The Future of Jobs – Report 2023
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L’indagine sul futuro del lavoro, condotta da The World Economic Forum, ha raccolto le opinioni di manager e imprenditori di 803 aziende che nelle loro imprese occupano oltre 11,3 milioni di lavoratori in 27 distretti industriali e 46 economie in tutte le regioni del mondo; il rapporto sintetizza l’evoluzione che emerge dalle loro indicazioni nei prossimi anni (2023-2027).
Secondo le opinioni a degli imprenditori intervistati:
- Nei prossimi anni lo sviluppo delle imprese sarà influenzato non solo dalle nuove tecnologie, ma anche dall’adozione degli standard ESG e investimenti in transizione green, la cui creazione netta di posti di lavoro sarà però più che compensato dagli effetti del rallentamento economico, con un saldo netto negativo sull’occupazione (-2%);
- Rallenta più del previsto l’automazione di lavoro fisico, ma l’intelligenza artificiale rende automatizzabili alcune caratteristiche finora esclusive gli esseri umani, come capacità di prendere decisioni,
- Trainate da intelligenza artificiale e sostenibilità, figure professionali in maggiore crescita saranno, tra gli altri, specialisti di intelligenza artificiale e machine learning, specialisti di sostenibilità, analisti della sicurezza delle informazioni e gli ingegneri delle energie rinnovabili;
- Nei prossimi cinque anni il 44% dei lavoratori dovrà cambiare le sue competenze, per la crescente importanza della risoluzione di problemi complessi sul posto di lavoro, con forte impatto sulla formazione: sei lavoratori su 10 richiederanno una formazione prima del 2027
I macro-trend
Le tendenze economiche, sanitarie e geopolitiche hanno determinato trend divergenti nel mercato del lavoro: da un lato i paesi a reddito medio-basso registrano ancora una disoccupazione più elevata rispetto a prima della pandemia, dall’altro i lavoratori con solo un'istruzione di base e le donne sono caratterizzati da inferiori livelli di occupazione. Al tempo stesso i salari reali stanno diminuendo per l’elevata inflazione e i lavoratori cominciano ad avere aspettative diverse sulla qualità del lavoro.
Secondo l’opinione degli intervistati l'adozione delle nuove tecnologie rimarrà un fattore chiave della trasformazione aziendale nei prossimi cinque anni, ma un impatto significativo è destinata ad avere anche la maggiore adozione degli standard ambientali, sociali e di governance (ESG) da parte delle organizzazioni. Seguono per importanza due tendenze macroeconomiche, l’aumento del costo della vita e la lenta crescita economica, e al sesto posto l'impatto degli investimenti green.
Quali effetti sul lavoro?
Le imprese prevedono che il più forte effetto netto di creazione di posti di lavoro sarà guidato da investimenti che facilitano la transizione verde delle imprese, l'applicazione più ampia degli standard ESG e le catene di fornitura diventano più localizzate.
Anche l'adattamento ai cambiamenti climatici e il dividendo demografico nelle economie emergenti e in via di sviluppo hanno un valore elevato come creatori netti di posti di lavoro. Si prevede che il progresso tecnologico attraverso una maggiore adozione di tecnologie nuove e di frontiera e un maggiore accesso digitale guideranno la crescita dell'occupazione in oltre la metà delle aziende intervistate, controbilanciata dal previsto spostamento di posti di lavoro in un quinto delle aziende.
I tre fattori chiave della prevista distruzione netta di posti di lavoro sono la crescita economica più lenta, la carenza di approvvigionamento, l'aumento del costo dei fattori di produzione e l'aumento del costo della vita per i consumatori.
L'impatto della maggior parte delle tecnologie sui posti di lavoro dovrebbe essere nettamente positivo nei prossimi cinque anni. L'analisi dei big data, le tecnologie per la gestione dei cambiamenti climatici e dell'ambiente, la crittografia e la sicurezza informatica dovrebbero essere i principali motori della crescita occupazionale. La robotica (umanoide e non) è l’unica tecnologie che, secondo l’indagine, potrebbe registrare un saldo negativo tra posti di lavoro creati e distrutti.
Il rapporto stima la creazione di 69 milioni di nuovi posti di lavoro (sul totale di 673 milioni dei settori e dei paesi rappresentati dagli intervistati), a fronte di un calo di 83 milioni (concentrato in particolare nella catena di approvvigionamento e dei trasporti): il saldo netto sarebbe quindi negativo per 14 milioni e pari al -2% dell'attuale occupazione.
Meno automazione, più Intelligenza Artificiale
L’automazione viene introdotta nei processi ad un ritmo più lento di quanto previsto in precedenza: in base alle risposte le attività eseguite da macchine sono oggi il 34% del totale, contro un restante 66% svolto da esseri umani. Nel sondaggio del 2020 le aspettative erano che quasi la metà (47%) delle attività aziendali sarebbe stata automatizzata entro il 2025, a fronte di una percentuale che gli intervistati prevedono oggi del 43% entro il 2027.
Ma se si riducono le aspettative di spostamento verso le macchine di lavoro fisico e manuale, per il futuro aumenta la possibilità di automatizzare la capacità decisionale, di comunicazione e di coordinamento, tutte caratteristiche in cui finora gli esseri umani hanno goduto di vantaggio comparativo.
Fattore chiave di questo cambiamento è l'intelligenza artificiale, che il 75% delle aziende intervistate dichiara introdurrà.
Quali sono le figure in crescita?
È il combinato disposto “macrotendenza - tecnologia adottata” a determinare i profili professionali in crescita e in declino.
- La maggior parte dei ruoli in più rapida crescita sono ruoli legati a tecnologia, digitalizzazione e sostenibilità: specialisti di intelligenza artificiale e machine learning guidano la graduatoria delle professioni in rapida crescita, seguiti da specialisti di sostenibilità, analisti di business intelligence e analisti della sicurezza delle informazioni. Altri ruoli in crescita relativamente rapida sono gli ingegneri delle energie rinnovabili e gli ingegneri di installazione e sistemi di energia solare, trainati dalla transizione verso le energie rinnovabili;
- Si prevede una crescita occupazionale su larga scala nei settori dell'istruzione, dell'agricoltura e del commercio digitale, creando posti di lavoro aggiuntivi per insegnanti di istruzione professionale e insegnanti universitari e di istruzione superiore, professionisti dell'agricoltura, in particolare per gli operatori di attrezzature agricole, specialisti di e-commerce, specialisti di trasformazione digitale e specialisti di strategia e marketing digitale;
- Tecnologia e digitalizzazione sono anche la principale causa del declino di molte figure, come impiegati esecutivi e addetti alla segreteria, cassieri di banca e impiegati bancari di back office, contabili, impiegati dei servizi postali e al front office, addetti alla biglietteria e addetti all'inserimento dati.
Quali sono le competenze più ricercate?
Il pensiero analitico e il pensiero creativo rimangono le competenze più importanti per i lavoratori nel 2023. Seguono per importanza tre skills - resilienza, flessibilità e agilità - legate alla convinzione nelle proprie capacità, quindi motivazione e consapevolezza di sé, curiosità e apprendimento continuo, per l’importanza di adattamento alla disruption ; al sesto posto le competenze digitali, seguite da affidabilità e attenzione ai dettagli. La top 10 delle competenze di base è completata da due atteggiamenti relativi al lavoro con gli altri – empatia e ascolto attivo e leadership e influenza sociale – e, infine, al controllo di qualità.
Le aziende prevedono che nei prossimi cinque anni il 44% dei lavoratori sarà costretto a cambiare le sue competenze, in particolare le capacità cognitive, come conseguenza della crescente importanza della risoluzione di problemi complessi sul posto di lavoro. L’impatto sulla formazione è significativo: sei lavoratori su 10 richiederanno una formazione prima del 2027, ma oggi solo la metà dei lavoratori ha accesso a adeguate opportunità di formazione.
Il report completo è disponibile al seguente link: report.
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