Donne STEAM: evoluzione e scenari in Lombardia
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Rapporto Assolombarda e IRS sulla presenza femminile nei percorsi STEAM.
Sintesi
Gli ultimi anni sono stati caratterizzati da una accelerazione dell’innovazione tecnologica e da profondi mutamenti nella struttura produttiva e nel mercato del lavoro in Lombardia con una forte crescita della domanda di competenze tecnico-scientifiche che non trova riscontro in una crescita dell’offerta. In particolare permane un significativo gap di genere nei percorsi STEM. Con l’acronimo STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) si intendono le competenze in materia di scienza, tecnologia, ingegneria e matematica.
Assolombarda con il progetto STEAMiamoci vuole incoraggiare la presenza delle ragazze nelle aree STEAM. Alle discipline scientifiche già comprese nell’acronimo “STEM”, Assolombarda ha aggiunto la “A” di Arte per la sempre maggiore interconnessione fra scienze e arte. L’idea di fondo è che la creatività, la progettualità e la sperimentazione possano rafforzare gli apprendimenti e le conoscenze relative alle discipline di tipo STEM. Si tratta quindi di competenze strettamente correlate all’innovazione, alla ricerca e all’alfabetizzazione digitale unite alle capacità di pensiero critico e alla creatività e che saranno sempre di più connesse allo sviluppo delle future professionalità e che potranno garantire la competitività delle imprese (soprattutto se micro e piccole) in un’ottica di intensificazione della competizione internazionale
Una attenta valutazione dell’offerta di tali competenze, attraverso un’analisi anche dei percorsi formativi, è quindi una condizione necessaria per potersi attrezzare in relazione agli scenari futuri che si stanno delineando, in particolare, in relazione alla recente accelerazione nell’innovazione tecnologica che ha portato ad un profondo mutamento dei processi produttivi e della loro struttura in tutti i settori, tanto da arrivare a parlare di “Rivoluzione 4.0” o “quarta rivoluzione industriale”.
Questo approfondimento intende contribuire al progetto STEAMiamoci presentando un quadro il più possibile dettagliato della presenza femminile nei percorsi STEAM e della sua evoluzione nel tempo, sulla base dei dati statistici (Indagine sulle Forze di Lavoro) ed amministrativi (MIUR) disponibili a livello regionale e sub-regionale.
Scenari occupazionali
Il progresso tecnologico e i mutamenti della struttura demografica (invecchiamento e flussi migratori) e produttiva (crescente internazionalizzazione dei mercati) rappresentano le sfide che la Lombardia dovrà affrontare nel medio periodo.
Oltre alla struttura produttiva, questi mutamenti hanno investito e investiranno anche il mercato del lavoro, sia nella nascita di nuove figure professionali e modalità lavorative, sia in una crescente richiesta di determinate competenze professionali. In particolare i cambiamenti tecnologici legati alla digitalizzazione porteranno ad una crescita della domanda di competenze tecnico-scientifiche e di competenze e abilità trasversali (le cosiddette soft skills) non facilmente sostituibili dalla tecnologia unite alla necessità di una alfabetizzazione digitale.
Capitale umano e competenze diventano fattori fondamentali nella cosiddetta knowledge economy, che prospetta in futuro un ruolo sempre più vasto: secondo Cedefop, tra il 2015 e il 2025 l’occupazione nelle professioni in campo scientifico ed ingegneristico nella UE28 crescerà del 13%, a fronte di un ben più modesto 3% nell’occupazione totale. Tenderanno ad essere penalizzate soprattutto le professioni facilmente sostituibili dalle macchine che richiedono delle competenze di carattere routinario poco o mediamente qualificato, sia nelle funzioni amministrative che nella produzione.
In Italia si prevede che la carenza di competenze ICT e STEM crescerà nei prossimi anni con il diffondersi delle tecnologie digitali. Secondo Cedefop le professioni che registreranno la maggiore carenza di manodopera nel nostro paese saranno proprio le professioni STEM, ed in particolare: matematici, attuari e statistici, analisti e sviluppatori di software e applicazioni web, ingegneri elettro-tecnologici; le professioni della salute; le professioni del marketing, design e creative in grado di utilizzare le nuove tecnologie.
Le scelte formative in ambito STEAM
Nonostante diversi studi mettano in evidenza tassi di occupazione più elevati tra i laureati in materie tecnico scientifiche, permane ancora un gap tra la partecipazione femminile e quella maschile ai percorsi formativi STEM. Dall’analisi emerge chiaramente che questo divario ha origine fin dalle prime scelte formative nelle scuole superiori e che la polarizzazione di genere è ancora più evidente nei percorsi professionali. Metà degli studenti delle scuole superiori di II grado della Lombardia sono ragazze. Se però si considerano i soli iscritti a corsi STEM la quota femminile scende al 30%. In particolare, negli indirizzi STEM degli istituti tecnici e professionali tale quota oscilla tra il 18 e il 20% (nei percorsi STEM della formazione professionale IeFP la presenza femminile non supera l’8%). Anche nei percorsi post diploma IFTS ed ITS, le ragazze rappresentano meno di un terzo degli iscritti.
Queste differenze proseguono anche nelle scelte dei percorsi universitari. In Lombardia più della metà degli iscritti in università è donna (54%). Invece, tra gli iscritti ai corsi di laurea STEM hard (che comprendono scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) solo uno studente su 3 è donna (33%). In particolare, tra le discipline STEM hard le ragazze sono solo un quarto degli iscritti ai corsi di ingegneria, costruzioni (24%).
Se la definizione di materie STEM viene estesa aggiungendo l’ambito sanitario e artistico, allora la presenza femminile è molto più elevata: nei corsi di medicina, farmacia e infermieristica, la quota di ragazze iscritte cresce fino al 63,3%, e raggiunge il 64,6% nei corsi di laurea in ambito artistico.
Le ragazze che scelgono percorsi STEM sono mediamente molto motivate e presentano performance accademiche migliori rispetto ai ragazzi: hanno valutazioni migliori, minori tassi di abbandono, e ottengono la laurea in tempi più brevi rispetto ai ragazzi.
Offerta e domanda di competenze STEAM
L’offerta di lavoro in ambito STEM/STEAM dipende sia dallo stock e dai flussi dei diplomati e laureati in ambito STEM/STEAM, che dalle scelte di partecipazione al mercato del lavoro.
In Lombardia, nel 2016 tra le laureate in età lavorativa, solo 1 donna su 6 (16,9%) è in possesso di un titolo di studio STEM hard, rispetto al 39,3% tra gli uomini. La quota di donne laureate in materie STEAM sale al 37,4%. Pur se ancora molto bassa, la quota di laureate STEM hard è comunque più elevata in Lombardia sia rispetto al dato nazionale (16,1%) che alla media europea (12,9%).
Tuttavia si registra un andamento negativo rispetto al 2008, in particolare nell’ambito del gruppo scienze, matematica e ICT, mentre risulta in crescita il numero di donne con un titolo in ingegneria, costruzione e architettura che rappresentano in termini di stock gli ambiti meno “femminilizzati” tra le discipline STEM hard (8,9% tra le donne e 29,6% tra gli uomini).
Risulta inoltre una minore propensione alla partecipazione al lavoro delle laureate STEM hard rispetto alle altre lauree, anche se in Lombardia i tassi di partecipazione al lavoro delle laureate sono comunque molto elevati e superiori a quelli nazionali. Tra le donne però, al contrario degli uomini, i tassi di partecipazione al lavoro più bassi si registrano proprio tra le laureate STEM hard, mentre i più alti si registrano per le laureate STEM plus (che comprendono medicina). La minore partecipazione al lavoro delle laureate STEM hard sembrerebbe legata alle difficoltà di inserimento lavorativo di queste laureate in ambiti professionali ad elevata prevalenza maschile e caratterizzati da condizioni di lavoro che rendono difficile conciliare lavoro e famiglia.
La domanda di professionalità STEAM in Lombardia è infatti più elevata della media a livello nazionale, ma è anche maggiore il divario con il tasso di occupazione maschile. Questo divario è particolarmente elevato tra i laureati STEM hard, raggiungendo i 12,4 punti percentuali rispetto ad una media di 8,8 punti percentuali per il totale dei laureati in Lombardia. Mentre tra gli uomini le professionalità STEM/STEAM godono di un tasso di occupazione più elevato rispetto agli altri uomini laureati (93,5% nel gruppo STEM hard e 93,6% nei gruppi STEM plus e STEAM), tra le donne la situazione si capovolge, con le laureate STEM hard che presentano i tassi di occupazione più bassi rispetto alle altre laureate in Lombardia (81,2% rispetto all’ 84,7% delle laureate STEM plus e al 83,5% delle laureate STEAM).
Inoltre, rispetto al 2008 si è registrata una flessione del tasso di occupazione tra le donne del gruppo STEM hard (-0,4 p.p.), a fronte di una crescita per tutti gli altri gruppi e, soprattutto, della crescita registrata dagli uomini dello stesso gruppo (+2,3%).
Rimane elevata anche la segregazione occupazionale. L’occupazione femminile si concentra nei Servizi di mercato ad alto contenuto di conoscenza, che pesano per circa il 9,2% sul totale dell’occupazione femminile in Lombardia. In questi servizi le donne rappresentano circa la metà degli occupati rispetto al 43% in EU28. Invece, nei settori della manifattura ad alto contenuto tecnologico e dei servizi tecnologici ad alto contenuto di conoscenza la presenza femminile è inferiore. La dinamica occupazionale tra il 2008-2016 ha rafforzato tale segregazione con l’occupazione femminile nella manifattura ad alto contenuto tecnologico che ha registrato un calo molto più elevato di quella maschile rispetto al 2008. Esistono inoltre ostacoli alla presenza femminile anche nel settore della ricerca. In Lombardia, nel 2014, il tasso di femminilizzazione delle attività di Ricerca & Sviluppo è inferiore sia rispetto all’Italia che all’ Europa. Tra gli occupati in R&S e i ricercatori, le donne sono solo il 33,4%.
Le difficoltà occupazionali delle laureate STEAM riguardano anche il tipo di occupazione e le retribuzioni. Nello specifico, emerge una minore diffusione dell’occupazione a tempo indeterminato tra le laureate STEAM rispetto agli uomini, con un differenziale che raggiunge i 14 punti percentuali (65% rispetto al 79% degli uomini) per i laureati specialisti. Emerge anche una minore diffusione del part time tra le donne STEAM rispetto alle colleghe non STEAM, indicazione di possibili maggiori problemi di conciliazione tra lavoro e famiglia.
La retribuzione netta mensile a quattro anni dalla laurea è mediamente inferiore a quella degli uomini con laurea specialistica STEAM. Tuttavia, rispetto alle altre laureate, le donne con laurea STEAM presentano retribuzioni mediamente più elevate e differenziali di genere mediamente inferiori. Le stime dei rendimenti a 4 anni dalla laurea, evidenziano che le lauree STEAM garantiscono un premio salariale rispetto alle lauree non STEAM più elevato per le donne che per gli uomini: + 14%, per le donne rispetto a + 10% per gli uomini.
Le lauree STEAM rispetto ad altre lauree presentano inoltre minori tassi di sovraistruzione (21% contro 40% per le laureate triennali e 18% contro 22% per le specialistiche) e di mismatch rispetto al percorso di studio (12% contro 21% per le laureate triennali e 14% contro 18% per le specialistiche) e con differenze di genere minime.
Implicazioni per le politiche
Dietro agli squilibri di genere in ambito STEM ci sono diversi fattori sociali, culturali ed economici che comportano differenze nelle aspettative relative al proprio ruolo nella famiglia e nel mercato del lavoro, oltre all’esistenza di stereotipi di genere che possono avere un ruolo cruciale nell’influenzare inclinazioni, preferenze o valori rispetto alle abilità scientifico-matematiche delle ragazze.
Per aumentare la presenza femminile nei percorsi STEAM tra le ragazze in particolare, è quindi necessario agire su tutti questi fronti: sul sistema sociale e culturale, sul sistema scolastico e formativo e sul sistema produttivo e mercato del lavoro.
In Europa la maggior parte degli interventi si sono concentrati sul sistema scolastico e universitario e sul sostegno ad una maggiore interazione tra sistema scolastico e universitario e sistema produttivo.
Tuttavia non basta aumentare l’esposizione delle ragazze alle materie scientifiche nelle scuole, ma bisogna anche orientare nella scelta dell’università e intervenire nel mercato del lavoro per fare in modo che le ragazze possano scegliere liberamente i percorsi di maggiore interesse. È quindi necessario agire anche sul contesto sociale e culturale, rafforzando la diffusione della cultura scientifica e promuovendo una prospettiva di genere nella comunicazione tecnico-scientifica in tutti i campi, attraverso il contrasto agli stereotipi e alla discriminazione di genere nei percorsi educativi e nel lavoro.
Le imprese e il settore privato possono assumere un ruolo importante per rafforzare la presenza femminile nell’occupazione STEAM, attraverso politiche di reclutamento e sviluppo delle risorse umane che superino gli stereotipi di genere e l’attivazione di misure family friendly nell’organizzazione del lavoro.
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