Commercio estero e attività internazionali delle imprese
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Rapporto annuale ISTAT - ICE.
In sintesi
ISTAT e ICE hanno presentato la diciottesima edizione dell’Annuario statistico “Commercio estero e attività internazionali delle imprese” che fornisce un quadro aggiornato sulla struttura e sulla dinamica dell’interscambio di beni e servizi. L’edizione 2016 è arricchita da un nuovo contenuto informativo relativo alle imprese esportatrici.
Commercio mondiale in forte rallentamento
Nel 2015 il commercio mondiale di beni (misurato in dollari a prezzi correnti) ha subito una forte battuta d’arresto rispetto al 2014 (-13,2%). I motivi di rallentamento potrebbero essere anche di natura strutturale: ad esempio, la frammentazione internazionale della produzione potrebbe aver ridotto il suo impulso espansivo sugli scambi, una volta raggiunta una configurazione di maggiore equilibrio nella divisione internazionale delle diverse fasi dei processi produttivi.
Per l’Italia sono cresciute in valore sia le esportazioni (+3,8%) sia le importazioni (+3,3%), mentre la quota di mercato sulle esportazioni mondiali è leggermente diminuita (da 2,84% a 2,79%). Occorre però considerare che nel panorama internazionale si sono registrati cambiamenti nella composizione merceologica della domanda mondiale: il cambio dei prezzi delle materie prime ha penalizzato tutti i paesi che le producono, avvantaggiando quelli, come l’Italia, specializzati nei manufatti.
Esportazioni dell’Italia e quota dell’Italia sulle esportazioni mondiali
(Anni 2006-2015, valori in milioni di euro e quote in percentuale)
Aree e principali paesi
La quota italiana di esportazioni mondiali è aumentata soprattutto in America settentrionale (da 1,62% a 1,75%), ma anche in Asia centrale e orientale.
Tra i principali mercati di sbocco delle esportazioni italiane primeggiano anche nel 2015 la Germania e la Francia (rispettivamente 12,3% e 10,2%). Seguono gli Stati Uniti (8,7%), il Regno Unito (5,4%) e la Spagna (4,8%).
I mercati più dinamici, invece, sono il Belgio, gli Emirati Arabi Uniti e il Canada.
Il territorio
Negli ultimi vent’anni le tendenze di fondo della distribuzione regionale delle esportazioni hanno portato ad una perdita della quota dell’Italia nord-occidentale, a vantaggio del Nord-Est e del Centro (mentre la quota del Mezzogiorno è rimasta marginale).
Dai primi dati del 2016 si assiste ad una continua perdita di quota da parte dell’Italia nord-occidentale, soprattutto per via della caduta delle esportazioni piemontesi (-7%).
Esportazioni di merci delle ripartizioni territoriali italiane
(Quote percentuali sul totale delle esportazioni regionali)
Operatori economici del commercio estero
Nel 2015 è cresciuto il numero di esportatori, raggiungendo 214.113 operatori economici: tuttavia l’incremento è stato alimentato dai cosiddetti “microesportatori”, cioè gli operatori che presentano un fatturato all’esportazione fino a 75 mila euro: si tratta di 133.615 esportatori che contribuiscono solo per lo 0,5% al valore complessivo delle esportazioni nazionali. L’ISTAT-ICE sottolineano la difficoltà di molti dei nuovi microesportatori a consolidare la loro presenza all’estero, senza limitarsi ad occasionali vendite nei mercati stranieri.
Diversamente, i 4.445 esportatori che appartengono alle classi di fatturato esportato superiore a 15 milioni di euro hanno rappresentato da soli il 70,3% delle vendite sui mercati esteri.
Operatori ed esportazioni per classe di valore all’export
(Anni 2011-2015, numero di operatori e valori in milioni di euro)
Il numero medio di mercati esteri per operatore è cresciuto anche nel 2015 e ha raggiunto un nuovo massimo (5,85). Tuttavia la presenza degli operatori economici in più paesi non caratterizza tutte le imprese: il 42,8% degli esportatori è presente in un mercato unico, mentre è solo il 15,6% a operare in oltre dieci paesi.
Il principale mercato, con ben 155.866 presenze, è l’Unione Europa. I primi cinque paesi per numero di presenze degli operatori commerciali italiani sono la Germania (70 mila circa), Francia (69 mila), Svizzera (54 mila), Spagna (48 mila) e Regno Unito (43 mila).
Il settore in cui si conta la maggior presenza all’estero è quello dei macchinari e apparecchi n.c.a. (44.475 presenze), seguito dal settore dei metalli di base e prodotti in metallo (esclusi macchine e impianti), con quasi 34 mila presenza.
Operatori ed esportazioni per classe di valore e merci associate all’attività economica
(Anno 2015, presenze degli operatori e quota percentuale per classe di valore sul totale delle esportazioni settoriali)
Il rapporto completo è disponibile al seguente link: report completo.
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