The IMD World Competitiveness Yearbook 2017
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Report annuale dell'IMD.
In sintesi
Dopo un biennio di recupero, nel 2017 l’Italia perde posizioni, passando da 35a a 44a nella classifica annuale sulla competitività stilata dall’IMD World Competitiveness Center su 63 Paesi. A livello di benchmark europei: la Germania perde una posizione (dal 12° al 13° posto), la Francia ne guadagna una classificandosi al 31° posto, mentre la Spagna mantiene la stessa del 2016 (34a).
I fattori presi in considerazione per stilare la classifica sulla competitività sono quattro: performance economiche, efficienza delle politiche di governo, efficienza del sistema economico, infrastrutture. L’Italia arretra in tutti i 4 fattori, soprattutto nell’efficienza del sistema economico dove perde 10 posizioni (da 35esima a 45esima). La posizione più elevata in classifica è per le infrastrutture (33esima, da 32esima), segue la performance economica (38esima, da 36esima), mentre si conferma nella parte bassa della classifica per efficienza delle politiche di governo (dove torna 53esima come nel 2015 da che era 50esima nel 2016).
Il ranking internazionale è disponibile al seguente link: ranking 2017.
I punti di forza
A livello di singoli indicatori, il nostro Paese spicca primo su 63 per riduzione dei costi di licenziamento, terzo per aspettative di vita, settimo per quota di prodotti maggiormente esportati (sotto di 3 posizioni rispetto al 2016), nono per valore dell’export, intensità energetica e tecnologie relative alla sostenibilità ambientale.
L’IMD identifica come punti di forza dell’Italia il commercio e l’investimento internazionale, ma soprattutto l’infrastruttura scientifica e l’ambito “sanità-salute-ambiente”.
I primi 3 fattori di attrattività riconosciuti all’Italia rimangono: la forza lavoro qualificata (84,3% dei pareri raccolti tra i manager intervistati da IMD), un atteggiamento aperto e positivo (70%) e un alto livello di istruzione (64,7%).
I punti di debolezza
I valori peggiori riguardano il bilancio della pubblica amministrazione: 62esima per evasione fiscale, 61esima per debito pubblico e 60esima per tassazione sulle imprese. E ancora: 59esima per occupazione giovanile, 57esima per ore lavorate, per il sistema bancario e finanziario e per capacità di attrarre e trattenere talenti. A giudizio dell’IMD, le attività legate alla communications tecnology rimangono un punto di debolezza.
Focus: competitività digitale
Vale sottolineare come vi siano stati miglioramenti rispetto alle infrastrutture. In particolare è cresciuta la quota di cittadini connessi al web e la velocità della connessione a Internet.
Inoltre, in ambito competitività digitale, misurata separatamente guardando a diffusione della conoscenza e delle competenze per l’innovazione, livello tecnologico e future readiness, l’Italia guadagna il 4° posto per la diffusione di imprese innovative. Da notare anche il 12° posto per il numero di donne laureate. In aggiunta, l’Italia è al 30° posto per future readiness, a riconoscimento del suo potenziale nello sfruttare l’evoluzione tecnologica, distante dalla Germania (18°), ma in linea con Francia (28°) e Spagna (29°).
L'approfondimento sulla competitività digitale è disponibile al seguente link: focus competitività digitale.
Le cinque sfide per il 2017
L’IMD indica per l’Italia cinque priorità:
1. il rafforzamento delle politiche attive del lavoro sostenendo le attività di ANPAL (Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro);
2. l’aumento degli investimenti pubblici a favore di R&S e innovazione;
3. la piena attuazione del piano di riforme nella pubblica amministrazione per migliorarne l’efficienza, soprattutto in ambito fiscale;
4. la semplificazione degli adempimenti richiesti alle imprese;
5. lo sviluppo di un contesto più favorevole alle imprese.
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