Esportare la dolce vita 2021
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Rapporto annuale CSC e Sace.
In sintesi
I pilastri portanti del Bello e Ben Fatto (BBF) sono le “3F” (Fashion, Food, Furniture), ai quali si aggiungono quelli relativi alla Ceramica, alla Cosmetica, alla Nautica e all’Industria automobilistica.
Prima della pandemia
Se si guarda il mondo prima della pandemia il BBF vale 135 miliardi di euro, rappresentato da 628 tipi di prodotto sui 4.589 complessivamente esportati nel mondo.
I Paesi avanzati assorbono 114 miliardi di euro delle esportazioni di BBF, mentre oltre 20 miliardi sono diretti nei mercati dei Paesi emergenti che, pur rappresentando ancora una quota bassa e non priva di rischi, mostrano potenziali di crescita elevati.
L’Asia è l’area geografica dove la classe media benestante si sta diffondendo più rapidamente, trainata soprattutto dalla Cina con uno stock di oltre 265 milioni di cittadini con redditi e standard di consumo in linea con quelli dei Paesi avanzati nel 2020: questo numero potrebbe crescere di altri 70 milioni di unità da qui al 2025.
Le quote italiane dei prodotti BBF si sono consolidate prima della crisi: mentre la domanda mondiale cresceva a un ritmo medio annuo del 3,6%, le esportazioni italiane correvano al 5,6%.
I danni della crisi
Nel corso del 2020 le esportazioni di prodotti BBF dell’Italia messe a confronto con quelle di altri grandi paesi manifatturieri europei (Francia, Germania e Spagna) mostrano una tenuta maggiore; diversamente, le esportazioni della Cina (che hanno registrato una caduta drastica a febbraio), hanno ripreso a crescere prima e a un ritmo più sostenuto. In tal modo la Cina è stata in grado di guadagnare quote di commercio mondiale nei comparti chiave del BBF. In particolare, l’economia cinese ha mantenuto o accresciuto quote nei comparti Occhialeria, Arredo, Chimica, farmaceutica e cosmetica, nella lavorazione del Vetro, nella produzione di Veicoli a motore e nel comparto di Elettrotecnica ed elettronica.
Il settore maggiormente colpito è il Tessile, moda e accessorio (costituito da calzature, concia, occhialeria, gioielleria-oreficeria, pellicceria, pelletteria, tessile-abbigliamento).
Nel 2020 il fatturato annuo di questo comparto è stimato in calo del 26,0% (stima Confindustria Moda), pari ad una perdita di oltre 25 miliardi di euro.
Perdite importanti si sono registrate anche nell’Arredo e Illuminazione, che ha perso l’8,9%.
Altre perdite dei comparti del BBF riguardano la Ceramica (-4% nel 2020 sul 2019), Alimentari e Bevande (-10,1%), Automotive (-13,5%).
Al contrario, nonostante l’impatto della crisi sul turismo nautico, l’industria nautica non ha risentito degli effetti economici della pandemia.
Il potenziale del BBF
Gli Stati Uniti sono il mercato con il più alto potenziale in termini assoluti, 15,5 miliardi di euro di possibile export aggiuntivo. Tuttavia, anche Francia, Germania e Regno Unito rappresentano mercati importanti e che complessivamente valgono 13,7 miliardi di euro di potenziale (in particolare, Germania 5,2 mld €, Francia 4,4 mld € e Regno Unit 4 mld €)
Tra i mercati asiatici si cita la Corea del Sud (3,3 miliardi di possibile export aggiuntivo per il BBF): essa rappresenta un’ottima opportunità considerata la sua crescita tendenziale rallentata solamente dalla pandemia (è la quarta potenza economica asiatica dopo Cina, Giappone e India).
Le economie appena elencate rappresentano esempi di mercati in cui le esportazioni italiane del BBF possono ancora crescere. Tuttavia, alcuni di essi giocano anche il ruolo di competitor delle vendite dei prodotti del BBF. In particolare., sono da citare Cina, Germania, USA, Francia e Spagna.
In valore, i settori a più alto potenziale sono: Veicoli a motore (14 mld € di possibile export aggiuntivo), Chimica , farmaceutica e cosmetica (11 mld €) , Alimentare (8 mld €), Abbigliamento e tessile casa (8 mld €).
E-commerce
L’analisi offre un approfondimento sulle vendite online che la pandemia ha fortemente accelerato.
A fine 2020, su una popolazione mondiale di 7 miliardi e 800 milioni di persone, avevamo più di 5 miliardi e 200 milioni di smartphone, 4 miliardi e 700 milioni di utenti internet e 4 miliardi e 200 milioni di utenti sui social media: si tratta di un importante bacino di potenziali acquirenti.
La chiusura prolungata dei negozi e, in particolare, dei centri commerciali ha fatto crescere in maniera impressionante gli acquisti online da parte dei consumatori in tutto il mondo, costringendo anche le imprese più tradizionali ad avviare un progetto di trasformazione digitale, ormai improcrastinabile.
A fine 2020, a livello globale, tra le macrocategorie relative ai BBF, la più comprata è stata quella dei prodotti Moda e Beauty, la seconda Alimentari, bevande e cura della persona, seguita da Arredamento e accessori casa.
In Italia l’e-commerce si sta sviluppando lentamente: l’Italia è fuori dalla top ten dei paesi secondo la spesa pro-capite annua in shopping online (spesa annua per consumatore in Italia 619 dollari contro i 2.012 della Corea del Sud).
RCEP – Regional Comprehensive Economic Partnership
Un altro importante elemento di riflessione per la crescita delle esportazioni BBF italiane è dato dall’accordo commerciale di libero scambio RCEP (Regional Comprehensive Economic Partnership): esso coinvolge 15 paesi (dieci paesi del gruppo ASEAN più Australia, Cina, Corea del Sud, Giappone e Nuova Zelanda), il cui peso in termini di PIL e popolazione globale è pari al 30%.
A partire dal 2000 l’Italia ha incrementato rapidamente il valore delle proprie vendite di beni verso i paesi RCEP, passate da poco meno di 15 a 38,7 miliardi di euro nel 2019 o, in termini relativi, dal 6% all’8% dell’export complessivo italiano.
Anche nel 2020, a seguito della crisi pandemica, le esportazioni verso le economie RCEP hanno mostrato una flessione inferiore rispetto alle altre geografie, sostenute in particolare dall’andamento pressoché stabile in Cina (-0,6%), che da sola rappresenta oltre un terzo delle vendite italiane complessive verso i 15 paesi.
L’Italia esporta beni in Cina per circa 13 miliardi di euro, ma importanti mercati di sbocco sono anche Giappone, Corea del Sud, Australia e Singapore. A livello settoriale l’area RCEP acquista dall’Italia prodotti delle categorie merceologiche Meccanica strumentale, seguita da Chimica, Tessile e abbigliamento, Mezzi di trasporto e Alimentari e bevande.
Il report completo è disponibile al LINK.
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