I prezzi delle materie prime a tre settimane dall’inizio del conflitto in Ucraina
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A tre settimane dall’inizio del conflitto le imprese continuano ad affrontare i considerevoli rincari delle materie prime per le quali Russia e Ucraina sono importanti fornitori globali, con seri impatti su margini e operatività.
Dopo le fiammate dei giorni precedenti, nell’ultima settimana alcune tensioni si sono parzialmente ridimensionate, ma i livelli di tutte le materie si confermano superiori a quelli della prima parte di febbraio 2022 e ancor di più rispetto al pre pandemia.
Spicca su tutti l’aumento dell’energia, con il prezzo del gas naturale europeo che il 16 marzo risulta nove volte quello medio di gennaio 2020 e che spinge al rialzo l’energia elettrica in Italia, oggi quasi 6 volte il valore di inizio 2020.
Forti stress si rilevano anche per frumento e mais, entrambi con rincari superiori al +90% e soprattutto pressioni crescenti dal 24 febbraio scorso.
Sul fronte dei metalli, sia acciaio sia nichel proseguono nella corsa al rialzo: +207% il primo rispetto al pre Covid e + 260% il secondo, quest’ultimo in particolare avendo persino registrato alcune sospensioni delle contrattazioni negli ultimi giorni. Rilevanti sono anche gli aumenti di alluminio e ferro, le cui ultime quotazioni si posizionano rispettivamente del +88% e del 60% sopra la media di inizio 2020, mentre il rame evidenzia un complessivo +69%.
Infine, il legno è la materia prima con la maggior volatilità nelle ultime settimane e al momento segna un +181% sul pre Covid (avendo toccato punte anche del +260% nel corso di queste ultime tre settimane).
L'analisi completa è disponibile al seguente LINK.
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