-8,8% il Pil nel 2020 secondo Ref Ricerche
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Congiuntura REF gennaio 2021.
IN SINTESI
Il quadro italiano nel 2020
Dopo il crollo nei primi due trimestri dell’anno e il rimbalzo nel terzo trimestre, i livelli di attività si sono nuovamente contratti per via delle limitazioni di fine 2020. Tuttavia, la dimensione della perdita è meno pronunciata di quanto osservato nel primo lockdown: secondo Ref Ricerche, la flessione del Pil nel IV trimestre 2020 è nell’ordine del -2% sul III trimestre 2020, -7% sul IV trimestre 2019.
In media d’anno si stima così un -8,8% per il PIL italiano nel 2020, una riduzione di rilievo ma meno pronunciata rispetto alle valutazioni espresse recentemente dai maggiori organismi internazionali.
Nel dettaglio delle componenti:
• in sofferenza i consumi: -7,3% la spesa delle famiglie nel 2020. Il dato complessivo nasconde andamenti diversi per voci di spesa. Cade soprattutto la filiera turismo (comprensiva di viaggi e ristorazione). Tengono maggiormente i consumi di beni, ma con forti divergenze tra food (dove comunque sono drastici i mutamenti ai formati distributivi) e non-food. Secondo Ref “i comportamenti di spesa appaiono quindi condizionati più dall’avvicendamento delle misure di restrizione che dagli effetti del cambiamento del quadro macroeconomico”. Una normalizzazione di consumi non è attesa prima del 2022.
• anomali gli investimenti, che per la prima volta tengono più del Pil: -8,2% gli investimenti fissi lordi nel 2020, sostenuti da un recupero completo già nel III trimestre. Il recupero è particolarmente marcato nelle costruzioni, già oltre i livelli 2019, ma anche nei macchinari e impianti con un gap sul 2019 ridimensionato a -4%. Secondo Ref, ha sostenuto la domanda per investimenti l’articolazione settoriale della crisi (più colpiti sono i servizi, a più bassa intensità di capitale) e le necessità innescate dalla crisi in termini di adeguamento spazi di lavoro e dotazioni informatiche.
• in recupero l’export e nel corso dell’anno si azzera il debito estero: -15,8% le esportazioni nel 2020. Nonostante lo shock sia rilevante, le esportazioni hanno accelerato in modo marcato nel III trimestre in sincronia con il ciclo internazionale degli scambi. Così l’Italia riesce anche nel 2020 a registrare un saldo degli scambi con l’estero strutturalmente in avanzo, nonostante il crollo del surplus della voce dei viaggi all’estero, e in corso d’anno riesce addirittura ad azzerare la propria posizione netta sull’estero.
Le prospettive per il 2021-2022
Ipotizzando che le campagne di vaccinazione proseguano nei mesi centrali dell’anno e determinino una discontinuità nei comportamenti di spesa tale da innescare una ripresa nella seconda metà del 2021, in media d’anno il Pil italiano registrerà +3,9% nel 2021 e +4,4% nel 2022. Il recupero in termini di Pil comunque rimarrà parziale rispetto ai livelli del 2019 ancora alla fine del 2022. Inoltre, “l’eredità della crisi del Covid-19 non si esaurirà con la fine della pandemia”, specialmente considerando l’accumulazione di un elevato stock di debito pubblico, il peggioramento delle condizioni del mercato del lavoro e l’allargamento delle diseguaglianze nonostante gli interventi di sostegno ai redditi. Tra le eredità vi sono però note positive, in particolare il salto organizzativo e in chiave digitale imposto dalla pandemia nonché una disponibilità di risorse inedita per costruire una strategia di ripresa.
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