve riservare un confronto aperto e privo di pregiudizi con i responsabili amministrativi locali, su cui ricade la responsabilità di garantire ordine e dignità a chi vive e opera nella Grande Milano. Ma, allo stesso tempo, avvertiamo intorno a noi l’impressione di una Milano che stenta a riconoscersi in una grande visione di sviluppo. Una visione che, per ottenere i risultati che si prefigge, deve essere comune: condivisa tra imprese, società civile, mondo della cultura e dell’accademia, società politica e amministrazioni pubbliche”.
“Per questo Assolombarda – ha detto Rocca – compie oggi un altro passo avanti nella definizione della sua visione, del grande progetto che offriamo all’agenda pubblica nel tentativo di verificarne e perseguirne insieme obiettivi e risultati. Il pilastro su cui fondiamo i nostri 50 progetti ‘Far Volare Milano’ è puntare su ‘Milano città S.T.E.A.M. ‘S’ come Science, ‘T’ come Technology, ‘E’ come Engineering, ‘A’ come Arts, ‘M’ come Mathematics”.
“È qualcosa di molto diverso – ha aggiunto Rocca – dalla tradizionale divisione tra manifattura e servizi. L’elevata quota di servizi generata dalla manifattura, il moltiplicatore rappresentato dal fatto che la concorrenza nella globalizzazione è tra grandi aree metropolitane che proiettano nel mondo le proprie specializzazioni e la propria attrattività, l’impatto dell’intreccio tra ricerca e nuove tecnologie, l’innovazione di processo e di prodotto che va scaricata a terra trasformando le imprese e la Pubblica Amministrazione, tutto questo per noi in Assolombarda va declinato insieme: nella formula S.T.E.A.M.
Siamo convinti che la matrice di queste priorità congiunte possa determinare tra i 13 e i 18 miliardi di valore aggiunto nel prossimo decennio. È lo scenario più vantaggioso tra quelli che abbiamo esaminato”.
“Diverse sono le ipotesi future – ha spiegato Rocca – che possono essere avanzate per la Grande Milano: la città del fare, la città della creatività, la città dell’innovazione, la città della bellezza, la città del benessere. Ma una sola visione mette a fattor comune le caratteristiche di start-up town, come polo d’incubazione della nuova imprenditorialità, di città della ricerca con l’eccellenza dei suoi poli universitari a 360 gradi, di città delle idee come centro europeo della moda, del design e della comunicazione, di città della nuova manifattura e dell’Industry4.0”.
“Ed è appunto la visione di Milano città S.T.E.A.M.: con un impatto diretto di maggior occupazione di 115mila unità, superiore a quella di tutte le altre ipotesi. Questa è la proposta che lanciamo oggi a tutti i soggetti pubblici e privati che operano nel nostro territorio. È una visione ambiziosa. Ma è una sfida alla nostra portata. Significa lavorare su ciascuno di questi mattoni – start-up town, città della ricerca, città delle idee, città della nuova manifattura – per creare una crescita aggiuntiva a Milano rispetto al tendenziale di circa l’1% l’anno nel prossimo decennio. Se aggiungiamo anche il mattone di Milano come ‘città delle Life Sciences’, un altro nostro polo d’eccellenza europeo, possiamo raggiungere un traguardo decennale ulteriormente sfidante: di 17-24 miliardi di valore aggiunto e di 160mila occupati aggiuntivi nel decennio”.
“Siamo finalmente in presenza – ha proseguito Rocca – di segnali confortanti. Sull’occupazione, il saldo tra contratti avviati e cessati nel primo trimestre 2015 in Lombardia è positivo per 67mila unità, più alto del 10% rispetto al primo trimestre 2014. E si innalza al 33% nel mese di marzo, il primo in cui si sommano gli effetti della decontribuzione e del Jobs Act. A questi dati ufficiali si sommano le rilevazioni di Assolombarda sul numero di contratti interinali. Se in Lombardia i contratti a tempo indeterminato aumentano del 24% rispetto al 2014, anche quelli interinali a Milano aumentano del 33%. È un dato significativo: non è solo l’effetto di EXPO, ma un primo segnale che il mercato del lavoro si assesta stabilmente su due gambe, perché le imprese ‘tirano’ di più soddisfacendo sia la propria domanda aggiuntiva di occupazione permanente, sia a tempo”.
“Un altro segnale incoraggiante – ha detto Rocca – è rappresentato dall’estendersi della contrattazione aziendale, volta a premiare merito e risultato, ed espressione di una comune trasformazione solidale di impresa e sindacato: dal 16,9% delle imprese milanesi associate che la praticavano nel 2011, siamo oggi saliti a quota 25%. Anche se osserviamo i tassi di natalità e cessazione delle imprese, il saldo è molto migliorato: era positivo per circa 6mila unità a Milano nel 2007, mentre nel 2014 è salito a 8mila, con 24mila nuove imprese rispetto a 16mila cessate. EXPO avrà effetti permanenti: li stimiamo in 5,5 miliardi di valore aggiunto entro il 2017, e in 2,2 miliardi di maggior export nel biennio”.
“Ci aiuta la certezza – ha aggiunto Rocca – che Milano è un ecosistema ideale per le multinazionali estere, con il 33% che operano qui tra quelle attive in Italia. E concentra inoltre un mix di specializzazione settoriale tra i più estesi rispetto alle regioni benchmark, tra manifattura in senso stretto, informazione e
comunicazione, servizi finanziari e assicurativi. E ben 123 imprese a Milano con fatturato superiore al miliardo di euro, rispetto a 61 a Monaco di Baviera, 28 a Stoccarda, 25 a Barcellona. Ci sostiene l’eccellenza che già rappresentiamo nelle start-up innovative, con 581 di esse concentrate a Milano, il 66% di quelle lombarde il 15% del totale di quelle italiane. Ma soprattutto con la loro massima concentrazione nel settore dei fornitori specializzati del medium tech: il 16%, rispetto al 10% del Baden-Württemberg e al 7% della Baviera”.
“Certo – ha concluso Rocca – i fattori di contesto pubblici continuano a non agevolare i nostri sforzi. I nostri sassi nello zaino si chiamano burocrazia, giustizia, fisco. Purtroppo, sono sassi il cui peso potrà ridursi, nella migliore delle ipotesi, solo molto lentamente. Se l’Italia persiste sulla difficile via delle riforme. Ma una cosa è certa. Non ci faremo fermare dalle difficoltà”.
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