-6% il Pil nel Nord Ovest nel primo trimestre 2020 (Banca d'Italia)

Rapporto annuale redatto dalla sede di Milano della Banca d'Italia.

In sintesi

Secondo le stime Banca d’Italia, nel Nord Ovest nel primo trimestre del 2020 il Pil è diminuito di circa il 6% rispetto al corrispondente periodo del 2019, a confronto con +0,3% nell’ultimo trimestre del 2019.

La produzione manifatturiera della Lombardia in calo del 10% nel primo trimestre 2020
Nel primo trimestre del 2020 la produzione manifatturiera lombarda segna -10,1% rispetto allo stesso periodo del 2019 e -10,0% rispetto al trimestre precedente. Registrano le maggiori diminuzioni calzature (-24,5% sul periodo precedente), legno (-19,2%), abbigliamento (-19,0%) e siderurgia (-12,1%); nella chimica e nell’alimentare il calo è più contenuto (-0,1% e -3,7%, rispettivamente).

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Secondo le elaborazioni di Banca d’Italia sui dati Istat, le imprese che hanno dovuto sospendere la loro attività, in quanto non rientranti tra i settori essenziali, pesano per il 60% del valore aggiunto industriale totale lombardo, una percentuale che varia per province – con Lecco, Bergamo e Brescia risultanti tra le più esposte.
Pur tenendo conto degli effetti di filiera e il ricorso al lavoro a distanza, Banca d’Italia stima del 33% la perdita di valore aggiunto delle imprese industriali dovuta alle chiusure di marzo.

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Dai dati di una indagine di Banca d’Italia, condotta nella primavera del 2020, quasi il 90% delle aziende del campione ha subito contraccolpi operativi, con una diminuzione attesa del fatturato del 25% nel primo semestre del 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (il 40% delle aziende prevede un crollo del fatturato superiore al 30%).
Tra i fattori più penalizzanti la diminuzione della domanda interna ed estera, ma anche l’indisponibilità della forza lavoro e i problemi logistici connessi con l’emergenza.
Interessante evidenziare, tra le politiche di adattamento all’emergenza più frequentemente adottate dalle imprese, la netta preferenza per la revisione delle modalità di gestione del personale: il 60% delle imprese intervistate ha adottato smart working, modificato gli orari di lavoro o utilizzato la CIG.
In positivo, ben un 3% di imprese ha intrapreso strategie di riconversione della produzione industriale, con quote elevate soprattutto nella chimica-farmaceutica e nel tessile.
In negativo invece, le imprese hanno anche rivisto al ribasso i piani di investimento nel 2020, che scenderebbero di circa il 10%.

Le esportazioni motore della ripartenza?
Nel 2019 l’espansione delle esportazioni di beni della Lombardia si è arrestata, risentendo della stagnazione del commercio mondiale.
A seguito di Covid, la domanda potenziale per i prodotti regionali nel 2020 è prevista al -10% (poco più del rallentamento del commercio mondiale). La riduzione sarebbe tuttavia minore che nel 2009, quando le esportazioni erano diminuite del 18,5%.
La possibilità di recuperare i livelli pre-crisi di vendite all’estero dipenderà, oltre che dall’andamento del commercio internazionale, dalla capacità delle imprese lombarde di mantenere la loro presenza sui mercati internazionali.

Il mercato del lavoro sembra resiliente rispetto alla pandemia, ma diminuiscono gli attivi
Non abbiamo ancora effetti forti in termini di occupazione, che segna appena -0,1% nei primi tre mesi dell’anno. Diminuiscono però del 25% le persone in cerca di lavoro, motivo per cui non è possibile interpretare in modo positivo la diminuzione del tasso di disoccupazione al 4,8%.

Dal punto di vista finanziario e patrimoniale, le imprese lombarde affrontano la crisi con posizioni più solide
In generale, l’indice di liquidità finanziaria è diminuito lievemente nel primo trimestre del 2020, per effetto sia dell’aumento dell’indebitamento a breve termine, sia del calo delle quotazioni delle attività finanziarie. Si è però mantenuto su valori storicamente elevati.
Secondo l’indagine Banca d’Italia, in Lombardia poco più del 20% delle imprese dei settori non essenziali è a rischio di illiquidità, una quota lievemente inferiore a quella media nazionale (21,5%).
Inoltre, rispetto a quando è emersa la crisi del debito sovrano nel 2012, oggi si è quasi dimezzata la quota di imprese classificate da Cerved come rischiose ed è diminuito il loro peso sul totale dei debiti finanziari e del fatturato delle aziende lombarde. Tra il 2011 e il 2018 inoltre, il grado di indebitamento è diminuito di oltre 8 punti percentuali.

Aiuti pubblici un sostegno utilizzato, come anche le iniziative a sostegno della liquidità
Gli aiuti pubblici complessivamente concessi alle imprese lombarde in forma di contributi, garanzie e agevolazioni fiscali sommano a circa 3 miliardi di euro nel periodo gennaio-maggio 2020. Per confronto si consideri che nell’intero 2019 l’importo complessivo delle agevolazioni per il sostegno di attività economiche svolte in Lombardia era 1,6 miliardi di euro, poco più della metà (0,3% di Pil, vs una media nazionale dello 0,5%).

Guardando invece alle iniziative a sostegno della liquidità introdotte specificamente per la pandemia, tra il 25 marzo e il 26 maggio del 2020 il Fondo di Garanzia ha accolto oltre 69mila richieste di garanzia dalle imprese con sede in Lombardia, per un ammontare di quasi 3 miliardi di euro (rispettivamente 20 e 5 volte tanto quanto richiesto nello stesso periodo 2019). Il forte aumento del numero di domande è stato determinato principalmente dalle richieste di garanzia sui finanziamenti per importi fino a 25.000 euro con copertura del 100 per cento da parte del Fondo; queste ultime rappresentano oltre il 90% delle richieste complessive e ad esse è riconducibile circa il 45% dei finanziamenti.

Il report completo di Banca d'Italia è disponibile al seguente LINK.

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