Gli effetti dell’intelligenza artificiale sull’economia secondo Goldman Sachs

Report Goldman Sachs

Secondo il report The Potentially Large Effects of Artificial Intelligence on Economic Growth” di Goldman Sachs, l’intelligenza artificiale potrebbe incrementare il PIL globale di circa 7.000 miliardi di dollari. Gli impatti saranno significativi sul mercato del lavoro e sull’economia: nell’Eurozona, circa il 24% delle mansioni rischia di essere automatizzato; al tempo stesso, potrebbe generare un boom della produttività del lavoro pari a quasi +1,5 p.p. annui.

L’adozione dell’IA potrebbe generare una crescita aggiuntiva del PIL globale del +7,0% nell’arco di 10 anni

A livello globale, l’adozione dell’IA potrebbe generare una crescita del PIL del +7,0% nell’arco di 10 anni, pari all’incirca a 7.000 miliardi di dollari. Queste stime presentano però numerose incertezze, legate alle tempistiche di diffusione della tecnologia, ma anche agli effettivi limiti dell’IA. 

L’intelligenza artificiale generativa[1] (IA), si distingue dalle altre forme di intelligenza artificiale per essere in grado di abbinare la capacità di creare nuovi contenuti, quasi indistinguibili da quelli umani, alla sua accessibilità che la rende alla portata di gran parte delle persone. L’interesse nei confronti dell’IA ha già attirato cospicui investimenti da parte delle imprese: secondo l’AI Index Report 2022 dell’Università di Stanford, negli Stati Uniti essi ammontavano a circa 53 miliardi di dollari al 2021, e nel 2030 potrebbero raggiungere una somma pari all’1% del PIL statunitense.

Nell’Eurozona, il 24% delle mansioni rischia di essere automatizzato dall’IA

I fattori citati in precedenza hanno permesso all’IA di diffondersi notevolmente negli ultimi anni, generando al contempo dubbi riguardo al suo impatto sul mercato del lavoro e sull’economia in generale.A livello europeo, il 24% delle mansioni [2] rischia di essere automatizzato dall’IA, con una maggiore incidenza nelle occupazioni impiegatizie e professionali (dove rispettivamente il 45% e il 34% delle mansioni rischia di essere automatizzato), mentre sono meno esposte professioni con una maggiore intensità di lavoro fisico come i conduttori di impianti e macchinari e addetti al montaggio (7%) e gli artigiani (4%). Un risultato simile si osserva negli Stati Uniti, dove complessivamente il 25% delle mansioni è a rischio automazione, concentrate in 13 categorie di lavoratori[1]. A livello globale la quota scende al 18%, con valori più bassi nei mercati emergenti e quote superiori nelle economie avanzate. 

Da queste stime emerge che, per gli Stati Uniti circa il 30% dei lavoratori non subirebbe conseguenze dalla diffusione dell’IA, mentre 7 lavoratori su 10 sarebbero interessati dalla diffusione su larga scala dell’IA. In particolare, questa tecnologia potrebbe sostituire il 7% della forza lavoro, mentre la maggior parte, pari al 63%, riuscirebbe a integrare l’IA nella propria professione.

Figura 1 – Quota di attività lavorative esposte all’automazione dell’IA nell’Eurozona, per professione

FIGURA AI

Fonte: Goldman Sachs Global Investment Research

La diffusione su larga scala dell’IA potrebbe aumentare la crescita della produttività nell’Eurozona di quasi +1,5 p.p. annui per 10 anni

L’elevata incidenza dell’IA sul mercato del lavoro crea quindi i presupposti per un potenziale boom della produttività, con un impatto significativo sulla crescita dell’economia. Da una parte, i lavoratori che implementeranno l’IA nella loro attività lavorativa assisteranno a un aumento della propria produttività: in media, gli studi accademici sul tema stimano un incremento della crescita della produttività dei lavoratori all’interno delle aziende tra i 2 e i 3 p.p. in seguito all’adozione dell’IA. Dall’altro lato, i lavoratori che perderanno il proprio posto a causa dell’IA potrebbero essere reimpiegati in attività lavorative non ancora esistenti legate a questa tecnologia, oppure in nuovi posti di lavoro generati dall’incremento della domanda aggregata, come conseguenza dell’aumento della produttività. Mettendo insieme questi elementi, gli autori stimano che, nello scenario base, l’IA causerà un incremento del tasso di crescita della produttività del lavoro nell’Eurozona pari a quasi +1,5 p.p. annui nell’arco dei 10 anni successivi al boom, coincidente con l’adozione diffusa della tecnologia da parte delle imprese. Incrementi paragonabili si osserveranno negli Stati Uniti e nelle altre economie avanzate. Prevedere le tempistiche di questo processo è complicato; tuttavia, è possibile farsi un’idea osservando ciò che è avvenuto in passato per grandi scoperte tecnologiche come il motore elettrico e il PC: in entrambi i casi, il boom di produttività è avvenuto a circa 20 anni dalla sua scoperta, quando la tecnologia era stata adottata da più o meno la metà delle imprese.

Figura 2 – Incremento della crescita della produttività annua nei 10 anni successivi all’adozione dell’IA

figuraAI2

Fonte: Goldman Sachs Global Investment Research

 

Il report completo è disponibile al link.

[1] Esempi di IA generativa sono ChatGPT per la creazione di testi e DALL-E per la creazione di immagini.

[2] Sulla base del database ESCO.

[3] La classificazione O-NET ne prevede complessivamente 39.

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