Il CSC rivede al ribasso al -9,6% le previsioni Pil Italia 2020
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Congiuntura Flash CSC.
Revisione al ribasso del PIL Italia: faticosa risalita dopo il crollo, investimenti ed export soffrono più dei consumi.
Il PIL italiano a -9,6% nel 2020
Il Centro Studi di Confindustria ha rivisto decisamente al ribasso le previsioni del PIL italiano: da -6,0% previsto a fine marzo, la stima ora è aggiornata al -9,6% per il 2020.
Due sono i fattori che hanno accentuato la già profonda caduta del PIL: 1) il prolungamento per decreto dal 13 aprile al 4 maggio, con poche eccezioni, della chiusura parziale dell’attività economica in Italia; 2) un più forte calo della domanda, domestica ed estera, che frena anche l’attività delle imprese autorizzate a riaprire.
Se nel 1° trimestre il PIL ha subìto un crollo oltre le attese (-4,7%), per il 2° trimestre il CSC prevede un calo del -9,0%, mentre per il 3° e il 4°, con il 100% di settori aperti, è atteso un parziale recupero, frenato da scorte accumulate e difficoltà di molte imprese, che proseguirà nel 2021 (+5,6%).
Crollo degli investimenti (-15,5%), forte impatto sui consumi (-9,9%), export in caduta (-14,2%)
• Le decisioni di investimento saranno rinviate per quasi tutto il 2020 a causa dell’incertezza sui tempi dell’effettiva fine dell’emergenza sanitaria, degli stock di invenduto e dell’assenza di liquidità dovuta al crollo dei fatturati delle imprese. La caduta senza precedenti (-15,5%; -10,6% stimato a marzo) verrà recuperata solo in parte nel 2021 (+9,1%).
• Le misure anti-contagio hanno in gran parte congelato i consumi a marzo e aprile. La riapertura graduale di attività commerciali e la maggiore libertà di movimento attenueranno la caduta, da maggio; tuttavia, resterà prudente la gestione dei bilanci familiari (-14% la spesa nel 1° semestre). Con un recupero nel 2° semestre, il calo nel 2020 sarà di -9,9% (seguito da +5,7% nel 2021).
• L’impatto della crisi sull’export è evidente nei dati doganali di marzo (-16,8%) e gli indicatori qualitativi puntano a un peggioramento nel 2° trimestre. Nello scenario CSC, l’export di beni e servizi crollerà di oltre il 14% nel 2020, recuperando solo in parte nel 2021. La caduta è maggiore di quella del commercio mondiale (-12,0%), per la particolare debolezza di Europa e USA; la risalita sarà più robusta. L’import, correlato all’export, riflette anche il forte calo di consumi e, soprattutto, di investimenti.
Mercato del lavoro: disoccupazione all’11,1% nel 2020
L’estensione eccezionale della CIG quest’anno permetterà un forte aggiustamento al ribasso delle ore lavorate e la salvaguardia di posti di lavoro.
• L’occupazione in termini di ULA seguirà il PIL, con un -7,6% nel 2020 (e +3,5% nel 2021), ma terrà in termini di teste.
• Il tasso di disoccupazione crescerà meno che altrove, anche per l’aumento degli inattivi (+300mila a marzo, per la difficoltà di compiere azioni di ricerca). Ma faticherà a scendere nel 2021 (11,3%), quando la creazione di posti di lavoro sarà spiazzata dal riallungamento degli orari e più persone cercheranno un impiego.
I prestiti alle imprese sono cruciali
I prestiti alle imprese hanno ricominciato a crescere a marzo (+1,4% annuo, -1,2% a febbraio), con costo ai minimi (1,1%). Il CSC assume che le garanzie pubbliche aiutino a irrobustire il credito, pur con ritardo, in linea col fabbisogno di liquidità creatosi nelle imprese, evitando scenari peggiori. Contribuiscono i prestiti BCE a banche dell’Eurozona (+346 miliardi), a un tasso fino al -1,0%.
Il report completo è disponibile al seguente LINK.
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