La Life Science vale il 13% del pil lombardo Intervista

La Life Science vale il 13% del pil lombardo

Articolo a firma Sergio Dompè - Il Sole 24 Ore del 10 novembre 2023

La crescita del Paese passa anche per lo sviluppo delle Life Science, una filiera virtuosa e fondamentale che, peraltro, opera per garantire il benessere della nostra società. I "numeri" di questo vasto ecosistema sono significativi, soprattutto in Lombardia: nella regione, infatti, il comparto vale il 13% del Pil in termini di valore aggiunto, con un incremento di due punti percentuali negli ultimi cinque anni.
Si tratta un dato di grande rilievo, che testimonia pure i benefici ottenuti dai nostri cittadini: più risorse, più innovazione e, quindi, percorsi di cura sempre più specifici personalizzati. Il trend del comparto restituisce, inoltre, la valenza del modello sul quale poggia il sistema: mi riferisco alla sinergia tra pubblico e privato, un unicum nello scenario nazionale; una alleanza che ha reso possibile, anno dopo anno, la nascita di un assetto organizzativo ed erogativo capace di offrire ai pazienti prestazioni all'avanguardia nel confronto con i benchmark internazionali.

Lo dimostrano i "livelli essenziali di assistenza" assicurati, per il quali la Lombardia figura ai primi posti: dall'assistenza distrettuale a quella ospedaliera, fino alla prevenzione. Non è un caso che la popolazione lombarda risulti, oggi, una delle più longeve e sane, con livelli di aspettativa di vita in buona salute in aumento.

L'asse pubblico-privato ha anche posto le basi per un "modello lombardo" della ricerca, che costituisce la conditio sine qua non del futuro della medicina e l'asset strategico per la sostenibilità dei sistemi sanitari. Nella regione si concentrano, del resto, 19 IRCCS su 53 riconosciuti a livello nazionale. Ma non solo: in Lombardia sorge Human Technopole, il primo centro nazionale per la ricerca targata Life Sciences. Strutture che operano per la nostra competitività internazionale grazie alla cruciale collaborazione tra imprese e università. Un metodo, questo, che ha garantito un'ampia concentrazione di studi scientifici, clinici e brevetti, oltre a performance oltre la media nazionale, rese possibili anche dal contributo di 1.900 imprese che operano nel settore.

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