Offrire apprendimento 'on the job'
La possibilità di affiancare i professionisti di azienda nello svolgimento delle loro mansioni e “apprendere facendo” è considerata la migliore occasione di apprendimento di competenze tanto trasversali quanto specifiche. Questo è il miglior contributo che le aziende possono fornire ai giovani diplomandi.
Se ben progettata, la collaborazione tra imprese e scuole porta lo studente a riconoscere l’utilità delle conoscenze apprese dai libri attraverso l’applicazione pratica, proprio perché servono "per fare". Questo fa sì che anche lo studio e le attività didattiche siano vissuti con maggior consapevolezza e responsabilità, divenendo quindi un efficace strumento per contrastare la dispersione scolastica e un moltiplicatore delle opportunità di successo per i giovani e per le aziende.
La modalità attraverso cui si può valorizzare questa collaborazione è l’ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO.
Cos'è?
L'alternanza scuola-lavoro è un percorso formativo co-progettato da imprese e scuole per assicurare ai giovani, oltre alle conoscenze di base, l'acquisizione di competenze spendibili nel mercato del lavoro.
L’alternanza quindi NON E’ solo un tirocinio, ma un intero percorso didattico, che comprende anche attività svolte a scuola, progettato in sinergia con le richieste del mondo del lavoro e che prevede il tirocinio come momento complementare alla didattica.
La legge 107 del 13 luglio 2015 (La Buona Scuola) pone tra gli obiettivi formativi la valorizzazione dell'alternanza scuola-lavoro nel secondo ciclo di istruzione
“Al fine di incrementare le opportunità di lavoro e le capacità di orientamento degli studenti, i percorsi di alternanza scuola-lavoro … sono attuati, negli istituti tecnici e professionali, per una durata complessiva, nel secondo biennio e nell'ultimo anno del percorso di studi, di almeno 400 ore e, nei licei, per una durata complessiva di almeno 200 ore nel triennio. … L'alternanza può essere svolta durante la sospensione delle attività didattiche secondo il programma formativo e le modalità di verifica ivi stabilite nonché con la modalità dell'impresa formativa simulata. Il percorso di alternanza scuola-lavoro si può realizzare anche all'estero.”
Le finalità da perseguire nella progettazione di tali percorsi sono:
- realizzare modalità di apprendimento che colleghino la formazione in aula con la dimensione pratica
- arricchire la formazione scolastica con l’acquisizione di competenze spendibili nel lavoro
- favorire l’orientamento dei giovani per valorizzarne le vocazioni personali
- collegare le Istituzioni formative con il mondo del lavoro e la società civile per una compartecipazione attiva nei processi formativi dei giovani
- correlare l’offerta formativa alla dimensione culturale, sociale ed economica del territorio.
Come si fa?
L’alternanza scuola-lavoro passo per passo:
- definire le competenze del percorso
- progettare il percorso
- realizzare le attività previste
- valutare le competenze
1) Definire le competenze del percorso
La prima domanda da porsi quando si progetta con la scuola un percorso di alternanza scuola-lavoro è “COSA posso insegnare?”, capire quindi quali sono le competenze che si possono sviluppare. Solo partendo da quello che gli studenti concretamente faranno è possibile costruire insieme alla scuola un percorso per raggiungere insieme, e per gradi, la performance attesa.
Attraverso indagini e tavoli di confronto tra scuole e imprese sono stati condivisi dei repertori di competenze che possono costituire la base per progettare il percorso.
Il primo foglio riporta le competenze trasversali, o soft skills, ricorrenti per tutte le funzioni. Gli altri fogli sono organizzati per indirizzo di studio e fanno riferimento a diversi profili professionali.
Per facilitare le imprese, tutte le competenze sono definite in termini operativi, sotto forma di prestazione, e facilmente osservabili. I decreti di riordino del Ministero dell’Istruzione esprimono le competenze in maniera molto più astratta (il passaggio di ricondurre le prestazioni alle macrocompetenze espresse dal riordino è normalmente a cura dei referenti scolastici).
E’ doveroso precisare che in questo contesto il concetto di competenza è inteso come “applicazione di un sapere in un dato contesto attuando i comportamenti più idonei alla produzione del risultato”.
2) Progettare il percorso
Per progettare l’alternanza scuola-lavoro è utile avvalersi di una griglia di progettazione elaborata insieme all’Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia.
Le competenze costituiscono gli obiettivi di ogni percorso di alternanza scuola-lavoro, indipendentemente dalle modalità che azienda e scuola concordano di impiegare per perseguirne l’acquisizione. Il primo step di progettazione è proprio la selezione delle competenze su cui si intende lavorare e l’identificazione degli ambiti in cui possono essere sviluppate (aula, laboratorio, tirocinio in azienda, lavoro individuale a casa - rif. primo foglio della griglia di progettazione).
La seconda domanda da porsi è “COME posso insegnare?”.
Un percorso di alternanza scuola–lavoro prevede che impresa e scuola collaborino per conseguire un obiettivo condiviso individuando i piccoli passi da compiere per accorciare le distanze. La scuola è tradizionalmente una validissima fonte di conoscenza, ma per trasformare il sapere in saper fare è necessario che le imprese integrino le lezioni di aula tradizionale offrendo agli studenti:
- la possibilità di visitare l’azienda e gli impianti produttivi
- lezioni tecniche a scuola o in azienda, coinvolgendo i propri dipendenti nell’erogazione di moduli didattici per l’approfondimento di specifiche tecnologie e procedure aziendali, illustrando agli studenti casi aziendali o affidando loro brevi project work
- attività presso i laboratori e i centri training aziendali. L’impianto, la manutenzione e la formazione di laboratori scolastici è a volte molto onerosa per le scuole che sempre più spesso non riescono a farvi fronte. Il risultato è che gli studenti si trovano a utilizzare laboratori obsoleti con personale tecnico non aggiornato e a sviluppare competenze ormai superate.
In alternativa all’allestimento ex-novo di laboratori scolastici si propone una mappatura di laboratori, centri training e analoghi luoghi di apprendimento tecnico pratico già esistenti all’interno di aziende, università, centri di ricerca, associazioni di categoria, che siano disponibili a ospitare le scuole del territorio a fini didattici. Questo intervento si propone di ottimizzare le risorse per la formazione del personale scolastico addetto ai e di garantire la sostenibilità dei costi di manutenzione nel tempo.
Le aziende possono segnalare la disponibilità di un laboratorio che potrebbe essere aperto alle scuole, le condizioni e i costi di utilizzo e i riferimenti della persona da contattare per accedervi.
- la possibilità di imparare facendo, affiancando gli esperti aziendali per un periodo. Abbiamo già detto che il tirocinio curricolare è una delle modalità realizzative del percorso di alternanza, ma è giusto ricordare che il singolo tirocinio non può essere considerato alternanza scuola-lavoro se non è finalizzato allo sviluppo delle competenze obiettivo del corso di studi.
Nel caso in cui il percorso di alternanza preveda un periodo di tirocinio in azienda è necessaria la sottoscrizione di una convenzione con la scuola che stabilisce le linee guida della collaborazione; nella cornice di questo accordo, il Progetto Formativo Individuale (PFI) riporta i dati del tirocinante e le specifiche attività previste nell’ambito del tirocinio per ogni singola esperienza.
Regione Lombardia ha approvato i nuovi indirizzi regionali che accolgono la normativa nazionale in materia di tirocini e forniscono un modello di convenzione.
In sintesi la regolamentazione di Regione Lombardia prevede che:
- tutti i tirocini sono regolati da una convenzione tra la scuola e il soggetto ospitante e sono svolti sulla base di un progetto formativo individuale firmato dalla scuola, dall’ospitante e dallo studente
- per ogni tirocinio vi è un tutor didattico organizzativo (garantito dalla scuola) e un tutor aziendale (indicato dall’ospitante)
- la scuola si fa garante della attivazione della copertura assicurativa dei tirocinanti
- al termine dell’esperienza presso la struttura i tutor rilasciano allo studente un’attestazione dell’attività svolta e delle competenze acquisite
Per approfondimenti sul tirocinio consulta il manuale stage.
La terza domanda che ci si deve porre è “QUANDO è più efficace realizzare le attività necessarie per la buona riuscita del percorso?”.
La lista delle attività formative che impresa e scuola realizzano nell’anno scolastico compone il Piano Formativo Individuale (rif. secondo foglio della griglia di progettazione).
3) Realizzare le attività previste
Si tratta, paradossalmente, della fase più semplice di tutto il percorso. L’unica raccomandazione è che referente aziendale e referente scolastico collaborino proattivamente per garantire lo svolgimento delle attività progettate e il rispetto dei tempi prefissati, confrontandosi ogni volta che se ne avverte la necessità.
4) Valutare le competenze
L’osservazione delle performance è il solo modo per riconoscere l’effettivo possesso di una competenza e poterla certificareNel percorso di alternanza scuola-lavoro, la valutazione è a cura del docente, che cura la realizzazione delle diverse attività a scuola o che verifica i risultati dell’attività autonomamente svolta dallo studente. Per il programma del tirocinio è a cura dal tutor aziendale.Nell’approccio messo a punto in Lombardia per valutare ogni singola prestazione sono previsti 4 livelli cui si aggiunge la possibilità di indicare il caso in cui la prestazione non ha potuto essere verificata per cause non dipendenti dallo studente
1 = non esegue la prestazione richiesta
2 = esegue la prestazione, ma in modo non adeguato (commette un numero di errori superiore al tollerato – commette alcuni gravi errori)
3 = esegue la prestazione in modo adeguato (esegue correttamente il compito affidato, attenendosi alle prescrizioni ricevute; eventuali errori restano nei margini di tolleranza; riconosce cause e conseguenze degli errori commessi)
4 = esegue la prestazione in modo adeguato ed autonomo (esegue la prestazione “scegliendo” come farlo – ad es.: recupera le informazioni che gli servono, gli attrezzi, la documentazione tecnica; controlla ed eventualmente corregge la qualità del proprio lavoro; rileva e segnala un problema che si verifica durante la lavorazione; sottopone al tutor un’ipotesi di soluzione pertinente…)
NV = non verificabile (cioè non è stato possibile, per qualsiasi ragione, verificare la performance durante l'esperienza formativa, a scuola o in azienda).
La valutazione delle singole prestazioni sarà utilizzata in sede di valutazione complessiva dell’apprendimento e di certificazione delle competenze. In quella sede, disponendo della valutazione relativa a più prestazioni (e anche di più valutazioni, in occasioni diverse, della stessa prestazione) la valutazione dell’apprendimento potrà prevedere l’uso di una “scala” più articolata (anche quella tradizionale in decimi).
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