A fine 2021 il PIL della Lombardia è tornato sui livelli pre Covid, grazie a manifattura e costruzioni (Banca d'Italia)
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Report Banca d'Italia.
Banca d’Italia ha presentato il rapporto “L’economia della Lombardia”, che analizza la performance economica nel 2021 e fornisce alcune chiavi di lettura per il 2022.
PIL Lombardia: +6,8% nel 2021
Secondo le stime di Banca d’Italia, il PIL regionale nel 2021 è aumentato del +6,8% rispetto al 2020 e, in particolare, nel quarto trimestre 2021 è tornato sui livelli pre pandemici della fine del 2019, grazie soprattutto all’andamento dell’industria e delle costruzioni, mentre nei servizi il recupero è ancora parziale.
La produzione industriale ha superato i livelli pre Covid del +4,3%. Particolarmente positiva la performance dei comparti ad alta tecnologia
Nel 2021 la produzione manifatturiera lombarda è cresciuta del +15,6% rispetto al 2020 e ha superato il 2019 del +4,3%. L’espansione è stata registrata da quasi tutti i settori: solo le imprese del comparto della moda e, in misura minore, quelle della carta non hanno recuperato i livelli pre Covid. I comparti ad alta tecnologia hanno registrato nel biennio 2020-2021 una dinamica dell’attività significativamente migliore rispetto a quelli tradizionali.
L’aumento dei prezzi degli input produttivi ha però accresciuto i costi di produzione
Dalla seconda metà del 2021, l’aumento dei prezzi degli input e dei costi di trasporto è diventato più marcato. Secondo le stime di Banca d’Italia, l’andamento dei prezzi energetici e degli altri input produttivi avrebbe comportato a marzo 2022 un aumento dei costi di produzione del +6,7% a livello regionale, un valore in linea con quello medio nazionale. Gli effetti diretti e indiretti risultano nettamente più elevati per la manifattura (+11,4%), che impiega in misura più intensiva i beni energetici e quelli importati nei propri processi produttivi.
Investimenti industriali: è raddoppiata la quota di imprese che investe in tecnologie digitali per oltre il 40% del totale; particolare interesse anche verso investimenti volti alla riduzione dei consumi energetici
La ripresa della domanda si è riflessa positivamente sugli investimenti delle imprese industriali che, secondo l’indagine di Banca d’Italia, sono cresciuti del +8,6% rispetto al 2020. In particolare, negli ultimi tre anni è più che raddoppiata la quota di operatori per i quali gli investimenti in tecnologie digitali avanzate hanno rappresentato oltre il 40% del totale, attestandosi a un quarto nel 2021.
Negli ultimi anni le imprese lombarde hanno anche incrementato le iniziative e gli investimenti volti alla riduzione dei propri consumi energetici e all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili: secondo l’indagine Banca d’Italia, qualora i prezzi di gas ed energia elettrica persistessero a livelli elevati, le strategie prevalenti tra le imprese prevedrebbero un maggiore ricorso a fonti energetiche alternative. Nel 2021 il 10% per cento delle imprese lombarde aveva già intrapreso iniziative volte all’autoproduzione di energia elettrica, nella maggior parte dei casi da fonti rinnovabili.
Gli scambi con l’estero in valore sono superiori al pre Covid del +6,6%
Nel 2021 le esportazioni lombarde di beni sono aumentate in valore del +19,1% rispetto al 2020, poco più della media nazionale (+18,2%), e hanno superato i livelli del 2019 (+6,6%). Stimata a prezzi costanti, la crescita dell’export è stata del +12,8%, superiore alla domanda potenziale.
Mercato del lavoro: il tasso di occupazione è ancora sotto al livello pre Covid di 1,8 p.p.
Il tasso di occupazione è salito al 66,5% nel 2021 (58,2% in Italia), rimanendo inferiore di 1,8 punti percentuali al livello del 2019 (0,8 punti in meno in Italia).
Secondo l’indagine della Banca d’Italia, il lavoro da remoto, dopo essere stato utilizzato in modo intenso nel 2020, si sarebbe ridimensionato, coinvolgendo nel 2021 il 15,2% del personale (l’analogo dato era pari al 26,7% nel 2020, ma si confronta con il 4,0% del 2019). L’utilizzo è rimasto più alto nei servizi (circa 22%), più contenuto nella manifattura (circa 7%).
Le dimissioni volontarie, dopo essere diminuite nel 2020, nel 2021 hanno superato i livelli pre-pandemia. Sono aumentate soprattutto nei settori che hanno mostrato una maggiore dinamicità, come quello delle costruzioni e dell’industria, avvalorando l’ipotesi secondo la quale le dimissioni potrebbero essere in buona parte connesse con transizioni da un lavoro a un altro anche all’interno dello stesso settore.
2022: effetti del conflitto in Ucraina e strategie delle imprese industriali
L’indagine della Banca d’Italia rileva che in Lombardia, i due terzi delle aziende industriali si attendono riduzioni dell’attività nel 2022 a causa del conflitto. Secondo le imprese, tra le determinanti principali vi è l’incremento dei costi energetici (per il 40% delle imprese intervistate) e il calo della domanda di beni, sia diretta (28%) sia indiretta (13%).
Secondo le imprese, la riduzione delle vendite nel 2022 sarà pari al -1,4%. Per far fronte al peggioramento congiunturale previsto, l’86% delle aziende prefigura un aumento dei listini di vendita dei beni prodotti, il 74% una riduzione dei margini di profitto delle imprese e il 54% sta valutando di rimodulare la scelta dei fornitori di input produttivi e di aumentare la diversificazione delle forniture.
Il report completo è disponibile al seguente LINK.
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