Assemblea Assolombarda 2006 - Temi principali e punti salienti della relazione del Presidente Diana Bracco
20 giugno 2006
I temi principali della relazione (1)
I temi principali affrontati dal Presidente Diana Bracco nella relazione all’Assemblea generale di Assolombarda sono stati:
- una decisa rivendicazione della centralità di Milano e del suo sistema industriale per il futuro dell’intera economia italiana;
- un forte appello a tutte le istituzioni perché realizzino con urgenza le infrastrutture indispensabili, superando veti localistici e barriere ideologiche;
- l’importanza dell’innovazione e della ricerca e dei relativi meccanismi d’incentivazione;
- la necessità della semplificazione normativa e dell’efficienza della burocrazia, vere riforme a costo zero;
- gli interventi prioritari che gli industriali di Milano sollecitano con urgenza al Governo Prodi per modernizzare il Paese, favorire la competitività delle imprese e agganciare stabilmente la ripresa economica internazionale, a iniziare dalla riduzione consistente del cuneo contributivo e fiscale.
I punti salienti della relazione
Nella sua relazione all’Assemblea di Assolombarda del 19 giugno, il Presidente Diana Bracco ha affermato: "Dalla scorsa estate, le nostre imprese segnalano quella ripresa che ormai è riconosciuta negli indicatori nazionali. Imprese che non sono venute meno alla loro responsabilità e che, anche nei momenti duri degli anni passati, hanno continuato a credere nelle proprie capacità. Imprese che hanno saputo reagire e 'usare' il periodo di crisi per ristrutturarsi, per riqualificare il personale, per innovare prodotti, per rendere più efficienti i processi, e andare così sui mercati internazionali".
"Certo, anche a Milano resta molto da fare in termini di crescita dimensionale delle imprese e di orientamento verso settori a più alto valore aggiunto", ha proseguito il Presidente di Assolombarda. "Molto resta affidato alla volontà dell'imprenditore. Ma politica e finanza sono chiamate a loro volta a definire condizioni di contesto che favoriscano questo processo".
A proposito del ruolo di Milano per lo sviluppo e il rilancio del Paese, Diana Bracco ha sostenuto: "Milano è la vera scommessa vincente per l’Italia. Un'area che concorre per oltre il 10% al Pil italiano, impiega il 7,6% dell’occupazione, diploma il 13% dei laureati, realizza il 13% delle esportazioni, cuore di una regione che a sua volta compete alla pari con le altre regioni forti d'Europa. Al Paese chiediamo di credere in Milano. Allo Stato chiediamo di investire su Milano. Noi imprenditori saremo fermi in questa richiesta. Dobbiamo rivendicare con forza la centralità di Milano e della Lombardia per l’intero Paese".
"Sappiamo di poter contare sul nuovo Sindaco, Letizia Moratti, al quale rivolgiamo un caloroso e affettuoso augurio di buon lavoro", ha aggiunto Diana Bracco. "Da lei ci possiamo aspettare che metterà a valore le enormi potenzialità di cui Milano dispone, dando il massimo spazio alle forze dell’economia e della società. Ci possiamo aspettare che comunicherà e promuoverà, in Italia e nel mondo, le tante eccellenze della città e i tanti passi importanti che ha compiuto in questi anni. Ci possiamo aspettare che sarà la prima e la più convinta portatrice delle istanze del sistema milanese nei confronti delle istituzioni centrali".
"Su questo tema, ci sembra di poter cogliere qualche ragione più generale di ottimismo, perché nelle ultime settimane, in linea con la nostra visione di Milano e della Lombardia come motore del Paese, le istituzioni hanno lanciato alcuni segnali positivi", ha proseguito il Presidente di Assolombarda. "Li abbiamo colti nel pacchetto di proposte presentato dalla Regione per la competitività. Li abbiamo colti nella convergenza d'intenti espressa da Comune, Provincia e Regione rispetto al tema delle infrastrutture. E contiamo sul loro impegno congiunto per portare comunque nella nostra area un evento di portata internazionale, in grado di attrarre verso la grande Milano un flusso di presenze e di risorse straordinario. Consideriamo un'assunzione d'impegno anche le parole del Presidente del Consiglio Prodi, che nella sua visita di fine maggio a Milano si dichiarò pronto ad aiutare la città, 'perché - disse - lo sviluppo di Milano è interesse di tutti e non di una parte politica'. Un impegno rispetto al quale l'avvio del 'giro di ascolto del territorio' da parte del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Letta è un ulteriore segnale positivo".
Venendo alla questione delle infrastrutture, tema che il Presidente di Assolombarda porta da tempo all'attenzione di tutti gli interlocutori pubblici e privati, Diana Bracco ha detto: "Il Nord deve poter contare con certezza su una rete logistica in grado di garantire la mobilità di merci e persone, per poter assolvere alla propria funzione di ponte tra l'Europa e il resto del Paese. Su questo vogliamo essere molto chiari: non è accettabile che sia messa in discussione l'avvenuta approvazione da parte del CIPE dei tracciati delle tre nuove autostrade lombarde, Bre.Be.Mi, Pedemontana, Tangenziale Est esterna, frutto della Legge Obiettivo. Non si deve tornare indietro. Non è accettabile neppure che qualcuno pensi di bloccare un'opera vitale come la TAV, senza la quale l’Italia - certo non solo il Nord - sarebbe fuori dai grandi flussi europei. Bene hanno fatto i Governatori delle Regioni coinvolte - dal Piemonte al Friuli, indipendentemente dall'appartenenza politica - a richiamare l’attenzione di tutti. Non è accettabile che si indebolisca l’Hub di Malpensa, quando al Nord si stacca il 70% dei biglietti business italiani. Ancora, va sostenuto energicamente il piano di potenziamento della rete ferroviaria, e in particolare l'intera gronda nord da Novara a Bergamo; va sviluppata l'intermodalità ferro-gomma in funzione di un vero e proprio sistema logistico; vanno realizzate a Milano le nuove linee della metropolitana. Sono tutti interventi indispensabili per completare la rete infrastrutturale. Non si vince la sfida della competizione se non si mettono le merci, le persone, i servizi e le idee in grado di viaggiare alla stessa velocità a cui viaggiano nei paesi concorrenti".
"Credere in Milano", ha aggiunto Diana Bracco a proposito del sistema produttivo milanese, "significa comprendere che la sua forza, il suo presente e il suo futuro, stanno nel mix vincente e indissolubile di manifatturiero e terziario. Un mix fatto di una solida e vivace struttura manifatturiera; uno sviluppo crescente dei servizi di telecomunicazione, ICT e multimediali; una terziarizzazione consistente che integra eccellenze nel sistema sanitario, finanziario, formativo, fieristico, della creatività, della comunicazione e dell’editoria. Un sistema di reti e di rapporti che moltiplica le potenzialità di ogni comparto. Un sistema caratterizzato da un mercato del lavoro con elevata incidenza di posizioni qualificate. Pensiamo che con il sindacato milanese debbano svilupparsi valutazioni comuni su queste caratteristiche, continuando nel metodo proficuo di relazioni che ha dato così buoni risultati negli ultimi anni. Questo sistema, che è la nostra forza, chiede una Milano nella quale sia semplice lavorare, sia semplice vivere. E anche noi siamo pronti a portare il nostro contributo per lo sviluppo dell’economia e della società dell’intera area. Ma le imprese hanno bisogno anche di un Sistema Paese coerente".
Nella seconda parte della sua relazione, dedicata ai temi nazionali, Diana Bracco ha poi affrontato l’argomento delle politiche per lo sviluppo affermando: "Dalla politica, dal nuovo Parlamento, dal nuovo Governo, ci aspettiamo scelte lungimiranti e decisioni rapide, coerenti con un disegno di politica economica per lo sviluppo del Paese. Le imprese hanno bisogno di sapere, per programmare e per investire. Tenendo fermo il risanamento dei conti pubblici, il nuovo Parlamento e il nuovo Governo sono chiamati a sciogliere i nodi strutturali che limitano la nostra competitività. In un quadro certo di priorità e coerenze, ci aspettiamo interventi che stimolino la produttività, promuovano l'efficienza generale del sistema e sviluppino la concorrenza".
"Il primo stimolo è costituito da un numero limitato di regole e norme, certe, chiare e stabili nel tempo: in Italia ne abbiamo 10 o addirittura 20 volte di più dei paesi nostri concorrenti. Qui si apre lo spazio per riforme efficaci a costo zero, e a ritorno elevato. La 'fabbrica della burocrazia' ha bisogno di un fermo di produzione per un intervento di manutenzione straordinaria", ha sostenuto Diana Bracco, "nel frattempo, dovrebbe lasciare campo libero per decisioni di indirizzo rapide e certe, per proseguire nell’attuazione di quanto è stato previsto. Nel frattempo, allo Stato si aprono frontiere nuove e critiche sulle quali impegnare credibilità e forza. Ne ricordo una che interessa direttamente le nostre imprese: la questione dell'energia, tema strategico per il Paese. Dobbiamo allineare il prezzo dell'energia a quello dei nostri concorrenti: occorre intervenire con un ventaglio ampio di azioni che concorrano a diversificare le fonti, ridurre la dipendenza dall'estero, rendere più efficiente il sistema energetico nazionale".
"La crescita delle nostre imprese passa anche attraverso strutture di costo più simili per composizione e dimensione a quelle dei competitori. E, come l’energia, vi concorre il costo del lavoro, sul quale ci aspettiamo un'attuazione rapida di quella che è stata una promessa inequivoca della campagna elettorale: una riduzione di cinque punti del cuneo contributivo e fiscale, che vada a favore della competitività dell'intero sistema produttivo", ha affermato il Presidente di Assolombarda. "Ma ci aspettiamo anche il completamento del progetto Biagi, che prevedeva fin dall’origine, accanto alle modifiche dei regimi contrattuali, una profonda revisione dei meccanismi di protezione sociale. La logica è chiara, l’ha indicata il Governatore Draghi: 'tutelare il lavoratore, piuttosto che il posto di lavoro', assicurando un'indennità di disoccupazione adeguata e opportunità di formazione, riorientamento, qualificazione e, quindi, impiegabilità delle risorse. Quanto ai costi, non posso tralasciare una considerazione sull’Irap. È un onere fiscale che concorre ad aggravare il fardello portato dalle nostre imprese. Ma è anche una questione di comparabilità. Una tassa così specifica ci rende meno competitivi, in un mondo in cui la capacità di competere si fonda sempre di più sulla qualificazione delle risorse umane. È evidente: oltre al contenimento e alla qualificazione della spesa pubblica, le risorse vanno recuperate anche continuando la battaglia all'evasione fiscale e al sommerso, per attingere a serbatoi che sfuggono non solo all’evidenza contabile, ma anche e soprattutto al contributo al benessere collettivo".
Riferimenti e collegamenti
1. Relazione del Presidente di Assolombarda, Diana Bracco.
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