Lavoro, bene la riforma ma il taglio del cuneo diventi strutturale Intervista

Lavoro, bene la riforma ma il taglio del cuneo diventi strutturale

Intervista del Presidente Alessandro Spada sul Sole24Ore - 5 maggio 2023

"È un modo per rendere il mercato del lavoro più snello e competitivo: la direzione presa è quella giusta".

Per Alessandro Spada, presidente di Assolombarda, le misure annunciate nel decreto Lavoro vanno nel senso auspicato dalle imprese, giudizio mediamente positivo in cui tuttavia emergono anche fattori di attenzione e criticità, a partire dall'entità e dalla durata del taglio del cuneo fiscale.

"La cura shock proposta da Confindustria è nell'ordine dei 16 miliardi di euro - spiega - cioè quattro volte l'importo attualmente stanziato. Se da un lato comprendiamo la necessità di tenere conto della scarsità di risorse, chiediamo però al Governo di lavorare anzitutto per rendere strutturale l'intervento, per poi ampliarlo in prospettiva. La sostanza, tuttavia, è che ci troviamo di fronte a sgravi che vanno nella direzione da noi auspicata".

Misure annunciate in occasione del primo maggio, tempismo considerato inopportuno dai sindacati, posizione che Spada non condivide.

"Se nel giorno della festa del Lavoro - spiega - si adotta un provvedimento che offre sgravi, benefici reali e concreti nelle buste paga delle persone, io credo che l'accoglienza in generale dovrebbe solo essere positiva".

Il "no" dei rappresentanti di lavoratori riguarda in particolare la riforma dei contratti a termine, con la cancellazione dei vincoli posti dal decreto Dignità e il ripristino di causali più ampie per contratti oltre i 12 mesi. Un decreto del precariato, come sostengono parte dell'opposizione e i sindacati?

"Direi proprio di no - commenta Spada -, intanto perché le aziende hanno una propensione prevalente ad assumere a tempo indeterminato: ogni volta che possono agiscono in questo modo, stabilizzando il personale. E tuttavia, oggi la velocità del mercato è molto diversa rispetto a quella del passato e per questo le aziende devono essere rapide e flessibili nel rispondere. E sarebbe sbagliato, in generale, guardare al futuro con gli occhi fissi sullo specchietto retrovisore, sul mondo che esisteva dieci anni fa e che oggi non c'è più. L'auspicio sarebbe quello di arrivare a contratti a tempo determinato senza una causale specifica ma, ad ogni modo, questa scelta mi pare ragionevole: si tratta anche di uno strumento fondamentale per affrontare la vera piaga, cioè il lavoro nero".

Leggi l'intervista completa disponibile scaricando il pdf correlato.

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