Taxing Wages 2020 (Ocse): in Italia cresce il cuneo fiscale, nel 2019 arriva al 48%

Report annuale dell'OCSE.

Nella graduatoria OCSE 2020 riferita all’anno 2019 l’Italia si attesta al terzo posto, dopo Belgio e Germania, per cuneo fiscale, pari al 48,0% del costo del lavoro. Per effetto del Dl n.3/2020, da luglio 2020 scenderanno gli oneri fiscali a carico del lavoratore: secondo le nostre simulazioni sulla retribuzione lorda annua OCSE per il 2019, il cuneo si ridurrebbe al 46,7%. 

L’Ocse ha diffuso il rapporto ‘Taxing wages 2020’ (riferito all’anno 2019) dedicato al cuneo fiscale, da cui emergono i differenziali esistenti tra i 36 Paesi che fanno parte dell’Organizzazione.
Il cuneo fiscale misura la differenza tra il costo del lavoro per il datore di lavoro e la corrispondente retribuzione netta del lavoratore. Tale cuneo è la somma di due principali componenti: l’imposta sul reddito delle persone fisiche da un lato e i contributi previdenziali dall’altro. Il dipendente si fa carico dell’imposta e di parte dei contributi previdenziali, il datore di lavoro della restante parte dei contributi previdenziali.
Il calcolo viene effettuato applicando le normative fiscali e previdenziali vigenti nel 2019 alla retribuzione media determinata per ogni Paese1 .

Nel grafico seguente viene riportata la graduatoria dei Paesi relativa al cuneo fiscale (in percentuale sul costo del lavoro) di un lavoratore senza carichi familiari:

imm1 - graduatoria

Fonte: OCSE

In media l’incidenza di oneri e tasse a carico di imprese e lavoratori nei 36 paesi si colloca al 36,0%, ma le differenze sono molto significative: si va dal 7% del Cile a oltre il 52% per il Belgio.

In questa poco attraente graduatoria l’Italia si colloca nelle prime posizioni: nel nostro Paese un lavoratore standard single e senza figli a carico è sottoposto a un cuneo fiscale del 48,0%. La percentuale è composta per il 16,8% di imposte personali sul reddito e per 31,2% di contributi previdenziali che ricadono in parte sul lavoratore (7,2%) e in parte sul datore di lavoro (24,0%).
Il terzo posto dell’Italia è un gradino sotto il secondo posto della Germania (49,4%) e due sopra la Francia (46,7%). Il quarto Paese per importanza dell’Area Euro, la Spagna, è posizionata molto più in basso nella graduatoria, al 15° posto con il 39,5%.

Il cuneo fiscale può essere riproporzionato calcolando il suo ammontare in rapporto alla retribuzione netta, anziché in percentuale del costo del lavoro.

imm2 - comp cuneo fiscale

Fonte: elaborazione Centro Studi Assolombarda su dati Ocse

Il grafico rappresenta la situazione dell’Italia e dei suoi tre principali concorrenti dell’Area Euro.

Se in Germania il cuneo fiscale quasi equivale il netto in busta percepito dal lavoratore, in Italia e Francia la situazione è migliore solo di poco. Tra i quattro Paesi è la Spagna distinguersi, grazie a oneri fiscali e previdenziali che, sommati, superano di poco il 70% del valore del salario erogato al lavoratore.

Pur al primo posto, inoltre, va notato che la Germania mostra una quota di oneri a carico dell’impresa pari alla metà di quella dovuta dal lavoratore.

Il grafico successivo riporta la graduatoria dei Paesi riordinati in funzione decrescente del costo del lavoro (relativo alla retribuzione media del Paese, che l’OCSE prende a riferimento per il confronto) espresso in Euro correnti (valute convertite con tasso di cambio medio del 2019) e mette in evidenza la retribuzione (in azzurro) al netto del cuneo fiscale (rosso):

imm3 - graduatoria euro

Fonte: elaborazione Centro Studi Assolombarda su dati Ocse

Il grafico mostra come il Belgio, ad esempio, presenti un costo del lavoro medio (63.010 euro l’anno) superiore dell’1,5% rispetto a quello dell’Austria (62.069 euro): i lavoratori austriaci, però, percepiscono in media 32.333 euro in busta paga, il 7,4% in più rispetto ai 30.092 euro dei lavoratori belgi.

Si nota anche che nel nostro Paese il netto in busta corrispondente alla retribuzione media è di 21.618 euro, analogo a quello della Spagna (21.646 euro): ma mentre in Spagna il costo del lavoro corrispondente non raggiunge i 36mila euro in Italia sfiora i 42mila, con un differenziale di oltre il 16%.

Con il riconoscimento in favore dei lavoratori dipendenti di una somma a titolo di trattamento integrativo del reddito e di una detrazione dall'imposta lorda, inserito nel Dl 5 febbraio 2020, n. 32, il cuneo fiscale dell’Italia nell’anno 2020 scenderà, secondo la nostra simulazione sui dati 2019 OCSE dal 48,0% al 46,7% (con una retribuzione annua ‘media’ pari a 31.602):

imm4 - lavoratore azienda

Fonte: elaborazione Centro Studi Assolombarda su dati Ocse

imm5 - box calcolo

Per l’Italia la retribuzione media utilizzata viene calcolata sulla base delle rilevazioni Oros dell’ISTAT (che producono informazioni trimestrali sull’andamento di occupazione, retribuzioni e oneri sociali nelle imprese con dipendenti), utilizzando anche dati amministrativi di fonte Inps.

2 https://www.assolombarda.it/servizi/fisco/documenti/testo-coordinato-decreto-legge-5-febbraio-2020-n-3

Il report completo dell'OCSE è visualizzabile al seguente LINK.

 

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