L'export della meccanica strumentale italiana
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Decimo Rapporto Export SACE 2016-2019.
In sintesi
Il decimo Rapporto Export SACE 2016-2019 esplora il potenziale di uno dei settori di punta dell’export italiano: la meccanica strumentale.
EXPORT IS CALLING!
La meccanica strumentale è un settore eterogeneo che comprende: i macchinari “necessari” al funzionamento di un’altra macchina, gli “autonomi” che operano in maniera indipendente e i macchinari a uso specifico, ossia la meccanica in senso stretto.
Il commercio internazionale di meccanica strumentale vale 1.600 miliardi, di cui circa 80 miliardi sono costituiti da macchinari italiani.
Oltre il 50% dell’export della meccanica strumentale è concentrato in 5 Paesi, tra i quali l’Italia.
Si tratta di un mercato dominato dai Paesi avanzati, che sono al contempo produttori ed acquirenti dei prodotti ad alto contenuto tecnologico.
Fa eccezione la Cina che ricopre un duplice ruolo: hub produttivo per le aziende estere interessate ad espandersi nel mercato asiatico e punto di assemblaggio dei componenti prodotti nei Paesi limitrofi.
Il rapporto SACE analizza in particolare quattro comparti della meccanica strumentale:
- Macchine utensili;
- Macchine per la lavorazione di materie plastiche e gomma;
- Macchine tessili;
- Macchine per il confezionamento e l’imballaggio.
VIZI E VIRTÙ DELLE IMPRESE DELLA MECCANICA STRUMENTALE
Le imprese italiane della meccanica strumentale hanno un’elevata propensione all’export e hanno saputo raggiungere buoni risultati sotto il profilo della produttività: infatti, il fatturato per addetto dell’Italia è tra i più alti nell’Unione Europea (242mila euro a testa).
La produzione è concentrata nel Nord Italia, con la Lombardia e l’Emilia Romagna che, da sole, esportano oltre la metà dei macchinari italiani.
Il settore, però, risente della ridotta dimensione aziendale e le stesse aziende italiane percepiscono una più grande forza nel brand “made in Germany” .
Le direttrici lungo le quali dovrebbe svilupparsi il settore sono: la crescita dimensionale (bigger), l’internazionalizzazione spinta (wider) e l’innovazione (smarter).
EXPORT COMPLESSIVO ITALIANO: DOVE E COME
Secondo le previsioni SACE l’export di beni italiani crescerà del 3,2% nel 2016, ad un ritmo più lento rispetto al 3,8% del 2015.
Dai 414 miliardi di euro del 2015 l’Italia raggiungerà i 480 miliardi nel 2019: i Paesi dove la domanda di beni italiani crescerà di più sono Emirati Arabi Uniti, Filippine, India, Messico, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti che, tra le economie avanzate, continueranno a fungere da traino.
Il maggior incremento in valore dell’export italiano proverrà dai beni strumentali (+4,3% in media nel periodo 2016-2019): in particolare, SACE prevede che l’export della meccanica strumentale sfiorerà i 100 miliardi di euro nel 2019 (+16% rispetto al 2015).
Il report completo è disponibile al seguente link: report completo.
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