The Global Competitiveness Report 2017-2018: l’Italia sale al 43esimo posto
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Rapporto annuale del World Economic Forum sulla competitività globale.
In sintesi
È stato pubblicato il Global Competitiveness Index 2017-2018 del World Economic Forum, che valuta la competitività di 137 Paesi sulla base di 114 parametri raggruppati in 12 pillars: istituzioni, infrastrutture, contesto macroeconomico, salute e istruzione primaria, istruzione superiore e formazione, efficienza del mercato del lavoro, efficienza del mercato dei beni, grado di sviluppo del mercato finanziario, capacità tecnologica, dimensione del mercato, “business sophistication” (intesa come, ad esempio, quantità e qualità dei fornitori e ampiezza della value chain) e innovazione.
La Top 10 dei Paesi più competitivi è dominata dai Paesi europei. In particolare, il ranking premia la Svizzera, al primo posto come nel 2016. Paesi Bassi e Germania vengono anch’essi confermati rispettivamente al 4° e 5° posto
Il ranking dell’Italia
Nel 2017 l’Italia sale al 43esimo posto dal 44esimo del 2016 (Francia al 22esimo posto, Spagna al 34esimo posto).
Il posizionamento italiano deriva dalla sintesi di 3 sotto-indici:
- Basic requirements (istituzioni, infrastrutture, contesto macroeconomico, salute e istruzione primaria): 51esimo posto;
- Efficiency enhancers (istruzione superiore e formazione, efficienza del mercato del lavoro, efficienza del mercato dei beni, grado di sviluppo del mercato finanziario, capacità tecnologica, dimensione del mercato): 43esimo posto;
- Innovation and sophistication factors (“business sophistication” e innovazione): 28esimo posto.
L’Italia guadagna una posizione in classifica soprattutto grazie a una migliore efficienza dei mercati (al 60esimo posto dal 67esimo nel 2016) e a una valutazione positiva del sistema di istruzione superiore e formazione (al 41esimo posto dal 43esimo nel 2016).
Si conferma inoltre la forte competitività italiana con riguardo a dimensione del mercato (12esimo posto), salute e formazione primaria e business sophistication (entrambi al 25esimo posto), e infrastrutture (27esimo posto).
Tra le singole variabili, utile è sottolineare il miglioramento in ambito “technological readiness” per la quale, tra le economie di maggiori dimensioni, l’Italia viene valutata ottava a livello mondo e quarta a livello Ue dietro Regno Unito, Germania e Francia.
Rimangono invece punti di debolezza soprattutto relativamente all’efficienza del mercato del lavoro (116esimo posto) e sviluppo dei mercati finanziari (126esimo posto), ambiti in cui l’Italia è ben al di sotto della media europea e del Nord-America.
Interessanti le opinioni di managers in merito alla competitività italiana. Dalla survey emergono come fattori penalizzanti in primis l’inefficienza della pubblica amministrazione; a seguire il livello di imposizione fiscale nonché la complessità del sistema fiscale e la rigidità del mercato del lavoro.
La stessa survey premia invece l’Italia in ambito skills e innovazione. Infatti la maggior parte degli intervistati ritiene che l’Italia abbia sufficiente capacità di innovare e adeguate infrastrutture e competenze.
Il report completo è disponibile al seguente link: report completo.
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