Prometeia: crescita del PIL italiano al +1,1% nel 2023, stima al rialzo dal +0,7% di marzo. Frena l’economia mondiale, ma con possibilità di soft landing
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Rapporto di Previsione Prometeia
Rallenta l’economia mondiale, ma lo scenario rimane comunque positivo: il calo dell’inflazione e la tenuta del mercato del lavoro, a sostegno quindi dei consumi, sembrano permettere un soft landing per le principali economie mondiali.
Rallenta l’economia mondiale nel 2023, ma senza recessione: PIL statunitense al +1,5%, UE al +0,7%.
Nel primo trimestre 2023 l’economia mondiale si è dimostrata resiliente nonostante le aspettative di recessione rafforzatesi sul finire dello scorso anno a seguito del forte aumento dei tassi di interesse: infatti, la stretta monetaria attuata dalle principali banche centrali, non ancora entrata in territorio fortemente restrittivo, sembra aver avuto effetti contenuti sull’attività economica.
Il confermato rallentamento dell’economia globale è parzialmente controbilanciato dal calo dell’inflazione complessiva a seguito del rientro dei prezzi dell’energia e dei beni alimentari e da ancorate aspettative sull’inflazione. La graduale riduzione dei bilanci delle banche centrali e le politiche fiscali più restrittive dei maggiori Paesi potrebbero esacerbare ulteriormente il rallentamento dell’attività economica, ma in un contesto in cui i redditi delle famiglie sono sostenuti dal buon andamento dell’occupazione e i consumi rimangono consistenti nonostante l’inflazione elevata (anche grazie all’extra risparmio accumulato in pandemia), la possibilità di un soft landing appare concreta.
L’economia statunitense nel primo trimestre 2023 appare più forte delle attese (+0,5% sul quarto trimestre 2022 rispetto al +0,2% rilasciato a marzo) e i consumi delle famiglie registrano un’accelerazione inattesa. L’inflazione sia complessiva che core è in calo, ma la crescita dei salari (che a maggio hanno chiuso il gap con l’inflazione) e il mancato rientro di squilibri tra domanda e offerta sul mercato del lavoro mantengono alto il rischio di ripresa dei prezzi. Ci sono, comunque, altri segnali che fanno ben sperare: il mercato immobiliare residenziale sembra stabilizzarsi e gli investimenti non residenziali sembrano non essere stati troppo colpiti dal più alto costo di credito, senza dimenticare i benefici derivanti dall’Inflation Reduction Act. Questi elementi, nel loro insieme, portano a stimare che il PIL degli Stati Uniti crescerà del +1,5% nel 2023.
Per l’Unione Europea si prevede invece un’espansione del PIL del +0,7%, a indicare che, nonostante la stagnazione economica del primo trimestre 2023, il peggio sembra superato. Il -0,1% congiunturale registrato nei primi mesi dell’anno in corso è dovuto alla contrazione nei consumi delle famiglie, caratterizzate da una maggiore propensione al risparmio rispetto al periodo pre-pandemia. Inoltre, non va trascurato che in Europa la crisi energetica è stata più profonda rispetto agli Stati Uniti, e le incertezze causate dalla guerra hanno richiesto significativi interventi da parte dei paesi europei, lasciando dietro di sé prezzi più elevati. Tuttavia, in assenza di nuove tensioni sui prezzi dell’energia e quindi a un ulteriore calo dell’inflazione, il deterioramento del potere d’acquisto delle famiglie è previsto ridursi e i consumi di beni e servizi potrebbero tornare a crescere.
Grafico 1 – Crescita del PIL negli Stati Uniti e Unione Europea
Fonte: Rapporto di Previsione luglio 2023, Prometeia
Le previsioni per l’Italia: un primo trimestre sorprendente e un’uscita dalla crisi senza recessione
Dopo un 2022 sorprendente (+3,8%), anche nel primo trimestre 2023 l’economia italiana è risultata fra le più dinamiche dell’area euro, con un’espansione del +0,6%. Questi risultati sono dovuti anche al fatto che le conseguenze della guerra non si sono ancora manifestate appieno: infatti, il peggioramento nei climi di fiducia provocato dallo scoppio del conflitto russo-ucraino non si è tradotto in una contrazione della spesa né per i beni di consumi né per gli investimenti. Lato inflazione, si prevede un calo abbastanza veloce, che si potrebbe manifestare già nella seconda metà dell’anno in corso, anche grazie alla fase avanzata del pass-through lungo gli stadi dalla produzione alla distribuzione.
In prospettiva, si stima quindi che l’economia italiana possa uscire dalla crisi inflazionistica senza cadere in recessione, segnando un +1,1% per il 2023 e attraversando un periodo di stagnazione nei prossimi anni.
Grafico 2 – PIL Italia (var % annuale)
Fonte: Previsioni Prometeia su dati Istat
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