Coesione è Competizione. Nuove geografie della produzione del valore in Italia
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Rapporto di Fondazione Symbola e Unioncamere.
In sintesi
Fondazione Symbola e Unioncamere presentano la seconda edizione della ricerca Coesione è competizione, mettendo al centro dell'analisi non solo indicatori economici di breve periodo ma anche fattori non direttamente economici come il rispetto dell'ambiente e dei diritti dei lavoratori, la valorizzazione delle risorse umane, il sostegno alle comunità e la promozione culturale.
Molte imprese, oggigiorno, sanno che sempre più spesso i consumatori, nelle loro scelte di acquisto, non si basano unicamente sul rapporto costo beneficio, ma anche su altri criteri di eticità.
Il sociale diventa così fattore di competitività sui mercati e l'imprenditorialità costituisce il meccanismo generativo di una socialità più efficace e sostenibile.
Partendo dall'indagine di Unioncamere sulle Pmi manifatturiere il rapporto presenta un indice di "coesività", che misura la capacità delle imprese di relazioni con le altre imprese, le comunità, le istituzioni, i consumatori, il terzo settore.
Sono relazioni che toccano un po’ tutti gli aspetti della vita dell’impresa. A partire da quelle con i lavoratori, curando la qualità dei rapporti di lavoro con i propri dipendenti e vedendo nel miglioramento delle competenze della forza lavoro e della qualificazione scolastica e universitaria il fattore prioritario di sostegno alla competitività del territorio. Relazioni anche con altre realtà della catena del valore che possono riguardare:
a) la filiera, pensando ai legami con altre imprese per gli acquisti e forniture in comune o per migliorare la logistica e distribuzione;
b) l’innovazione, facendo riferimento alle relazioni sia con altre imprese che con Università e centri di ricerca per attività di R&S;
c) l’internazionalizzazione, espressa dalle relazioni con altre imprese o enti per aumentare le attività d’import/export così come dalle partnership con imprese estere.
Le imprese definite "coesive" mostrano una marcia in più rispetto alle altre: nel 2015 il 47% di esse ha registrato aumenti di fatturato (contro il 38% tra le non coesive); sul lato occupazione, il 10% delle coesive ha dichiarato assunzioni nel 2015 (contro il 6% tra le non coesive); inoltre, dal punto di vista della presenza sui mercati internazionali, la metà delle imprese coesive ha avuto ordinativi esteri in aumento (contro il 39% tra le non coesive).
Performance delle imprese coesive a confronto con quelle non coesive
(quote % di imprese che dichiarano un aumento, per ciascuna variabile, salvo diversa indicazione)
Come per le imprese, anche per i territori si può valutare la capacità di coesione: considerando l'attenzione al lavoro e alla legalità, la presenza della popolazione nel non profit e il livello di relazionalità delle imprese le regioni più coesive sono il Trentino Alto-Adige, seguito dalla Lombardia, dal Veneto, dalla Toscana e dal Friuli Venezia Giulia.
Inoltre, la ricerca mostra come le regioni più coesive sono anche quelle in cui la ricchezza misurata in PIL procapite e reddito delle famiglie è maggiore e meglio distribuita.
Graduatoria regionale secondo l'indice di coesione sociale, suddiviso nelle sue componenti, anno 2014
(Italia = 100)
*Livello di regolarità dell'occupazione
** Diffusione del volontariato
*** Imprese che hanno relazioni con altri soggetti economici (altre imprese, università, ecc)
Il report completo della ricerca è disponibile al seguente link: report completo.
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