Previsioni Excelsior sui fabbisogni professionali 2019-2023
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Rapporto Excelsior.
In sintesi
Sono state diffuse le previsioni aggiornate a ottobre del Sistema Informativo Excelsior realizzato da Unioncamere in collaborazione con Anpal sulla base della rilevazione campionaria periodica, effettuata dal Sistema delle Camere di commercio, dei programmi occupazionali delle imprese con dipendenti dell’industria e dei servizi.
Excelsior prevede che, tra il 2019 e il 2023, lo stock nazionale di occupati possa crescere annualmente in misura compresa tra 352.000 (scenario A, tasso di crescita medio annuo del PIL aggregato per il periodo 2019-2023 pari allo 0,6%) e 535.000 unità (scenario B, crescita media annua 0,9%, analogo a quanto previsto per lo scenario programmatico nel NADEF di ottobre 2019), un tasso medio annuo che potrà quindi variare tra lo 0,3% e lo 0,5%.
La “Digital Trasformation” e l’Ecosostenibilità avranno un peso determinante nel caratterizzare i fabbisogni occupazionali dei diversi settori economici, arrivando a coinvolgere tra il 26% e il 29% dei lavoratori di cui le imprese e il settore pubblico avranno bisogno nei prossimi 5 anni.
Trasformazione digitale
In particolare, si stima che le imprese e la PA ricercheranno nel quinquennio tra circa 275.000 e circa 325.000 lavoratori con specifiche competenze matematiche e informatiche, digitali o connesse a “Industria 4.0”, corrispondenti a 55.000 e 65.000 lavoratori all’anno. L’automazione legata all’evoluzione tecnologica distruggerà probabilmente alcuni posti di lavoro: ma altri ne verranno creati per nuove figure – alcune che non esistono ancora o non esistevano fino a pochi anni fa (per esempio quelle legate allo sviluppo dell’intelligenza artificiale, all’utilizzo dei big data o alla diffusione del cloud computing) o di figure già esistenti ma il cui “contenuto professionale” sta notevolmente cambiando (si pensi ai manutentori o ai progettisti), con la necessità quindi di un crescente livello di competenze digitali.
Ecosostenibilità
Per quanto riguarda la Green Economy - termine con il quale si definisce un modo di produrre rispettoso dell’ambiente, con ottimizzazione o riduzione dell’utilizzo di materie prime ed energia, sviluppo del riciclo, riduzione e riutilizzo degli scarti, ricorso alle fonti energetiche rinnovabili - saranno ricercati nel prossimo quinquennio dalle imprese italiane tra 519.000 e 607.000 lavoratori (tra i 100.000 e i 120.000 l’anno) con competenze green per cogliere al meglio le opportunità offerte dalla diffusione di modalità di produzione ecosostenibili.
Le filiere
L’aggregazione di alcuni tradizionali settori economici consente poi di individuare cinque filiere produttive che faranno da traino alla futura domanda di lavoro, rappresentando nel complesso - al netto dei fabbisogni per digitale ed ecosostenibilità - circa il 25% del fabbisogno occupazionale previsto nel periodo 2019-2023.
La filiera “salute e benessere” è legata all’invecchiamento della popolazione, la filiera “education e cultura” potrà beneficiare della forte crescita prevista della domanda di attività formative (lifelong learning), sulla filiera “meccatronica e robotica” si avranno gli effetti dell’evoluzione delle produzioni “4.0”, la filiera “mobilità e logistica” sta vivendo profonde trasformazioni a seguito dei cambiamenti nei modelli di acquisto e di consumo collegati alla diffusione di piattaforme di distribuzione on-line, la filiera “energia” dovrà fare i conti sia con un mercato con domanda costante o in calo, sia con una crescente necessità di riconvertire o ridimensionare le produzioni più inquinanti.
Il report completo è disponibile al seguente link: report completo.
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