Le sfide della politica economica

Scenari economici Confindustria n. 24 – Settembre 2015

 

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In sintesi

In un contesto di stagnazione secolare e globalizzazione in stallo (strutturalmente abbassati i ritmi di crescita del Pil e degli scambi commerciali), nel corso dell’estate lo scenario economico internazionale è cambiato

  • Frena il commercio mondiale (+1,5% la variazione prevista dal CSC per il 2015), a causa dell’ulteriore rallentamento degli emergenti, Cina in primis. Se da un lato il rallentamento della Cina è fisiologico, dati gli alti livelli di reddito raggiunti, dall’altro, sarà cruciale il passaggio di testimone da una crescita basata su export e investimenti a una crescita basata sui consumi. Se il meccanismo si dovesse inceppasse, e il Pil cinese dovesse crollare dal 7,3% del 2014 al 4%, l’impatto a livello mondiale sarebbe del -1,1% (-0,5% su Italia). I dubbi sul buon esito della transizione cinese (su cui tuttavia il CSC si mostra ottimista) si sono riflessi sui mercati finanziari, con un’impennata dell’incertezza in agosto. Quali ulteriori fattori di rischio, l’evoluzione della situazione greca, la tempistica e l’entità del rialzo dei tassi da parte della Fed, la minaccia della  deflazione.
  • Quale dato positivo, cala ulteriormente il prezzo del petrolio, dato l’eccesso di offerta legato alla debolezza del commercio mondiale

Tuttavia, al momento l’evoluzione dello scenario globale è complessivamente favorevole all’Italia, e porta le previsioni di crescita per l’Italia nel 2015 al +1%

  • I nuovi dati indicano maggiori incrementi di Pil e occupazione (grazie a Jobs Act e decontribuzione sulle nuove assunzioni a tempo indeterminato), creando un circolo virtuoso che alimenta fiducia  e crescita.
  • Riviste dunque al rialzo le previsioni: +1% la crescita 2015, e +1,5% per il 2016; +2,8% la variazione 2015 del rapporto Deficit/Pil (+2,1% nel 2016)
  • Perché credere in una accelerazione? In aggiunta ai fattori prima citati (vedi ad esempio, un risparmio sulla bolletta petrolifera pari a 21 miliardi), pesano favorevolmente l’andamento della stagione turistica, EXPO (con un successo al di là delle attese), l’accelerazione della fiducia, e la ricomposizione del bilancio pubblico
  • Ottimismo dunque, ma occhio ai livelli: il Pil resta sui valori del 2000, l’occupazione su quelli del 2007

La ripresa in atto permette un recupero sul fronte disoccupazione, utilizzo degli impianti e risparmio privato. Occorrono però misure ad hoc in relazione a credito bancario, costruzioni, redditività e CLUP

  • Al di là dell’andamento dell’offerta di credito (in leggerissimo recupero) e di una persistente debolezza degli investimenti in costruzioni, quello che “soffoca” le imprese italiane è una redditività ai minimi e un CLUP assolutamente non allineato rispetto ai principali competitor europei.
  • In entrambi i casi, pesa una dinamica delle retribuzioni slegata dalla produttività e dal contesto economico

Secondo l’opinione del CSC, l’accelerazione in atto sembra dunque in parte legata a una “buona annata”. Per confermarla, occorre inserire una marcia in più

  • Occorre aumentare il passo del Pil potenziale
  • In questo senso, l’unica strada è quella delle riforme, come bene illustra l’esempio della Spagna, che grazie alle riforme attuate, cresce ora più del triplo dell’Italia

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